Ebrei, musulmani e cristiani: a Berlino un’unica chiesa per tutte e tre le religioni

Cosa accadrebbe se si provasse ad ospitare all’interno di un’ “unica chiesa” tre diversi credi religiosi?

Nella lingua tedesca esiste un termine che assolve appieno a tale funzione: Gotteshaus, che tradotto letteralmente significa: “casa di Dio”. Ed è proprio a Berlino che è partita l’idea di creare un’unica casa di Dio in cui i fedeli possano riunirsi per pregare il Signore.

Nel 2006, in seguito a dei lavori archeologici di una sezione dell’Isola dei Musei, vengono alla luce i resti della “Petrikirche” e di altre quattro chiese, di cui la più antica risale al 1200. Da qui è partita l’idea rivoluzionaria. “Siamo stati subito d’accordo che qualcosa di visionario e con uno sguardo al futuro doveva essere costruito sul sito archeologico venuto alla luce”, afferma Gregor Hohberg, il pastore protestante che ha dato il via al progetto. Hohberg è convinto che una città come Berlino, multiculturale e multireligiosa, sia il luogo adatto per aprire una casa di preghiera aperta alle tre religioni monoteistiche più diffuse. “Berlino è la città della pacifica caduta del muro e della pacifica convivenza di diversi credenti che desiderano comprendersi a vicenda”, continua il pastore. La comunità ebraica si è lasciata subito entusiasmare dall’idea, i rabbini liberali Tovia Ben-Chorin e Walter Homolka hanno subito aderito. Più difficile è stata la ricerca di un partner appartenente alla fede musulmana, molto più restia all’apertura e alla condivisione di uno spazio comune.

Nel 2012 lo studio di architettura Kuehn Malvezzi vince il premio internazionale “Wettbewerb” per il progetto della casa di studio e preghiera multireligiosa nel quartiere berlinese di Mitte.
Accontentare tutte le richieste non è un compito facile per gli architetti. Ebrei, cristiani e musulmani vogliono celebrare Dio sotto lo stesso tetto, ma in spazi separati. Moschee e sinagoghe devono essere orientate verso Est. I musulmani richiedono uno spazio quadrato al cui interno si possa pregare spalla a spalla. Gli ebrei chiedono uno spazio all’interno del tetto dove poter costruire una capanna per la celebrazione del “Sukkot” o “Festa delle capanne”. Il progetto cerca di adattarsi alle richieste, ma soprattutto di trovare un modo affinché l’edificio possa diventare un luogo di scambio tra tutte e tre le comunità di credenti.

Non mancano chiaramente i conflitti, primo tra i quali la ricerca del nome. Dopo tanto discutere la scelta è caduta su The House of One, dove “One” sta per l’umanità, ma anche per un Dio unico. Si tratta in effetti dello stesso Dio? Gregor Hohberg affermerebbe di no. Ebrei, musulmani e cristiani hanno una diversa idea di Dio. “La verità non ci è ancora data saperla”, dice Hohberg, “Dio non si è manifestato solo ai cristiani, agli ebrei o ai musulmani. Ma perché non imparare anche dalle rivelazioni degli altri?”
I rappresentanti dei tre credi religiosi non hanno dubbi sull’innalzamento della fede. È per questo che l’idea di aprire un quarto spazio al centro dell’edificio è molto importante, in cui i fedeli delle diverse religioni possano incontrarsi e dialogare tra di loro.
“L’idea di base dietro The House of One è quella di riunire insieme persone che conoscono poco degli altri. L’ignoranza è spesso la base del rifiuto” aggiunge il Rabbino Tovia Ben-Chorin.
“Lo scopo della costruzione è quello di diffondere con coscienza la non-violenza e aprire un dialogo tra le diverse religioni e culture. Tutti sono benvenuti ed invitati a scoprire aspetti sconosciuti degli altri credi”, afferma invece l’Imam Kadir Sanci.

La realizzazione del progetto richiede 43 milioni di euro e verrà effettuata secondo le regole del Crowdfunding. La campagna è stata lanciata martedì 3 giugno con l’acquisto simbolico del primo mattone. Finanziata da diversi sponsor, tutti possono partecipare alla costruzione di questa chiesa unica al mondo al costo di €10 per mattone. L’edificio a forma di cubo con un campanile al centro alto più di 32 metri, verrà edificato sulla Gertraudenstraße, non lontano dalla metro di Spittelmarkt e dalla piazzetta di Petriplatzt, a pochi metro dalla Chiesa di San Patrizio di cui sono stati ritrovati i resti. L’inizio dei lavori è previsto per il 2015.
La costruzione di una chiesa unica per tre diverse confessioni religiose è più di un semplice progetto edilizio, ma è piuttosto un esperimento sociale, un tentativo di pacifica convivenza e accettazione delle diversità, un atto di fede e di amore, un’apertura verso il mondo e soprattutto un simbolo di pace. Convivenza e integrazione saranno davvero possibili? Non ci resta che aspettare e, perché no, collaborare alla sua realizzazione.

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