La Germania toglie il segreto sulla colonia nazista nel Cile di Pinochet. Anche grazie a un film

Il dossier segretissimo è stato svelato. Il governo della cancelliera Angela Merkel, come riporta l’Ansa, ha deciso di rendere pubblica in anticipo la storia dell’insediamento tedesco in Cile Colonia Dignidad, oggi conosciuto anche come Villa Baviera. È qui che nel dopoguerra si nascosero circa 300 gerarchi nazisti e il medico Joseph Mengele, autore delle atroci sperimentazioni sui deportati di Auschwitz, e che gli oppositori del dittatore Augusto Pinochet venivano torturati e fatti sparire. Ad accelerare la decisione del governo è stata l’opinione pubblica tedesca, scossa anche dal film-inchiesta Colonia Dignidad – Es gibt kein Zurück del regista premio Oscar Florian Gallenberger, con Emma Watson e Daniel Brühl, che verrà proiettato in Italia da giovedì 26 maggio 2016.

Il film-inchiesta. Anno 1973, Daniel (Daniel Brühl) è un fotografo tedesco e si trova in Cile come collaboratore del governo socialista di Salvador Allende. Durante il colpo di Stato militare dell’11 settembre di Augusto Pinochet, viene arrestato insieme alla sua fidanzata Lena (Emma Watson), assistente di volo della Lufthansa in sosta a Santiago. I due giovani, insieme ad altri prigionieri, vengono trasferiti all’Estadio Nacional de Chile, da cui Daniel viene portato via in ambulanza. Lena, fingendosi malata, si mette alla ricerca del suo fidanzato, scoprendo che è stato spostato a Colonia Dignidad, presentata come una comunità missionaria guidata dal predicatore tedesco Paul Schäfer, ma che in realtà nasconde tutt’altro. Proiettato in Germania nello scorso febbraio e visionato anche dal ministero degli Esteri di Berlino, il film tocca anche un capitolo di storia italiana, poiché tra i desaparecidos del regime di Pinochet, deportati proprio a Colonia Dignidad, si trova anche l’italiano Juan Bosco Maino Canales, il cui nome è stato ritrovato nei documenti del processo ai criminali del Piano Condor.

I documenti. A Colonia Dignidad, come riporta il Nortwest Research, comandava Paul Schäfer, ex caporale delle SS con un occhio di vetro causato da una ferita autoinflittasi. Fuggì dalla Germania nel 1961 perché ricercato per violenze sessuali su orfani disabili e divenne il mentore dei 300 tedeschi della colonia cilena, che riuscì a reclutare precedentemente nella sua setta religiosa in Germania. La comunità predicava un’austera forma di cristianesimo con commistioni di paganesimo teutonico, e prevedeva un abbigliamento tedesco anni ’40. Gli uomini e le donne dovevano vivere in edifici separati e i figli dovevano essere tolti ai propri genitori e cresciuti dalle zie. La disciplina veniva prima di tutto e i membri della setta lavoravano numerose ore al giorno per costruire una comunità operosa e autosufficiente. Con l’inizio della dittatura cilena del 1973, il caporale trovò l’appoggio di Augusto Pinochet, tant’è che la polizia segreta Dina tenne nascoste tutte le efferatezze che vennero compiute nella colonia, che divenne così un lager per i cileni oppositori, internati dagli “squadroni della morte” e divenuti poi desaparecidos. In seguito alla caduta del regime di Pinochet, privo di protezioni, Schäfer dovette lasciare il Cile nel 1997, poiché perseguitato dalle autorità per aver molestato 26 bambini. Finì la sua corsa nel 2005 quando venne arrestato in Argentina e estradato in Cile, dove è morto dietro le sbarre del penitenziario di Santiago, il 24 aprile 2010. A dar man forte alle operazioni di Schäfer c’era anche l’ex pilota della Luftwaffe Hermann Schimdt, che protesse decine di nazisti scappati in Cile, Argentina e Paraguay subito dopo la guerra.

La colonia oggi. Colonia Dignidad, come racconta Il Corriere della Sera, esiste ancora ma è diventata una sorta di villaggio turistico col nome di Villa Baviera grazie al piano di modernizzazione dell’attuale leader Peter Müller, che ha aperto la colonia e ha permesso ai più giovani di uscire dal paese per andare a studiare altrove. Il 26 agosto 2005 le autorità locali hanno preso controllo della zona e delle proprietà in relazione all’investigazione sui leader precedenti. Da quel momento la gestione è stata affidata a un avvocato di Stato. Oggi si contano circa 120 abitanti, come riporta Der Spiegel, che si dividono tra i pionieri, oggi ottantenni che nel 1961 arrivarono in Cile con Schäfer, e i loro discendenti. Sebbene oggi non vi siano più legami con un passato ancora scomodo, le polemiche continuano: due anni fa i cittadini cileni si sono indignati in seguito alla notizia di quattro tedeschi, dirigenti della comunità, a piede libero nelle Ande nonostante la condanna per sequestro e complicità in violenze sessuali contro minori, associazione a delinquere e altri reati finanziari. Nell’aprile 2006 gli ex membri della colonia si sono pubblicamente scusati e hanno chiesto perdono per tutti gli abusi commessi sui minori e altri reati, in una lettera pubblicata su El Mercurio, uno dei principali giornali cileni, sostenendo che Paul Schäfer li aveva soggiogati moralmente e fisicamente, molestando i loro stessi figli.

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 Foto di copertina © kino.de