In Germania si discute ancora sulle terapie riparative per omosessuali

Il Ministro della Sanità vuole rendere ufficialmente fuorilegge le “terapie” promosse da chi ancora pensa che l’omosessualità sia una malattia

Jens Spahn, attuale Ministro della Sanità in Germania, si è recentemente scagliato contro le cosiddette “terapie riparative“, definendole sciocchezze oltre che vere e proprie violenze. Sebbene nel 1990 l’OMS abbia cancellato l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, esistono ancora persone che sostengono il contrario, proponendo come soluzione questo tipo di terapie. Tali pratiche permetterebbero all’individuo di guarire dalla propria condizione e diventare, di fatto, eterosessuale.

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I guaritori

Le terapie di riparazione sono promosse non solo da semplici gruppi religiosi ma anche da veri e propri medici accreditati, normalmente di fede cristiana: questi vedrebbero l’omosessualità come l’espressione di un malessere interiore o perfino come una possessione demoniaca. A questo proposito l’emittente NDR ha realizzato due interessanti documentari, Die Schwulenheiler (I guaritori di omosessuali) nel 2014 e Die Schwulenheiler 2 nel 2015.

Le terapie riparative per omosessuali

I trattamenti proposti variano a seconda del medico che si ha di fronte. Alcuni propongono delle semplici preghiere di modo da scacciare i demoni che sarebbero alla base dell’omosessualità del paziente, mentre altri effettuano delle sedute di psicoterapia. Alcuni medici praticano la cosiddetta terapia dell’avversione. Tale trattamento prevede che il paziente venga messo a contatto con del materiale omosessuale e che, ad ogni cenno di desiderio, gli vengano indotti stimoli dolorosi, talvolta persino tramite l’elettroshock. Questa tecnica avrebbe come obiettivo l’associazione del desiderio omosessuale ad emozioni negative, nella convinzione che questo renda il paziente eterosessuale. Di fatto, parliamo della creazione di un vero e proprio trauma psicologico.

Perchè sono pericolose

Gli esperti avvertono della pericolosità di tali pratiche: l’omosessualità non è una malattia, per questo non può essere curata. Il vero problema si rivela invece quando gli interessati, che veramente credevano di poter cambiare la loro condizione, si rendono conto che il loro orientamento sessuale non è (ovviamente) cambiato. Tale insuccesso può infatti causare sensi di colpa e pressioni dall’ambiente esterno, che possono sfociare in depressione e comportamenti autolesionisti fino ad arrivare perfino al suicidio. Proprio per questo Spahn ha dichiarato di voler proibire tali pratiche dallo Stato Tedesco: pur non essendo riconosciute, le terapie riparative non sono infatti vietate per legge.

Perchè è così difficile vietarle

Come riportato dal ministro Spahn, la proibizione di tali pratiche resta comunque difficoltosa. Il problema principale è il fatto che i medici non propongono pubblicamente una terapia chiamata esplicitamente di conversione. Nei documenti ufficiali si parla infatti di disturbi comportamentali o di problemi psichiatrici. Nessun documento indica esplicitamente l’omosessualità come motivo delle visite mediche. Per questo, i pazienti si ritrovano persino ad aver diritto ad un rimborso da parte dell’assicurazione sanitaria. In questo contesto è estremamente difficile trovare dei medici che sostengano di poter curare l’omosessualità.

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Foto di Copertina: CC0