faust

Il canto d’amore di Margherita, uno dei brani più belli del Faust di Goethe

Un grande classico della letteratura tedesca: testo originale, traduzione in italiano e la bellissima interpretazione del pezzo della pianista cinese Yuja Wang

E’ tratto dal Faust I questo bellissimo canto. Faust si è invaghito della giovane e bellissima Margherita e grazie all’aiuto del diavolo Mefistofele è riuscito a sedurla. Dopo aver ceduto a lui, Gretchen (diminutivo di Margherete, Margherita) esprime in questo passaggio il suo sentimento d’amore nonché la disperazione e lo smarrimento che l’uomo misterioso ha causato nella sua vita precedentemente tranquilla. Il ricordo tenero e passionale dei baci si mischia al timore, o forse già certezza, di essere stata abbandonata da lui, mentre l’idea della morte negli ultimi versi presagisce tristemente il suo destino. Il canto fu musicato da Schubert, sotto ne proponiamo in video la bellissima interpretazione della pianista cinese Yuja Wang.

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Canto di Margherita all’arcolaio

Pesa il mio cuore
pace non ho:
né mai più in terra
la troverò.

Trovo una tomba
ov’ei non è.
Veleno il mondo
fatto è per me.

Povero capo,
com’è stravolto!
Ogni mio senso
rotto, sconvolto!

Pesa il mio cuore,
pace non ho:
né mai più in terra
la troverò.

Dalla finestra
lui solo aspetto;
verso lui solo
s’esco, mi affretto.

Il passo altero,
l’alta figura,
il bel sorriso,
lo sguardo fiero!

Sono un incanto
quel suo parlare,
la sua carezza,
quel suo baciare.

Pesa il mio cuore,
pace non ho:
né mai più in terra
la troverò.

Per lui divampo
tutta in ardore.
Poterlo stringere,
forte, al mio cuore.

Baciarlo a lungo
sino a sfinire.
Sotto i suoi baci
poter morire.

(da Faust, trad. in Goethe, Opere, Sansoni, Firenze 1962)

Gretchen am Spinnrade

Meine Ruh’ ist hin,
Mein Herz ist schwer,
Ich finde sie nimmer
Und nimmermehr.

Wo ich ihn nicht hab
Ist mir das Grab,
Die ganze Welt
Ist mir vergällt.

Mein armer Kopf
Ist mir verrückt,
Mein armer Sinn
Ist mir zerstückt.

Meine Ruh’ ist hin,
Mein Herz ist schwer,
Ich finde sie nimmer
Und nimmermehr.

Nach ihm nur schau ich
Zum Fenster hinaus,
Nach ihm nur geh ich
Aus dem Haus.

Sein hoher Gang,
Sein’ edle Gestalt,
Seine Mundes Lächeln,
Seiner Augen Gewalt,

Und seiner Rede
Zauberfluß,
Sein Händedruck,
Und ach, sein Kuß!

Meine Ruh’ ist hin,
Mein Herz ist schwer,
Ich finde sie nimmer
Und nimmermehr.

Mein Busen drängt sich
Nach ihm hin.
Ach dürft ich fassen
Und halten ihn,

Und küssen ihn,
So wie ich wollt,
An seinen Küssen
Vergehen sollt!

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