Komet Bernhard, il nonno techno di Berlino che balla tutta la notte. Senza droghe

Fino al 1988 Bernhard Enste era un falegname che viveva a Magonza (Mainz). Un lavoratore come tanti: famiglia, casa di proprietà, macchina. Ma, alle soglie del quarantesimo compleanno, una grave forma di cancro gli strappò via il figlio e mise in crisi il suo matrimonio. Bernhard decise allora che la sua vita, così, non era più tollerabile; che doveva cambiare pelle come un dio antico e consacrare il resto dei suoi giorni alla festa. Da allora è diventato Komet Bernhard, icona techno che, lasciata Mainz, dal 1999 vive (e spopola) nei migliori club di Berlino.

Il nonno techno

Oggi Komet, classe 1948, ha una vitalità che farebbe invidia a molti ragazzini. Con il suo fisico smilzo, la bocca sdentata e la lunga barba bianca, sembra un po’ un satiro, un po’ un filosofo cinico. Ma il suo stile di vita è tutt’altro che ascetico: in giro lo chiamano Techno Opa, il nonno techno, e secondo alcuni è il simbolo indiscusso della voglia di vivere e divertirsi che si respira in città. La pensa così anche Oliver Rath, il fotografo di Heidelberg che ne immortala le imprese, ormai da anni. Tra serate, after, open-air. Finchè la notte non fa di nuovo posto al giorno.

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«Droghe? No, grazie, mi bastano i baci delle donne»

Ma come fa un 67enne a tirare tardi tutta la notte e a ballare con l’energia di un ragazzino? Qualche aiutino sintetico sembrerebbe indispensabile. Non per Komet: «droghe? Non ne ho bisogno, da bambino devo essere caduto nell’elisir di giovinezza. Non prendo niente, ma le donne mi baciano e questo basta a darmi tutta l’energia di cui ho bisogno. E sono indignato che in giro dopo le 22 ci siano così poche persone della mia età», ha dichiarato alla B.Z..

«La vera generazione bruciata è la mia»

Altro che i giovani d’oggi; è la sua, per Bernhard, la vera generazione bruciata: «molti sono crollati, hanno preso droghe pessime e creduto di salvare l’umanità con l’LSD. Ma non ce l’hanno fatta. Ora pensano solo ai soldi e alla pensione, per questo non li si vede più in giro. Io invece ballo per vivere; la vita notturna fa parte della mia strategia di sopravvivenza».

Fenomeno virale

Un tempo Komet poteva sembrare uno stravagante, tra clubber che, mediamente, sono più giovani di lui di 40 anni. Ma poi, sul dance floor, si sono talmente abituati alla sua carica vitale che molti locali e festival – non solo berlinesi – hanno cominciato a invitarlo alle serate pagandogli ingresso e albergo. É diventato così una sorta di fenomeno virale: diverse band tedesche se lo portano in tour, fa alcune comparsate in video musicali, gli dedicano un piccolo festival sulla Spree, girano documentari sulla sua vita. Il partito «per il cambiamento» Vera lo inserisce addirittura tra le sue fila, come riportato da Berliner Zeitung.

Come Sisifo

Un tempo Komet Bernhard aveva una situazione economica piuttosto agiata, qualche proprietà immobiliare, anche un piccolo podere a nord di Berlino. Oggi vive di 200 euro di pensione al mese, oltre ai contributi dell’assistenza sociale. Ogni tanto si dedica ancora alla falegnameria, intagliando soprattutto cornici di legno. Ma la cosa non gli interessa più di tanto: «io sono come Sisifo, ricomincio sempre daccapo, da sotto», spiega alludendo all’eroe della mitologia greca costretto a spingere per l’eternità lo stesso masso destinato a rotolare nuovamente a valle. Tra colpi del destino, tracolli finanziari, tragedie familiari, Bernhard è stato più volte vicino alla soglia della distruzione. «Ma ora, se chiudo gli occhi, riesco a essere più indifferente e sereno. Mi sento un tutt’uno con le persone che ho conosciuto e che ho amato, con la mia famiglia, i miei amici. Vado alla deriva, ma in senso buono, e percepisco quanto Berlino mi abbia accolto bene».

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