Graffiti sovietici

Il mistero dei graffiti sovietici sul Reichstag di Berlino

Berlino, 1945: i soldati russi lasciano il segno del loro passaggio sulle pareti del Reichstag tedesco tramite alcuni graffiti

Oggi simbolo di Berlino, il Reichstag è tra gli edifici tedeschi ad aver assistito, o fatto da sfondo, a eventi storici che hanno spesso cambiato le sorti della Germania. Era il 2 maggio 1945, quando sul suo tetto veniva issata la bandiera russa che sanciva la vittoria del popolo sovietico contro la Germania nazista. La fotografia, che ne ha immortalato il momento, è diventata il simbolo della fine di una guerra. Ma quel giorno è rimasto scolpito anche nelle pareti del Reichstag. Non tutti infatti sanno che al suo interno, il Reichstag conserva ancora graffiti e sfregi lasciati dai soldati russi, sui quali si può leggere l’atto finale di quella assurda guerra.

Una ricostruzione che riscopre il passato

All’indomani della riunificazione della Germania, la sede del Parlamento tedesco venne trasferita da Bonn allo storico edificio del Reichstag di Berlino. Il palazzo notevolmente danneggiato dalla guerra e dai successivi interventi di demolizione di alcune delle sue parti, venne affidato, nel 1995, al progetto di ricostruzione dell’architetto britannico Norman Foster. E fu proprio in questa occasione che venne alla luce l’ossatura del vecchio Reichstag, che aveva ben conservato i graffiti e le scritte in cirillico lasciate dai soldati sovietici nel 1945. Riflessioni e parole scritte di getto da giovani soldati dell’armata rossa. Tratti di gesso e di carbone. Segni di giovani frastornati, provati dal dolore e dalla fatica della guerra, ma nonostante tutto euforici in quanto vittoriosi. Una vittoria che si volle celebrare anche sulle pareti del Reichstag. Tra i buchi lasciati dai proiettili, si possono infatti leggere: nomi, imprecazioni contro la guerra, contro Hitler e messaggi di gioia per la morte scampata. Questo il contenuto di quei graffiti, che ancora oggi è possibile osservare in visita al Reichstag.

Condividere la memoria per ripartire

Quando questi graffiti vennero rinvenuti, le controversie relative alla loro esposizione al pubblico o alla loro cancellazione furono però immediate. Tra i parlamentari della nuova Germania riunificata, c’era infatti chi riteneva fosse oltraggioso per la Germania conservare tali reperti, in quanto avrebbero rappresentato una nuova umiliazione per il popolo tedesco. Graffiti come: “Germania a morte”, “I Russi sono stati qui e hanno battuto nuovamente la Germania” erano per alcuni parlamentari della nascente Germania troppo offensivi per la dignità di un paese che tentava di rialzarsi e di intraprendere un nuovo percorso. La definitiva decisione di non coprire questi graffiti arrivò da Rita Süssmuth. L’allora presidente del parlamento tedesco sosteneva, infatti, che solo mostrando le ferite dei traumi passati, preservando i ricordi e condividendoli si poteva ripartire più forti di prima.

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Foto di copertina: Graffiti by Soviet soldiers by ptwo © CC BY 2.0

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