Berlino Nascosta: Wiesenburg, il castello di Wedding trasformato in oasi dell’arte

L’anima della Berlino anni ’90 post riunificazione va man mano scomparendo. Una tra le storie che lo confermano è quella di Wiesenburg.

Progetti culturali e artistici vengono cancellati sotto la pressione di una sfrenata corsa del mercato immobiliare, il valore del terreno cresce esponenzialmente all’odore di guadagno, non si può più parlare di trasformazione fiseologica di una città “giovane”: questa si chiama speculazione edilizia.

Il Wiesenburg

Questa è la volta del Wiesenburg, conosciuto come il castello sulla Wiesenstrasse a Wedding. Il ricovero per senzatetto fondato nel 1896 per ospitare 700 uomini e ampliato successivamente con una struttura per le donne, nel ’35 diventa sede della fabbrica nazionale tedesca di carburante per aerei. Gli edifici, usati anche per la stampa delle bandiere del Reich e la produzione di munizioni, distrutti da una bomba alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel ’51, si trovano nel settore francese della Berlino Ovest; da allora si alternano diversi tipi di produzioni e solo una targa ne ricorda l’originale funzione.

Dall’inizio degli anni ’60 la casa principale in mattoni è residenza di otto inquilini, tutti discendenti di ex dipendenti del Wiesenburg, nei primi dormitori costruiti sul sito, dove manca il soffitto, la vegetazione spontanea ha preso il sopravvento, gli alberi che crescono ​​nelle pareti danno vita ad un bosco da fiaba in rovina. La Signora Dumkow rileva la gestione del sito e per anni ha portato avanti, in collaborazione con l’associazione di quartiere Pankstrasse, progetti artistici per giovani e studenti all’interno del giardino del Wiesenburg trasformandolo in un’oasi d’arte.

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Le attività

Un interessante insieme di officine e laboratori di sperimentazione artistica, dove la sala posteriore del rifugio per donne ospitava sala prove di danza e teatro, ed offre spazio ad officine di produzioni artigianali. Joe Der Wiesenburger, il “custode” del castello, come lui stesso si definisce, è nato tra queste rovine, e nel suo spazio indipendente “UnbezahlBAR” all’interno della vecchia sala di pompaggio, fino a pochissimi anni fa allestiva un dinamico luogo di incontro per persone creative e artisti.

Quasi un idillio nel mare urbano, le rovine regalavano un’aria da fiaba al sito, caratterizzato da quel fascino discreto delle strutture ai margini della città, lontani dalla foga dell’investimento e del guadagno a tutti i costi. Le piccole realtà artistiche e produttive indipendenti rendevano il Wiesenburg uno di quei luoghi dove era ancora possibile respirare l’anima della Berlino genuina e di quartiere, nel quale i cortili si trasformavano in officine e gli spazi aperti diventavano quinte per esperimenti artistici.

Oggi

Questo fino alla primavera del 2015: da inizio aprile la cooperativa edilizia comunale, Degewo, assume la gestione del sito di proprietà statale, e dichiara inagibile parte delle strutture per motivi di sicurezza, bloccando così di fatto molte delle attività culturali che qui si svolgevano.

“Ora ci è permesso di utilizzare solo il cortile residenziale e la strada privata”, dice J. Dumkow. Quali sono le prospettive, attualmente non è ben chiaro. «Siamo consapevoli dell’importanza del luogo», dichiara Ackermann, portavoce del gruppo Degewo. «Gli edifici storici dovrebbero essere mantenuti e i giardini accuratamente ristrutturati seguendo regole di conservazione storica, ed il condizionale è d’obbligo. La preoccupazione degli inquilini è che non possano proseguire i progetti scolastici e artistici, il rischio è che il Wiesenburg non sarà più quello che è stato per decenni. Un luogo libero e spontaneo per l’arte e la cultura in un ambiente piacevole.»

Ricerche e foto a cura di: Z.Munizza, responsabile del progetto Berlino Explorer che organizza periodicamente esplorazioni urbane e guide d’architettura.

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Foto in b/n© P K CC BY SA 2.0