Muro di Berlino

I misteriosi nomi delle strade di Berlino e della Germania raccontano una storia che i tedeschi fanno fatica ad ascoltare

Raccontare la toponomastica in Germania significa anche confrontarsi con il suo passato.

La toponomastica non è un affare da poco. I nomi delle strade e dei luoghi comuni hanno un valore storico e simbolico, informano i cittadini del passato e delineano l’immaginario collettivo presente e futuro. Il confronto della Germania con il suo passato è una delle caratteristiche che rende la storia di questo Paese un libro non ancora finito, e ne è d’esempio le notizie che riguardano la ridenominazione di strade e piazze che ricordano personaggi da un passato controverso.

L’eredità coloniale

Mentre la società tedesca del dopoguerra si è dimostrata quasi sempre auto-critica nei confronti degli errori del nazismo, quando si parla del ruolo della Germania durante il periodo di espansione coloniale sembra che ci sia una maggiore riluttanza nel farsi carico delle colpe del paese nei paesi Africani. A Berlino continua il dibattito sull’eredità coloniale del paese, come per la fermata della metro Mohrenstraße. The Local cita altre strade come la Wissmannstraße, che deriva dall’esploratore Hermann von Wissmann, divenuto poi inviato ‘speciale’ dal Re Leopoldo II di Belgio in quella che oggi è la Repubblica Democratica del Congo vista la sua abilità nel piegare interi villaggi al volere Europeo, bruciandoli. Altri nomi ricordati per le vie di Berlino include anche quello di Adolf Lüderitz, da cui la Lüderitzstraße nel quartiere Africano di Berlino prende il nome. Mercante e personaggio politico durante gli anni spesi nella colonia dell’Africa Tedesca del Sud-Ovest, corrispondente oggi allo stato della Namibia, sfruttò e prese il controllo delle risorse e terre dei locali. Tutt’oggi in Namibia esiste la cittadina di Lüderitz, soprannominata anche la “Monaco del Deserto”. Lo stesso quartiere Africano di Berlino, l’Afrikanische Viertel, ha un passato controverso: il fondatore Carl Hagenbeck, il famoso commerciante di animali ‘esotici’ di Amburgo che coniò l’esposizione di animali rari accanto ad essere umani, sognava di rendere il quartiere un’area espositiva di animali e “esseri umani” inconsetui all’occhio tedesco.




L’assurda storia della Petersallee

In questa macabra lista di coloni spietati appare anche la Petersallee, a Berlin-Wedding, inizialmente intitolata al comandante di una provincia della colonia dell’ Africa Orientale Tedesca, Carl Peters,  inizialmente considerato un eroe e ora ricordato come “Milkono wa Damu“, l’uomo con le mani macchiate di sangue. Nel 1986 a Berlino fu deciso di mantenere il nome di Petersallee. Cambiò il nome di battesimo del Peters. Non più  Carl, Peters, ma Hans Peter, avvocato, politico e membro della resistenza contro il regime nazista.

Il ruolo della Berlin Postkolonial

Sono anni che l’associazione tedesca Berlin Postkolonial cerca di mobilitare l’attenzione pubblica verso i nomi di queste strade e l’eredità storica che si portano dietro. La proposta è di cambiare il nome delle strade in onore di personaggi che vengono da diversi paesi Africani. Eppure a dire di tanti residenti il discorso ha poca rilevanza per loro e, anzi, cambiare il nome delle strade comporterebbe una serie di intoppi burocratici che richiedono tempo ed energie. Come riportato in delle interviste fatte dalla Deutsche Welle, quando si è parlato di rinominare la Petersallee la risposta di un commerciante è stata “Non ero neanche nato quando Peters era in Africa. Non abbiamo problemi maggiori dei nomi delle strade?” e ancora “Questi nomi appartengono alla nostra comunità, al nostro quartiere, alla nostra cultura”, a dire del portavoce dei residenti dell’ Afrikanische Viertel che si sono opposti nel 2011 con una petizione che ha raccolto 1500 firme per evitare che la strada cambiasse nome. La proposta è stata però rigettata dal consiglio comunale, e ora è in corso un processo di consultazione con i cittadini che sono stati chiamati a considerare in particolare figure femminile che hanno combattuto e denunciato l’imperialismo tedesco e si sono battute per i diritti umani dei colonizzati. Come riportato dal Handelsblatt ora esiste una lista di 196 nomi che includono figure come la cantante Sud Africana Miriam Makeba, e altre figure come l’attivista politica keniota Wangari Maathai.

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Parità di genere, una lotta combattuta anche per strada

La scelta di voler dedicare i nomi di strade e piazze a personaggi femminili è una decisione che mira al raggiungimento di una vera parità di genere tra uomini e donne. E’ un dato di fatto che la stragrande maggioranza di strade e vie sia in Italia che in Germania sia totalmente sbilanciata verso gli uomini. Il New York Times riporta che nel quartiere Berlinese di Kreuzberg è stato deciso che strade e piazze dovranno essere dedicate a donne, fino a quando non sarà raggiunta totale parità con gli uomini. Infatti delle 375 strade di Kreuzberg solamente 12 sono state intitolate a figure femminili. Quando ne 2013 dovettero scegliere a chi intitolare la piazza di fronte al Museo Ebraico di Berlino i funzionari del museo proposero il filosofo Moses Mendelssohn, figura chiave dell’Illuminismo ebraico. Visto il verdetto vigente a Kreuzberg, la proposta fu rigettata e allora decisero di nominare la piazza anche a Fromet Guggenheim, moglie di Moses. La piazza oggi si chiama Fromet-und-Moses Mendelssohn Platz.

Un’assemblea comunale per controllare la toponomastica

A Friburgo, cittadina della Germania sud-occidentale, il discorso dei toponimi è una questione ancor più seria. In un articolo de Gli Stati Generali si parla di una commissione di esperti all’interno dell’amministrazione comunale ha analizzato i nomi tutte le strade e piazze della cittadina tedesca per controllare che non fossero stati intitolati a personaggi che: avessero sostenuto attivamente il nazionalsocialismo, avessero esposto teorie o azioni razziste, antisemite, militaristiche e/o di odio nei confronti delle donne. Un lavoro durato più di cinque anni e che il 28 di novembre di quest’anno è culminato con il cambiamento delle seguenti strade: la Rennerstraße, dedicata all’illustre cittadino Friburghese del 1610 che aiutava le famiglie povere della città e intanto mandava al rogo le donne considerate ‘streghe’, diventerà la Borgmannstraße, dedicata a Grete Borgmann, paladina dei diritti delle donne nonchè fondatrice dell’associazione volta a proteggerne i diritti Frauering. La Eckerstraße intitolata a Johann Alexander Ecker, esponente del socialdawinismo diventerà la Ernst-Zermelo-Straße, matematico antifascista di Friburgo. E così ancora per altre 10 strade che cambieranno il nome, 15 che manterranno il nome ma che avranno una placchetta aggiuntiva che raccontano il passato dei personaggi a cui ne è intitolata la strada.

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Photo: © roegger – Berlin Wall