Bicicletta incidente a Berlino

Berlino, ambasciatore saudita provoca morte di ciclista a Neukölln

Un brutto episodio di cronaca a Berlino si sta trasformando in un incidente diplomatico

L’incidente si è verificato l’11 giugno scorso. Secondo quanto riportato da un poliziotto alla Berliner Zeitung, il giorno dell’incidente il 55enne Michael E. era in sella alla sua bicicletta lungo Hermannstraße, zona Neukölln di Berlino. All’angolo con Kienitzer Straße voleva proseguire sulla pista ciclabile, ma il percorso era stato bloccata da una Porsche Cayenne. Michael E. ha provato a passarvi accanto, ma in quel momento una delle portiere dell’auto è stata improvvisamente aperta. Il ciclista non è riuscito a frenare e cadendo ha sbattuto la testa ferendosi gravemente. Nonostante l’arrivo dell’ambulanza, l’uomo è deceduto in ospedale 13 ore dopo l’impatto.

I ritardi nelle indagini

Un incidente del genere avrebbe messo in moto in maniera automatica un’indagine da parte della polizia tedesca per omicidio colposo, ma il caso ha voluto che alla guida della Porsche Cayenne ci fosse l’ambasciatore saudita in Germania, nonché esponente del governo saudita, il Dr. Awwad S. Al Awwad. L’uomo, secondo le norme di diritto internazionale vigenti, gode di immunità assoluta.

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Le scuse e la visita del diplomatico alla vedova e alla nipote.

In un’intervista rilasciata a Bild e ripresa successivamente da Die Welt, la vedova del ciclista, sconvolta dall’accaduto, ha descritto come ha vissuto la notte dell’incidente. Avrebbe dovuto essere una notte come le altre: il marito avrebbe percorso i soliti 14km in bicicletta per andare al lavoro, lei avrebbe aspettato alla finestra il suo rientro e invece la chiamata della polizia. Tramite Berliner Zeitung la donna aveva sollecitato le forze dell’ordine a fare il possibile affinché l’ambasciatore ottenesse una punizione esemplare. Come unica consolazione, in data 5 luglio 2017 la donna ha ricevuto il diplomatico saudita che ha portato, oltre alle sue condoglianze, una grande somma di denaro come risarcimento danni. Gesto che ha colpito sia la moglie sia la nipote della vittima che hanno affermato a seguito della visita di aver apprezzato. “Nessuno può darmi il ritorno del mio Michael, ma l’incontro con il signor Alawwad è stato molto piacevole” ha dichiarato la vedova. La nipote Uwe D. ha aggiunto: “L’incidente ha generato un sacco di odio e noi non lo volevamo”. Nei giorni precedenti l’ambasciata saudita aveva espresso il suo rammarico e aveva mandato un messaggio di condoglianze già pochi giorni dopo l’incidente ma lo sdegno dell’immunità e dell’impunibilità dell’ambasciatore aveva già creato la polemica. L’unico modo per lo stato tedesco di superare i vincoli del diritto internazionale è che il diplomatico rinunci all’immunità e si lasci processare, cosa molto difficile già in partenza e ancora di più ora che la famiglia della vittima non pressa per una sua condanna.

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Incidenti automobilistici e immunità dei diplomatici a Berlino

Nel 2015, l’amministrazione comunale di Berlino ha registrato  24,118 violazioni del traffico da parte dei diplomatici, di cui 80 incidenti, fra i quali 50 casi di guidatori non si sono fermati dopo l’incidente. A seguito di questo caso di cronaca, Berliner Zeitung ha sottolineato nota come questo tipo di incidenti hanno già in passato coinvolto diplomatici alla guida a Berlino. Nella lista nera degli autori di reati con targhe diplomatiche si nota come Arabia Saudita, Cina e Russia siano ricorrenti e questo è dovuto anche al fatto che hanno un maggior numero di vetture in dotazione.

La maggior parte delle multe e dei reati stradali commessi dai diplomatici riguardano violazioni di limiti di velocità o violazioni di divieto di sosta per un parcheggio sbagliato. Questi non possono esser perseguiti neppure se guidano ubriachi, perché i diplomatici possono essere invitati a provare  alcool anche in cene di lavoro cene in cui dunque stanno lavorando e quindi sono sotto l’ala magnanima dell’immunità assoluta. Un vigile urbano berlinese ha riportato al giornale come i diplomatici in questione sappiano “sempre esattamente ciò che possono e non possono fare.”

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