Germania, il Mein Kampf bestseller 2016: perché i tedeschi rileggono Hitler

Con 85.000 copie vendute nel 2016 la nuova edizione del Mein Kampf di Adolf Hitler supera di gran lunga tutti i pronostici e le critiche che sono seguite alla decisione dell’Istituto di Storia Contemporanea di Monaco di Baviera (IfZ) di pubblicare di nuovo il manifesto nazista dopo 70 anni, in seguito alla scadenza del divieto di pubblicazione in Germania nel gennaio dell’anno scorso.

«Il numero di vendite ci ha travolto, nessuno poteva realmente immaginarlo», così il direttore dellInstitut für Zeitgeschichte Andreas Wirsching ha commentato l’inaspettato successo della nuova edizione critica del volume all’agenzia stampa tedesca DPA. Il testo del Führer, commentato da storici ed esperti per un totale di quasi duemila pagine, è andato talmente a ruba che avrà una sesta edizione per rispondere all’alta richiesta dei lettori tedeschi. Lo stupore dell’istituto è del tutto giustificato dal fatto che inizialmente ,nel gennaio scorso, aveva proposto al pubblico tedesco una prima stampa di sole quattromila copie che, a giudicare dagli ultimi dati è stata più che ventuplicata, tanto da rientrare nella classifica dei bestseller tedeschi dell’anno del noto settimanale Der Spiegel già ad aprile 2016.

La storia del Mein Kampf

L’opera autobiografica scritta da Adolf Hitler tra il 1923 e il 1925 nel carcere di Landsberg am Lech in Baviera, dove scontava una pena di cinque anni a seguito del tentativo di colpo di Stato fallito del 9 novembre 1923, racchiude il pensiero del Führer e costituisce la base dell’ideologia nazista che sconvolse l’Europa e il mondo con la seconda guerra mondiale e portò al dramma dell’Olocausto. Pubblicato nel 1925, ebbe varie edizioni durante il periodo del Terzo Reich, raggiungendo una diffusione ufficiale di circa 12.4 milioni di copie senza contare che venne distribuita a partire dal 1936 dal regime a tutti i neosposi come regalo di nozze.

Le idee del Mein Kampf

Due i principali temi sviluppati nel testo: l’espansionismo della Germania alla conquista del Lebensraum, lo spazio vitale che il popolo tedesco, secondo la dottrina nazista, necessitava per tornare ad essere una potenza mondiale annettendo i Paesi vicini; la pulizia etnica da mettere in atto in Europa e nel mondo con lo sterminio della comunità ebraica e l’ascesa della razza ariana. Questioni che vengono regolarmente affrontate con un approccio critico nelle ore di storia nei licei e nelle scuole tedesche citando l’opera che, secondo il ministro dell’Istruzione Johanna Wanka (CDU) e l’associazione degli insegnanti tedeschi, rappresenta una fonte complessa ma «le studentesse e gli studenti avranno sicuramente domande ed è giusto che ottengano risposte durante le lezioni nelle quali deve essere possibile parlare del tema».

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L’edizione critica

Anche per questo è stata consentita e incentivata la stampa dell’edizione commentata e contestualizzata da vari studiosi del campo, che ha vinto il Society needs Science Award della Leibniz Gesellschaft con un premio di 50.000 euro per come  «riveli false le dichiarazioni e le distorsioni di Hitler, correggendo errori e spiegando il contesto storico». Lo stesso Wirsching ha affermato che sarebbe stato un rischio troppo grande pubblicare il testo non commentato, alla luce dei consensi sempre maggiori che stanno ottenendo gruppi di destra come PegidaAlternative für Deutschland.

A leggerla non sono i neonazisti

L’inaspettato successo della nuova edizione, secondo il direttore dell’Istituto, non ha aumentato le fila dei movimenti neonazisti o estremisti di destra, che non risultano gli unici o i principali lettori dell’opera. «Al contrario», – continua Wirsching – il dibattito sulla visione del mondo di Hitler e il suo approccio alla propaganda ha offerto un’opportunità per guardare alle cause e alle conseguenze delle ideologie totalitarie, in un tempo in cui le visioni autoritarie della politica e gli slogan di estrema destra stanno guadagnando terreno». I lettori del Mein Kampf in Germania non sono necessariamente neonazisti o reazionari, ma semplicemente studenti, insegnanti e persone appassionate di politica o storia contemporanea interessate alla lettura di un testo fondamentale per capire le basi del movimento che ha segnato la storia tedesca, d’Europa e del mondo.

Conoscere l’estremismo per combatterlo

Se è vero che i movimenti di estrema destra stanno allargando le loro fila in Europa, si pensi al Front National in Francia, a AfD in Germania, alla Lega Nord in Italia, all’FPÖ in Austria, riprendendo talvolta esplicitamente il Mein Kampf di Hitler come nel caso di Pegida sempre in Germania, questo non è certo dovuto alla diffusione di un testo storico commentato e contestualizzato ma a una situazione sociale ed economica che in parte somiglia a quella del ’29. Per questo la diffusione e l’aumento della lettura di testi storici come il Mein Kampf  non può e non deve spaventare l’opinione pubblica e, anzi, può essere spunto di riflessione per evitare di cadere di nuovo nel buio del totalitarismo. Se Lui è tornato o potrebbe tornare, come ipotizza il film del 2015 Er ist wieder da di David Wnedt, conoscere le origini dell’ideologia folle che lo ha condotto al potere sarà importante soprattutto per una generazione che non porta con sé il trauma della seconda guerra mondiale, e che dovrà dunque essere in grado di riconoscere un potenziale dittatore quando ne incontra uno.

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