Cannes 2017, con Bushwick Netflix approda alla Quinzaine des Réalisateurs

Jonathan Milott e Cary Murnion portano la guerra civile a Bushwick con un thriller action senza enormi pretese ma che intrattiene.

Con il thriller action Bushwick, Jonathan Milott e Cary Murnion hanno trasformato l’omonimo quartiere di Brooklyn, famoso nella realtà per essere il ritrovo di artisti e centro della “coolness” hipster del momento, nel fulcro dello scoppio di una possibile seconda guerra civile americana. Le milizie del Texas, a guida di una coalizione di altri Stati americani che chiedono la secessione dagli Stati Uniti, attaccano il piccolo quartiere considerato un tessuto debole perché multietnico, quindi facile da sottomettere allo scopo di ricattare le istituzioni americane. È all’uscita della metropolitana che incontriamo Brittany Snow, nei panni di Lucy, catapultata nel fuoco incrociato tra milizie inizialmente sconosciute e la resistenza di quartiere. Lucy sopravvive al primo duro impatto della guerra strada per strada grazie al casuale incontro con l’ex Marine Stupe, interpretato da un massiccio Dave Bautista.

Effetti speciali a basso costo

Prodotto da Netflix, e passato già al Sundance Festival di quest’anno, Bushwick è stato girato in pochissimo tempo e a basso budget. Le inquadrature serrate durante le fughe dalle milizie, dai cecchini appostati sui tetti o da semplici delinquenti che approfittano della situazione, aiutano a creare con poco quella suspence e quel senso di insicurezza che accompagnano ogni passo dei protagonisti tra seminterrati, scale e appartamenti semivuoti, grazie anche a dei lunghi finti piani sequenza, opera di Joe Hobeck. I limiti di budget sulla quantità di effetti speciali a disposizione sono stati infine aggirati anche grazie ad un attento lavoro di sound design che attraverso la suggestione sonora aiuta lo spettatore a proiettarsi nel pieno dello scenario di guerra. Le musiche sono invece state affidate al rapper Aesop Rock.

Tra Call of Duty e Cuarón

Al termine della proiezione alla Quinzaine, durante la Q&A session, Milott e Murnion hanno dichiarato di essersi ispirati non solo al cinema di Kathryn Bigelow con il suo The Hurt Locker, ma soprattutto al cinema di Alfonso Cuarón con I Figli degli Uomini e Gravity. Non manca certo nemmeno una certa somiglianza con le inquadrature e alcune dinamiche tipiche dei videogiochi come Call of Duty o Uncharted. Scritto da Nick Damici, autore di Cold in July e We Are What We Are, entrambi selezionati nelle passate edizioni della Quinzaine des Réalisateurs, insieme a Graham Reznick, Bushwick sfiora il delicato tema della convivenza interrazziale senza mai però diventare un film portatore di un messaggio preciso. Rimane infatti principalmente un film d’azione discretamente divertente, con un buon mix di momenti orientati al realismo e a mostrare la crudezza della guerra, e momenti in cui il film si concede alla leggerezza. Il personaggio di Lucy, che dovrebbe brillare come protagonista, soffre un po’ di fronte a Dave Bautista, talento che proviene dal mondo del wrestling e che riesce a rendersi credibile non solo quando fa ciò che meglio sa fare, ossia sferrare pugni, ma anche quando il suo personaggio deve mostrare sfaccettature più intime. Si può comunque perdonare al film il fatto di aver trasformato in poco tempo una studentessa di ingegneria civile, che non aveva mai preso prima di allora un’arma in mano, in una tiratrice scelta.

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