Il governo della Merkel rischia di cadere perché tollerante verso i migranti

La coalizione di governo guidata da Angela Merkel è in crisi per via di un’accesa discussione intorno alla questione dei richiedenti asilo.

La decisione di Salvini di chiudere i porti, nel bene e (soprattutto) nel male, ha fatto scalpore. La questione della gestione dei flussi migratori è diventata oggetto di serio dibattito anche in altri Paesi europei, in particolare in Germania. Da alcuni giorni infatti prosegue un’accanita disputa all’interno della coalizione di governo tedesca. Una crisi che potrebbe rivelarsi fatale per la sopravvivenza del governo stesso. Le due figure leader dello scontro sono la Cancelliera tedesca Angela Merkel – esponente di spicco della CDU (Unione Cristiano-Democratica) – e Horst Seehofer, capo del partito bavarese CSU (Unione Cristiano-Sociale) e Ministro federale degli Interni tedesco. L’oggetto principale della disputa riguarda i migranti e i richiedenti asilo, con la Cancelliera che tenta una politica autenticamente comunitaria, di concerto con gli altri paesi UE.

Il mea culpa di Merkel

La cancelliera tedesca si era già esposta in occasione della chiusura dei porti da parte del Ministro degli Interni italiano Matteo Salvini: «L’Italia è stata lasciata da sola sulla questione dei migranti». Angela Merkel fa quindi ammissione di colpa e propone nuovamente solidarietà e cooperazione di respiro profondamente europeo. Un atteggiamento che la Cancelliera ha già mostrato in passato. In particolare durante la crisi migratoria dell’estate 2015. La Cancelliera aveva inoltre fatto sì che le persone che avevano già fatto richiesta di asilo politico in un altro Paese UE potessero fare richiesta anche in Germania. Questo contravverrebbe a quanto concordato  con il Trattato di Dublino, per cui i rifugiati possono fare richiesta di asilo solo nel primo Paese in cui arrivano. Tuttavia, la politica di Merkel sembra di fatto venire incontro alle sempre più incalzanti esigenze di modifica del Trattato da parte dei Paesi mediterranei, come l’Italia e la Grecia.

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Le posizioni dell Cancelliera e del Ministro degli Interni

Horst Seehofer, che porta avanti una decisione unanime della direzione CSU, ha molto insistito nei giorni scorsi per ottenere il via libera per respingere dalla Germania i rifugiati che hanno già presentato domanda di asilo in un altro Paese. Merkel però rifiuta la proposta, considerandola unilaterale nazionale. La Cancelliera vorrebbe infatti raggiungere una soluzione al problema dell’immigrazione elaborando un piano generale condiviso con gli altri partner europei. Tuttavia, la strategia di Seehofer potrebbe mettere in serio pericolo il governo federale nero-rosso dopo solo 3 mesi dal suo inizio. Le richieste del Ministro degli Interni tedesco potrebbero fondarsi sulla paura di perdere ulteriori voti alle consultazioni elettorali del 2019. La CSU e la CDU infatti avevano perso una considerevole fetta dell’elettorato, confluito nell’estrema destra xenofoba e antieuropeista. Seehofer forse vuole arginare questa emorragia di voti, per esempio con politiche di chiusura nei confronti dei migranti e dei richiedenti asilo.

Gli ultimi aggiornamenti

Da quanto riporta il Sole 24 Ore, Seehofer ha abbandonato l’idea di non accogliere le richieste dei migranti che hanno già fatto richiesta di asilo in uno dei Paesi Ue, e ha concesso alla Cancelliera che le eventuali riforme in materia di immigrazione e asilo politico siano lente e graduali. Ora Merkel ha tempo fino alla fine del mese di giugno per elaborare una soluzione. La Cancelliera sta appunto lavorando a un nuovo documento, in occasione di un vertice speciale di diversi Paesi europei che si terrà a breve sulla politica dei rifugiati. L’incontro degli Stati membri dell’Unione particolarmente colpiti dalla crisi dei rifugiati dovrebbe aver luogo prima del vertice UE del 28 e 29 giugno, ha riferito il quotidiano Bild. Di conseguenza, oltre alla Germania, parteciperanno tra gli altri Grecia, Italia e Austria.

La crisi non è ancora risolta

Ma tanto la stampa italiana quanto quella tedesca, come Online Focus, sembrano escludere che la tempesta sia solo un brutto ricordo. Sembra anzi che a rischio ci sia ancora la sopravvivenza del governo guidato da Merkel. CSU e CDU sono ancora lontani da un accordo. Infatti, domenica scorsa si sono confrontati come due fazioni avversarie, dopo 60 anni di fronte comune. Alcune dichiarazioni sono state abbastanza pesanti. Seehofer avrebbe infatti detto riguardo a Merkel, durante un incontro ristretto tra capi CDU e CSU: «Non posso più lavorare con la signora» («Kann mit der Frau nicht mehr arbeiten»). Questo riporta il giornale Die Welt.


Il testo del tweet del presidente Trump, in cui si legge anche che la criminalità sarebbe aumentata in Germania. Notizia falsa smentita anche da testate americane come il New York Times. Le statistiche al contrario mostrano che il numero di reati in Germania è radicalmente diminuito negli ultimi anni.

Gli attacchi esterni

La Cancelliera peraltro non si trova solo nel mirino degli “alleati” del suo governo. Accuse contro la Germania provengono da più nazioni europee: basti pensare alle dichiarazioni del periodo delle elezioni da parte di Salvini o dei 5 Stelle. Contro la Merkel attacchi anche dal presidente statunitense Trump, che non ha mai dimostrato simpatia verso la Cancelliera tedesca, in particolare dopo l’incontro del G7. Nei suoi tweet, Trump afferma che la politica sui migranti della Merkel sta mettendo in ginocchio la Germania, e non può esimersi dal riportare alcuni dati totalmente falsi. L’aumento della criminalità in Germania gridato da Trump infatti contraddice tutte le statistiche. Ma se cadesse il governo tedesco, cosa succederebbe in Europa? Tuttavia, c’è la possibilità che la Cancelliera tedesca abbia tutte le risorse per resistere adeguatamente alla crisi. Il gruppo parlamentare dei Verdi, inoltre, sembra aver mostrato una certa apertura verso la possibilità di sostenere il governo Merkel.

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Immagine di copertina: © Pixabay CC0