Køpi 137: lo squat più famoso d’Europa festeggia i 25 anni con una settimana di eventi

Discussioni, cinema, cibo vegan, mostre, esibizioni e soprattutto concerti punk. Il Køpi, leggendario squat di Berlino famoso in tutto il mondo, festeggia i 25 anni di autogestione con una settimana di eventi, sino al 22 febbraio. Una grande festa per celebrare una delle occupazioni più longeve della città, il cui futuro risulta tuttavia incerto, nonostante la legalizzazione dello spazio avvenuta nel 2008. L’annunciato piano di riqualificazione dell’area, già interessata da fenomeni di gentrification, potrebbe infatti cancellare anche uno dei pochi resti della resistenza berlinese degli anni ’90.

Il 23 febbraio del 1990 iniziava l’occupazione del Køpi, al 137 di Köpenicker Straße. A distanza di pochi mesi dalla caduta del muro, un gruppo di squatter “occidentali” occupa l’ex Fürstenhof, un complesso abitativo per gli ufficiali del Reich, impedendone la demolizione e dando il via a un progetto abitativo autonomo e a un centro culturale. Situato ai bordi di una terra di nessuno, nella zona di confine tra Est e Ovest, proprio dove correva il muro, l’edificio di cinque piani ha ripreso pian piano vita, ospitando una parete di arrampicata (fra le più vecchie della città), un laboratorio di serigrafia e stampa per opere d’arte e documenti, diverse sale per i concerti, uno studio di registrazione, un bar con cucina e uno spazio per il cinema dal nome indovinatissimo, “Peliculoso”. L’area esterna ai lati della casa ospita invece un grande Wagenplatz, un parcheggio per camion, roulotte e altri mezzi di trasporto usati come abitazioni da una comunità temporanea di viaggiatori, vagabondi e soggetti nomadi.

Molto più di un’autocelebrazione: oltre a ripercorrerne la lunga storia, costellata di cause giudiziarie con la Commerzbank e vari passaggi di proprietà, discutendone insieme agli occupanti della prima ora e tramite la proiezione del documentario “10 Jahre Köpi”, visionabile online a questo link, il programma di eventi prevede, nella prima metà della settimana, una serie di incontri e discussioni collettive tra attivisti internazionali, per ragionare sull’occupazione come strumento politico e su come organizzare collettivamente gli spazi al fine di mantenerli o crearne di nuovi. A partire invece da giovedì, con il Birthday Gala queer, si susseguono le occasioni di intrattenimento, con cabaret, performance, spettacoli, mostre, film, fino all’esplosione del weekend, con un’intensa line-up di concerti distribuiti su 3 sale (dal Rap al Death Metal passando ovviamente per il Punk e i suoi sottogeneri), l’immancabile karaoke dove vengono rispolverati i classici del punk e il soliparty nel finale.

Cosa significano 25 anni di autogestione libertaria nel cuore di Kreuzberg? La fama del Køpi ha valicato da tempo i confini della Germania, finendo persino, forse suo malgrado, per essere citato nelle guide turistiche della città, tra una passeggiata all’East Side Gallery e una tappa da Burgermeister… Può un’esperienza come quella del Køpi conservare nel tempo la sua autenticità, al di là dell’estetica fedelmente riprodotta dello squat anarcho-punk? E in generale, cosa succede alle controculture quando la dimensione della metropoli restituisce loro un enorme successo? Finiscono per riprodurre se stesse all’infinito, finendo per essere assorbite dal mercato e svuotandosi del loro significato originario, come denuncia Banksy in certi suoi stencil sul tema del capitalismo?

Domande buone, forse, per qualche speculazione filosofica, ma che di certo non cambiano la realtà di chi davvero gli spazi li attraversa e li autogestisce, che sia a Berlino o in una qualsiasi città della provincia italiana, portando avanti con sempre maggiore fatica nuove forme di relazione e di produzione culturale, ideali e sogni, ripagato dal semplice fatto di vedere realizzate in un piccolo progetto le proprie utopie, fosse anche solo per il tempo di una serata.

Dopo 25 anni, il Køpi continua ad essere uno spazio restituito alla città che ospita iniziative culturali non a scopo di lucro, dai workshop di serigrafia ai corsi di autodifesa, così come una miriade di eventi musicali. Uno spazio per praticare nuove forme di vita comunitaria. Uno spazio simbolo della resistenza di Berlino contro l’avanzare del capitalismo e della speculazione edilizia, tra gli ultimi baluardi di quella sperimentazione dal sapore un po’ retrò che conserva intatto il gusto per la ricerca della libertà. C’è ancora un buon motivo per festeggiare in città.

KØPI 137
Köpenicker Straße 137 – 10179 Berlin
http://www.koepi137.net/
Il programma della sette giorni può essere consultato sul sito Stressfaktor

la foto è di © Pier Luigi Fagioli