Iosonouncane: «Berlino? Felice del concerto, ma il mio sogno è tornare a vivere in Sardegna»

Fronte sulle rive lontane,
si risveglia la sete
nel mattino trascinato dagli alberi.
Del primo giorno che si perde nel sale,
risvegliata la sete,
sulla riva tornerà corpo vivo fra gli alberi.
Per stendermi al sole, per stendermi al sole

Stormi – Iosonouncane (2014)

«Il primo posto tra gli album più belli del 2015 datomi da molte riviste di musica? Logico che faccia piacere, ma per carattere tendo a ridimensionare tutto, sono molto concentrato sul lavoro e tanto mi basta per non pensare a come sia stato recepito o di come se ne parli in giro». Ogni parola è pensata, ogni discorso circoscritto, nessuna sbavatura. È così nei testi delle sue canzoni, è così al telefono quando noi di Berlino Magazine lo intervistiamo per parlarci un po’ del concerto che lo vedrà protagonista mercoledì 27 gennaio all’Acud di Berlino. Parliamo di Jacopo Incani, alias Iosonouncane, classe 1983, nato a Bugerru, provincia di Carbonia-Iglesias (Sardegna), ma da anni residente a Bologna, da molti – e noi lo confermiamo – musicista italiano dell’anno. Il suo secondo album, Die, è stato reputato il migliore del 2015 da Rock.it e da Rockol ed inserito tra i migliori 15 da GQ Italia mentre Giovanni Ansaldo su Internazionale lo definisce così: “Ogni tanto, per fortuna, escono ancora dischi in grado di sorprendere. Album che rompono la monotonia, riuscendo ad aprire nuovi orizzonti per la musica italiana…forse tra qualche anno sarà considerato un classico della musica italiana”. L’album è una luinga suite di 38 minuti suddivisa in sei canzoni che, assieme, compongono la storia di una coppia e dei loro pensieri. Lui si trova in mezzo al mare con il timore di morire, lei sulla costa ad osservare ciò che accadrà. «I miei punti di riferimento sono il cantautorato italiano degli anni ’70, Luigi Tenco in primis, e la musica psichedelica anni ’60, primi anni ’70».«Cosa ha stupito del mio album? Forse il fatto che in Italia molti musicisti si concentrino o sui testi o sulla melodia. Io ho cercato di lavorare attentamente su entrambi gli aspetti, evitando di essere autoreferenziale».

Suonare fuori dall’Italia. «È la prima volta che mi esibisco all’estero. Non c’è una ragione precisa per cui abbiamo scelto la capitale tedesca invece di un’altra città per iniziare. A Berlino ci volevo venire già da prima, non ci sono mai stato, ci rimarrò purtroppo meno di 24 ore, non il tempo sufficiente per visitarla come si deve».

Il concerto di Berlino rischia di essere solo per italiani all’estero? «Se così fosse andrebbe bene lo stesso, ma la speranza futura è di cercare di arrivare anche ad un pubblico internazionale. Certo sono schiavo della mia lingua, ma in futuro non escludo di potere cantare anche in inglese. Anche se prima vorrei provare con il sardo. Non penso però che potrei mai trasferirmi all’estero. Non perché dell’Italia me ne freghi qualcosa, capisco perché molti miei coetanei e colleghi lo abbiano fatto, ma per me già vivere a Bologna significa essere lontano dalla mia terra, il mio sogno è di tornare a vivere in Sardegna. È una delle poche certezze della mia vita: la mia origine. Se non l’ho fatto finora è per problemi logisitici, non è facile organizzare tour e viaggi di lavoro da lì».

Die, il titolo dell’album ha legami con l’articolo Die tedesco?.«Sì e no. Ho scelto questo titolo perché ha tre significati diversi a seconda della lingua. In sardo significa giorno, in inglese morire, in tedesco lei. La polivalenza semantica del titolo è legata indissolubilmente al concept tematico dell’album: in pieno giorno un uomo è sul punto di morire in mezzo al mare e ad aspettarlo sulla terraferma c’è una lei. L’animo dell’album è molto al femminile, non solo per le voci degli arrangiamenti, ma nel punto di vista assunto in metà dei testi delle canzoni».

Die è un mix di elettronica, canzone d’autore, pop, sperimentazione, drone, folk e psychedelia. «Ma quando scrivo e compongo non penso ai generi, mi lascio andare. Mi piace molto l’elettronica e la techno, ma, ad esempio, non saprei nominare qualcuno della scena contemporanea che mi piaccia e di cui mi ricordi il nome.»

IOSONOUNCANE – CONCERTO DI BERLINO

Mercoledì 27 gennaio alle ore 20:00

presso l’Acud Macht Neu

Veteranenstraße 21, 10119 Berlino

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Biglietti 11 € alla cassa

o 9 € presso Wale Café (Hobrechtstrasse 24 – ) e Koka (Oranienstr. 29)

Online 8.80 €, acquistabili qui

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COVER PHOTO: ©Silvia Cesari

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