Germania, migrante 15enne si suicida mentre la folla lo incita a saltare nel vuoto

Venerdì scorso un migrante somalo di 15 anni (17 secondo Die Welt e altre fonti) si è tolto la vita lanciandosi dal quinto piano di un centro di accoglienza a Schmölln, cittadina della Turingia a circa 60 chilometri da Lipsia. Nei pressi della struttura, poco prima che il giovane saltasse, si era raccolta una folla di persone che, secondo testimonianze dei responsabili del centro e di agenti di polizia, avrebbero filmato la scena e incoraggiato il ragazzo a buttarsi. L’episodio, ora al vaglio della polizia, è stato definito «intollerabile» dal sindaco SPD di Schmölln, Sven Schrade.

«Salta! Salta!». Secondo la testimonianza di una collaboratrice del centro avrebbero gridato queste parole alcuni cittadini di Schmölln assiepati sotto il Plattenbau che ospita la struttura. Lo racconta a Die Zeit David Hirsch, responsabile dell’organizzazione, e conferma i sospetti anche il sindaco Schrade in un’intervista alla Mitteldeutscher Rundfunk. La polizia proverà a chiarire eventuali responsabilità, ma al momento non è stata aperta alcuna indagine per istigazione al suicidio. Il giovane somalo, che soffriva di depressione ed era stato in cura presso una clinica psichiatrica, aveva dato poco prima in escandescenze e proprio per questo motivo i responsabili del centro avevano chiamato la polizia. All’arrivo degli agenti il rifugiato somalo sedeva sul davanzale di una finestra al quinto piano dell’edificio, minacciando di saltare. I poliziotti hanno provato a dissuaderlo, ma non c’è stato nulla da fare: il ragazzo si è lanciato ed è morto poco dopo per le ferite riportate.

Spettatori che filmano. Come confermato da polizia e vigili del fuoco, nei concitati momenti prima del salto diversi passanti avrebbero fotografato e filmato la scena con i loro smartphone. Gli agenti hanno intimato ai presenti di cancellare i video, ma alcuni scatti sono comunque finiti sul web, accompagnati da commenti razzisti o sprezzanti. È proprio in quegli attimi che qualcuno potrebbe aver incitato il giovane a saltare. «Se la cosa dovesse essere confermata», ha scritto sulla sua pagina Facebook il sindaco Schrade, «si tratterebbe di un episodio intollerabile. Un comportamento spregevole e disumano. Che si tratti di rifugiati o di persone del luogo siamo tutti esseri umani, un’ovvietà che non dovrebbe nemmeno essere ricordata».

Germania sempre più xenofoba. Purtroppo quello di Schmölln non è il primo caso di intolleranza xenofoba in Germania negli ultimi mesi. Soprattutto nella parte orientale del Paese, e in particolar modo in Sassonia, si sono registrati vergognosi episodi di disumanità “attiva” o “passiva” come ad esempio l’assedio al bus di migranti a Clausnitz, l’esultanza di un gruppo di cittadini di Bautzen al rogo di un hotel destinato a diventare centro di accoglienza, gli applausi dopo le percosse a quattro migranti a Francoforte sull’Oder. In generale nel 2016 sono aumentati gli attentati di matrice xenofoba contro i centri di accoglienza da parte dell’estrema destra tedesca: secondo la polizia criminale federale (BKA), fino al 17 ottobre si sono verificati 797 attacchi, quasi tutti scatenati da motivazioni politiche (non è stato così solo in 57 casi). Ma il dato forse più preoccupante è il clima di crescente normalizzazione e assuefazione in cui spesso si svolgono tanto le violenze quanto episodi drammatici come il suicidio del minorenne somalo. Perché il male radicale, come insegnano gli orrori del Secolo breve, non può mai realizzarsi senza una parte consistente della popolazione che volge lo sguardo dall’altra parte. O, peggio ancora, che applaude feroce e filma partecipe coi suoi implacabili smartphone.

Foto di copertina © YouTube – Screenshot

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