memoriale gay,https://www.flickr.com/photos/frantheman/15952714425/in/photolist-HcTFaZ-betrW6-qiFQdr, FranTravelStories,https://www.flickr.com/photos/frantheman/

Berlino, vandalizzato il monumento per le vittime dell’omocausto

Tra il 17 e il 18 agosto, il memoriale di Berlino per le vittime gay dell’omocausto è stato vandalizzato

Durante lo scorso weekend, tra il 17 e il 18 agosto 2019, il memoriale di Berlino riferito alle vittime gay durante l’omocausto è stato vandalizzato. Il memoriale fu ideato dagli artisti Michael Elmgreen e Ingar Dragset e la sua costruzione terminò nel 2008. Si trova al parco Tiergarten ed è molto vicino al monumento cittadino dedicato alle vittime ebree dell’olocausto. Quello per le vittime gay, stimate tra i 5.000 e i 15.000, è un imponente cubo con una piccola cavità dove i visitatori possono sbirciare e trovarci un collage fotografico di coppie gay che si amano. Durante il weekend la cavità e lo schermo video sono stati pitturati e oscurati. Le camere di sorveglianza erano disattive e la polizia non sospetta ancora di nessuno. [adrotate banner=”34″]

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One of our Berlin meetups will be at the Memorial to Homosexuals Persecuted Under Nazism in the Tiergarten. I am thrilled to say that we will be joined by Michael Elmgreen and Ingar Dragset @elmgreenanddragsetstudio who designed the memorial. They will talk to us about their experience with the project. See you there 5:30PM this Friday – bring blankets and snacks. Big thank you to @jobpiston ____________ The memorial is a concrete structure in the shape of a Cuboid, with a small recessed viewing area which shows rotating videos of men kissing men and women kissing women. ____________ Homosexual victims under Nazi rule were not acknowledged for 40 years. After the fall of the Third Reich, Section 175 remained in effect, without modification, in West Germany until 1969. Homosexual men also continued to be persecuted and punished in East Germany. Germany did not acknowledge that gay men had been victims of the Holocaust until the 1980s, and did not issue a formal apology to the queer community until 2002. In 1992, calls for a memorial to gay victims of the Holocaust arose in Germany, with activists feeling that the Memorial to the Murdered Jews of Europe only perpetuated the erasure of queer victims. In 2002, the Bundestag voted to allow those who were persecuted for being gay in the Holocaust to claim reparations, and in 2003 plans to build a memorial to the gay male victims of the Holocaust commenced. The memorial was unveiled in 2008, and subsequently vandalised several times that year.

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La triste storie dei gay durante il nazismo

Tra il 1933 e il 1945 furono arrestati dai nazisti 100.000 uomini, sotto il Paragrafo 175. Una legge che puniva atti omosessuali con fino a 6 anni di prigionia. Sempre esistita, la legge non fu ma mai davvero attuata prima dell’ascesa al potere di Adolf Hitler. Infatti la Berlino degli anni ’20 e ’30 era un centro cosmopolita e aperto a tutti. C’era anche uno dei primi grandi centri sullo studio dell’omosessualità, l’Istituto di Scienze sessuali, che nel 1933 venne chiuso e i libri, ritenuti degenerati, bruciati. Degli uomini arrestati, circa 50.000 furono condannati e tra i 5.000 e i 15.000 furono mandati nei campi di concentramento. Solo il 40 % riuscì a sopravvivere.

I maltrattamenti e la posizione nella scala gerarchica istituita nei campi di concentramento

Secondo lo storico specializzato sull’olocausto Rüdiger Lautmann, i prigionieri che vestivano una stella rosa soffrivano di particolari maltrattementi. Sia dalle guardie, che erano solite violentarli e sadomizzarli, sia dai dottori, che tentavano di “guarirli” iniettando loro testosterone di ormoni maschili e talvolta castrandoli, sia dagli altri prigionieri. Infatti, sempre secondo lo studioso, nei campi di concentramento vigeva una sorta di gerachia e gli omosessuali erano tra gli scalini più bassi. Le lesbiche non furono perseguitate in quanto ritenute utili dai nazisti al fine della procreazione.

Il tentativo di sterminio e la situazione post conflitto

Nel 1934 venne stabilita una divisione speciale per trattare la “questione omosessuali”. Nel 1936 Heinrich Himmler creò l’Ufficio centrale del Reich per combattere l’omosessualità e l’aborto. Sempre al capo delle SS, sono attribuite le seguenti parole: «Dobbiamo sterminare queste persone fino alla radice. Non possiamo permettere tale pericolo per il paese; l’omosessualità deve essere del tutto eliminata». Anche a guerra finita, la situazione non migliorò di molto. I prigionieri omosessuali prima detenuti nei campi di concentramento non vennero riconosciuti come vittime del nazismo e non ricevettero alcun risarcimento. Il paragrafo 175 rimase attivo nella Germania dell’Ovest fino al 1969.

L’Olocausto oggi

Negli ultimi anni la commemorazione dell’olocausto e dell’omocausto sta perdendo valore e stanno invece prendendo piede setimenti sempre più antisemitici e omofobi, sia in Europa così come negli Stati Uniti. A giugno 2019, per esempio, un uomo rovinò il memoriale dell’olocausto a Philadelphia, incidendo “SS” in grassetto e una svastica accanto.

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Berlino Schule tedesco a Berlino

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Immagine di copertina: Memoriale, © FranTravelStories, CC0 on Flickr