«A Berlino diffido della cucina italiana: meglio un currywurst che una pizza fatta male»

«Mi piace cucinare e sperimentare. La passione per la gastronomia deriva dalle mie radici. Ho vissuto gran parte della mia vita a Pisa, ma sono originaria di Napoli e da sempre nella mia famiglia si fa la pasta in casa, dagli gnocchi alla pizza. Io ho iniziato a cucinare quando sono andata a vivere da sola per gli studi universitari e qualsiasi occasione era buona per mettermi ai fornelli e preparare una cena con amici e colleghi». Così si presenta Mariagrazia Di Luca, vincitrice per la giuria popolare del campionato amatoriale di tiramisù organizzato da Berlino Magazine. L’evento si è tenuto al ristorante The Winery domenica 13 marzo 2016 e ha visto la partecipazione di 22 concorrenti internazionali da Spagna, Stati Uniti, Cina, Romania e Italia.

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© Linda Paggi

Berlino. «Sono una microbiologa e lavoro all’ospedale universitario Charité di Berlino, dove mi occupo di infezioni. A Berlino sono venuta inizialmente per un progetto universitario da settembre a ottobre 2015. In realtà pensavo di andare a Göteborg, in Svezia, per cui avevo già inoltrato un’application, ma poi sono stata improvvisamente chiamata per venire a Berlino. Su due piedi non avevo idea di cosa fare. Ero già stata a Berlino in visita per tre settimane e mi era piaciuta, ma non avevo mai pensato di viverci. Dopo essere tornata per il progetto ho deciso di trasferirmi qui. Per quanto riguarda la gastronomia a Berlino, quando mangio fuori non cerco la cucina italiana perché mi piace assaggiare gusti nuovi, locali o etnici. Inoltre sono sempre un po’ diffidente nei confronti dei ristoranti che all’estero si presentano come “tipici italiani”, in particolare le pizzerie. Preferisco un currywurst a una pizza italiana fatta male».

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© Linda Paggi

Tiramisù al basilico. «Per il campionato amatoriale di Berlino Magazine ho deciso di preparare un tiramisù al basilico perché volevo portare qualcosa di diverso. Inizialmente ero io la prima a essere scettica sulla riuscita del mio esperimento, perché fino a quel momento avevo preparato sempre e soltanto tiramisù classici. Oltre al problema del gusto si presentava la difficoltà tecnica di come incorporare il basilico nel tiramisù: inserire delle foglie in una crema non mi sembrava una buona idea. L’esperimento non si prospettava semplice, ma mi sono detta: “proviamo!”. Per questo ho deciso di creare una sorta di team building con il mio gruppo di lavoro della Charité. Abbiamo ricreato un piccolo laboratorio e steso la procedura, seguendo un approccio scientifico: quando si presentava un problema abbiamo deciso di procedere per esperimenti, finché siamo arrivate alla ricetta finale. Io ci ho messo l’esperienza, le mie colleghe la fantasia e la manodopera. E così, dopo diversi tentativi, abbiamo optato per aggiungere il basilico nella crema sotto forma di “pesto”».

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Tutte le foto © Linda Paggi