“A Berlino torna la LoveParade”

La LoveParade torna a Berlino, o almeno così pare. Manca dal 2006, ovvero da quando il suo ideatore Dr Motte che la ideò ad inizio 1989, quando ancora c’era il muro, avallò il suo trasferimento prima ad Essen (2007), poi a Dortmund (2008), Bochum (2009) ed infine Duisburg (2010) quando morirono ben 21 persone a causa della cattiva organizzazione nella gestione delle uscite di emergenza ed il calcolo errato dei partecipanti (che furono 1 milione e 400mila contro gli 800mila previsti). La saga di una delle feste di strada dedicate alla musica elettronica più importanti al mondo sembrava essere finita lì. Non è così, almeno stando alle parole del 42enne Jens Hohmann che, vorrebbe rompere il tabù LoveParade e, stando a quanto riporta il Tagesspiegel, i coinvolgere ben 10 camion per altrettante postazioni di dj e di dimostrare tutti assieme sabato 18 luglio dalle 14 alle 22 in un posto ancora non definito di Berlino sotto gli slogan “Creiamo un movimento per l’amore e per la vita” e “Balliamo per dimostrare il nostro amore per ogni tipo di diversità”. 

Il tragitto, come detto non ancora definito, ha per ora l’evocativo nome di Zug der Liebe, percorso dell’amore e, se tutto dovesse andare bene, verrà prossimamente definito sul sito. La speranza degli organizzatori è che si possa tornare sulla Straße des 17. Juni e camminare ballando dalla Colonna della Vittoria alla Porta di Brandeburgo (dal 1989 al 1995 la manifestazione si svolgeva sul Ku’damm). Nelle loro parole di presentazione c’è anche il desiderio di cercare di vietare l’alcl

A supportare l’iniziativa al momento vi sono vari collettivi di dj, organizzatori di feste e portali online come Draussen ist’s schönerWummART FestivalZurück zu den WurzelnOpenAir to goThe CLUB MAP e POKKETMIXER, ma nessun main sponsor né il  celebre Dr. Motte: “Con tante feste che ci sono, perché volere chiamare anche questa LoveParade?”. Una cosa è sicura: la Berlino degli anni ’90 non è la stessa di oggi: sicuri che anche questo evento non rischierebbe di trasformarsi in un’occasione commerciale, ovvero in quella stessa situazione che spinse alcuni dei fondatori a prenderne le distanze e fondare nel 1998 prima la Hateparade e poi la Fuckparade?

© Jan Buchenberger CC BY SA 2.0