I ragazzi dello Zoo di Berlino quarant’anni dopo

Quarant’anni dopo l’uscita di «Noi i ragazzi dello zoo di Berlino», romanzo di Christiane F. in cui viene raccontata la Berlino Ovest paradiso delle droghe sintetiche negli anni ’70, tre sopravvissuti si raccontano

La rivista Exberliner ha intervistato Sabine, Ralf e Teddy, tre amici di Christiane F., diventata famosa grazie al suo romanzo d’esordio negli anni ’70, in cui racconta la sua esperienza con le droghe nella cornice dell’allora Berlino Ovest, nella zona intorno allo Zoologischer Garten.

I protagonisti: Sabine

La storia di Sabine ha inizio nel 1975 al S.O.U.N.D Club, ai tempi una delle più famose discoteche berlinesi. Dopo essere cresciuta in un orfanotrofio a Reinickendorf, a 16 anni si trasferisce a Kreuzberg iniziando a vivere in case occupate. Per guadagnarsi da vivere fa la prostituta di fronte al club. È così che conosce Christiane e con lei la droga. Oggi Sabine ha 57 anni e vive a Kreuzberg. Riceve la pensione d’invalidità perché l’abuso di droghe le ha fatto venire diverse trombosi alle gambe. Ha perso i contatti con quasi tutto il giro dei tempi dello Zoo, la maggior parte di essi sono morti. «La droga ha completamente rovinato la mia salute», racconta, «durante i miei ultimi anni di dipendenza usavo farmi cocktail di eroina, cocaina e alcool. A quelli che si trovano ora nella situazione in cui mi trovavo io 40 anni fa vorrei dire di pensare al proprio futuro: io non l’ho fatto, e la mia vita è finita. Certo, mi sono divertita, ma non ne è valsa la pena».

Ralf

Ralf oggi ha 63 anni. È entrato a far parte della scena a 17 anni, a causa di sua sorella maggiore. All’inizio fumava hashish per scappare da una situazione familiare difficile, poi ha iniziato a derubare la gente, a vivere in squat con altri tossici e a frequentare il S.O.U.N.D. «Mi facevo di eroina e di Berliner Tinke, una combinazione di morfina e acido acetico. Ho passato tre mesi in carcere perché una volta insieme a dei miei amici ho assalito un pusher e ho cercato di rubargli la roba. Una volta uscito un amico mi ha convinto a passare due settimane di ritiro in una fattoria fuori Berlino. È stato un periodo interessante: ho iniziato seriamente a riflettere se sarei stato io a influenzare il corso della mia vita, o se sarebbero state le droghe a farlo per me». Tornato in città, Ralf ha trovato la fede. Si è sposato, nel 1982 ha scritto un libro, “Spiegelbilder: eine Antwort an die Kinder vom Bahnhof Zoo” una risposta aperta al romanzo di Christiane F. Oggi  Ralf lavora per un’azienda di computer. Il suo pensiero attuale? È  contrario ad ogni genere di droga, pure la marijuana: «I movimenti per la legalizzazione non si rendono conto delle conseguenze che questo potrebbe avere sulla società».

[adrotate banner=”34″]

Teddy

Teddy, entrato a far parte della crew dello Zoo alla tenera età di 8 anni, ha passato quasi vent’anni della sua vita da senzatetto. Abbandonato da sua madre quando era giovanissimo, scappa dall’orfanotrofio e finisce per frequentare la zona intorno la fermata dello Zoo, dove conosce Christiane. «È stata una sorta di matrigna per me», dice. All’epoca Christiane aveva 16 anni e viveva assieme al suo fidanzato Detlef. Durante l’adolescenza Teddy viene adottato da una famiglia e si trasferisce nella Germania del sud. Appena ventenne torna nella capitale, ritrova il gruppo dell’infanzia e inizia a vendere droga di fronte al famoso S.O.U.N.D. «Tutto era e continua ad essere più economico a Berlino che altrove. Per comprarmi la droga usavo vendere pillole che a Berlino vendevano per due marchi, e io le rivendevo per cinque ad Amburgo». Oggi Teddy ha 47 anni e vive ad Ahrensfelde, in un appartamento pagato dal Jobcenter. Vende la rivista Motz per strada dal 1995, e ne ricava fino a 50€ al giorno. «Ai tempi dello Zoo non esisteva una rivista del genere con cui guadagnarsi da vivere: era penoso vedere ragazzi fingersi omosessuali per andare con gli uomini per comprarsi la roba, e ragazzine quindicenni già infette di HIV», racconta. «Qualche volta incontro Christiane per strada, ma sembra non avere voglia di parlare del passato».

L’autrice: Christiane Felscherinow, ovvero Christiane F.

Nel 1978 due giornalisti decidono di pubblicare la storia di Christiane Felscherinow, ragazza cresciuta negli anni ’70 nella periferia di Neukölln. Il romanzo riscuote cosi tanto successo da diventare anche un film nel 1981. Nel 2013 pubblica un secondo romanzo, “Mein zweites Leben”, in cui racconta di quando è diventata madre e ha conseguentemente perso la custodia, a quando nel 1990 si è iscritta a un programma di riabilitazione. Nonostante un successo iniziale legato al nome dell’autrice, il libro è stato un flop. Oggi Christiane ha 55 anni e vive vicino ad Hermannplatz, dove spesso la si può trovare a passeggio coi suoi cani.

Leggi anche: Una madre tedesca racconta come suo figlio sia diventato un terrorista dell’Isis

[adrotate banner=”39″]
Berlino Schule tedesco a Berlino

SEGUI TUTTE LE NEWS SU BERLINO, SEGUI BERLINO MAGAZINE SU FACEBOOK

[adrotate banner=”34″]

Immagine di copertina: © YouTube