Le contraddizioni di quella Germania che “silenziosamente” vende armi all’Arabia Saudita

Secondo quanto pubblicato di recente dallo Spiegel, il governo federale tedesco ha approvato una consistente fornitura di spolette da destinare all’Arabia Saudita, attualmente in guerra contro lo Yemen. La storica testata tedesca si chiede quindi se è possibile che armi di produzione tedesca vengano utilizzate in questo conflitto, che si svolge sulla scia della tragedia in Siria ed in cui quasi ogni giorno vengono sganciate bombe da parte di un’alleanza di Stati arabi guidati dal regno saudita. Ciò ha provocato la fuga di tre milioni di yemeniti dal loro paese.

La decisione. Il Consiglio Federale di Sicurezza tedesco (BSR), sotto la guida della cancelliera Angela Merkel (CDU) e del Ministro dell’Economia Sigmar Gabriel (SPD), ha stabilito che fornirà alla Francia 41.644 esemplari delle cosiddette spolette multifunzione d’artiglieria, che saranno poi sicuramente destinate all’Arabia Saudita. In questo modo i signori della guerra saudita beneficeranno della tecnologia bellica tedesca e ciò favorirà la Junghans Microtec, azienda del Baden-Württemberg e tra i leader mondiali nella produzione di spolette e detonatori. L’esportazione di questo tipo di spolette rappresenta uno dei punti più critici all’interno della lunga lista del Consiglio Federale di Sicurezza che è stata inviata ai parlamentari del Bundestag. In questa lista, inoltre, è presente un altro progetto destinato all’esportazione di armi. Si tratta di alcuni componenti elettronici che andranno a costituire un centro mobile di addestramento al combattimento e che saranno consegnati agli Emirati Arabi Uniti dal Gruppo Rheinmetall, con base a Düsseldorf.

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Le critiche. L’opposizione parlamentare tedesca reputa la lista presentata dal Consiglio Federale di Sicurezza un fallimento per la linea promessa da Gabriel nell’esportazione di armi. Il ministro, infatti, aveva inizialmente stabilito l’interruzione di questo tipo di esportazioni verso Paesi al di fuori della NATO. «Consegnando ai sauditi spolette d’artiglieria, il governo tedesco diventa direttamente complice delle morti in Yemen» ha dichiarato Jan van Aken, politico di Die Linke ed esperto in materia di difesa. Quest’ultimo ha anche ricordato che il ministro Gabriel impedì pochi anni fa l’esportazione di un centro mobile di addestramento al combattimento in Russia. Un’altra critica sollevata dall’opposizione riguarda alcuni permessi per l’esportazione di fucili che il governo tedesco ha concesso alla Heckler & Koch di Obendorf, società che in passato esportò armi illegali, in primo luogo in Messico.

La posizione del governo. Il Ministero dell’Economia tedesco è consapevole della potenziale pericolosità di queste esportazioni. Perciò, dichiara, vuole condurle attraverso un’attenta cooperazione con la Francia.  Altre armi saranno poi destinate ad Indonesia, Malesia e Oman, Paesi che non sono stati coinvolti in alcun conflitto interno, ma che sono partner strategicamente rilevanti per la Germania. La consegna a questi tre Paesi ammonta ad un totale di 10 milioni di euro e deriva da contratti stipulati in passato. In più sono state approvate consistenti esportazioni dal valore di oltre 900 milioni di euro verso l’Algeria. Tra queste, anche 473 autocarri militari della Daimler-Benz, che saranno poi assemblati in Algeria. Dal punto di vista economico si tratta di una serie di affari che porteranno notevoli introiti alla nazione, prova a difendersi il governo tedesco dalle critiche sollevate dall’opposizione. Finora, specificano gli esperti, non ci sono prove che l’Arabia Saudita avrebbe utilizzato armi tedesche nel conflitto contro lo Yemen. Giustificazioni deboli e imbarazzanti, contesta van Aken a un governo che, visti gli alti profitti, non sembra intenzionato ad approfondire ulteriormente la questione.

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