Resoconto semiserio del concerto dei Ministri a Berlino raccontato da chi la band la conosceva prima che diventasse famosa

Ministri a Berlino – ovvero – come in una settimana tu e la tua amica vi “litighiate” la possibilità di un’intervista ad una rock band che entrambe amate e poi si finisca a brindare nel backstage post concerto: resoconto semiserio di un evento e di un’amicizia berlinese.

Domenica sera, White Trash (ancora per pochi giorni nella sua sede storica di Schonhauser Allee, prima che la gentrification gli imponga un trasloco nel quartiere, meno cool, di Treptow come potete leggere qui) e l’incontro con Serena fissato per le nove davanti al locale per andare a sentire i Ministri.

La serata inizia ordinando delle patatine che tardano ad arrivare, facendoci temere di perdere l’inizio del concerto tanto atteso, e quindi iniziamo a rimbalzare dalla sala concerto a quella ristorante, senza voler mancare l’occasione di goderci la band milanese esibirsi a Berlino per l’ultima data del tour che li ha visti attraversare l’Italia e parte dell’Europa nel corso dell’ultimo anno.

L’idea di partenza era quella di assistere al concerto, sorseggiando una birra e fare delle domande al gruppo al termine dell’esibizione, ma poi il tutto ha preso una piega meravigliosamente imprevista e quello che era, di fondo, un impegno di lavoro, si è trasformato una delle nottate più divertenti da quando io e Serena viviamo in questa città.

Il locale si riempie in fretta e ci perdiamo Valentina ( scusaci! ) ma forti delle nostre stature, conquistiamo la prima fila e coi piedi sul palco e le mani che battono il ritmo sull’amplificatore iniziamo a goderci la musica, lì senza transenne –secondo la moda dei concerti berlinesi- a pochi centimetri dalle rullate di Michelino, il sudore del Dragogna e le parole, le canzoni urlate dal Divi, che tra uno stage diving e un cambio giacca, è capace di coinvolgere un pubblico entusiasta e partecipe; un pubblico, prevalentemente italiano, che accoglie la band e viene accolto da questa come una famiglia ( e alla fine ci si conosce per nome, ci sono Lele, Alessandro lì in prima fila con noi e molti i ragazzi che fanno fotografie, brindano e scambiano chiacchere con il gruppo, in un’atmosfera che diviene rapidamente intima e calda, insomma “italiana”, nella migliore accezione del termine ).

I Ministri conosco bene la capitale tedesca. “La visitiamo spesso, è come una seconda casa,”. Viene cantata sia “Berlino3” che “Alexanderplatz” di Battiato (di cui era stata fatta una cover, nel 2010). A luci spente ( anzi, tecnicamente a luci accese! ) incomincia la fase due di questa straordinaria serata: dopo una breve pausa, durante la quale io e Serena scopriamo che entrambe, per ragioni differenti, avevamo già avuto modo di conoscere i ragazzi mentre vivevamo a Milano e ridiamo del fatto che abbiamo dovuto percorrere mille chilometri per sentirli live, ci viene concessa l’opportunità di ottenere una breve intervista attraverso cui scopriamo che è molto l’entusiasmo dei Ministri di essere di nuovo in questa città , una Berlino che il Divi definisce “apolide”, capace di accogliere tutti, coloro che per scelta o necessità hanno lasciato l’Italia e che hanno deciso di cogliere le possibilità che la Germania offre per poter vivere qui una nuova fase della loro vita.

Un’ora più tardi è tempo dei saluti e dopo baci, foto e autografi ( lo ammettiamo, in questa l’occasione io e Serena eravamo più fan che redattrici 😛 ) viene il momento di tornare a casa e, chissà, forse in preda all’euforia, decidiamo di percorrere Schonhauser Allee in bicicletta, con Serena alla guida ed io seduta sul seggiolino “preso in prestito” del suo bimbo di tre anni che ci aspetta a casa mentre sogna, tra le risate di altri ciclisti e i ragazzi che attendono il tram.
Una volta arrivate a casa, non dormiamo e decidiamo che resterò a casa di Serena per la notte, che trascorriamo bevendo té e chiaccherando di musica, cinema e molto altro come due amiche di vecchia data nonostante io e lei ci si conosca da poco tempo, ma partecipi ed emozionate per le molte affinità che abbiamo scoperto condividere.

Dopo due, scarse, ore di sonno comincia una nuova piovosa settimana e mentre facciamo colazione -prima di accompagnare il bimbo al kita, contente per quello che questa serata ci ha offerto, cioè la possibilità di farci sentire “a casa”, una sensazione un po’ difficile da provare a volte, quando ti prende la nostalgia e vorresti solo trascorrere ore al telefono con qualche amica ed entusiaste del fatto che sia stato un po’ merito di questa città a farci conoscere- ancora canticchiamo le canzoni dei Ministri.

PS. In attesa del nuovo album e di nuove esibizioni live, per coloro che vogliono iscriversi, il Divi ci ha informato che esiste un fan club bulgaro della band!

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