Io che vivo in Müllerstraße, Wedding, Berlino

E’ sicuramente la strada di cui nessuno parla, di cui nessuno scrive e di cui nessuno posta selfie.

E’ Müllerstraße, è Wedding.

E’ una lingua d’asfalto tutta dritta, a volte tutta uguale, ma che fa comunque da scenario alle stesse ed identiche situazioni che avvengono sulle più blasonate strade di Kreuzberg, Mitte o Friedrichshain.

In una ragnatela densa e confusa si possono ammirare le vicende di tutti i giorni di ragazzi, famiglie ed anziani appartenenti alla radicata comunità turca e non solo. Questa forte presenza multiculturale regala molto in termini di atmosfera. La strada  pullula di piccole attività commerciali, si ha quasi la sensazione di riappropriarsi del rapporto umano con le persone, che molte volte viene azzerato dall’anonimato delle grandi catene commerciali. I prezzi della frutta scritti a mano sui cartoni delle banane, le infinite esposizioni a bordo strada di ogni tipo di  verdura ,i negozi di mobili usati, i verdi parchi, trasformano a loro modo anche il semplice tornare a casa dal lavoro in un momento di piacevole spensieratezza.

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Io vivo qui, è qui che vivo il mio quotidiano tormento. Tutto quello fino ad ora detto vale solo fino alle ore 20, fino al fatidico momento in cui partono le uscite serali. Secondo i miei dati empirici per tornare a casa (dopo la mezzanotte) ci vogliono circa 50 minuti da Neukölln, 5 minuti in meno se si è a Kreuzberg ed il minutaggio aumenta sensibilmente se ci si allontana dalle linee della metropolitana U8 o U6.  Nel confronto con amici sul problema appena esposto le affermazioni sono quasi sempre le stesse: “ho visto l’app di BVG ci vogliono solo 28 min, di cosa ti lamenti”, “ti fai il problema perchè ti ostini ad uscire solo a Neukölln”, o addirittura “a  casa mia hai sempre una stanza a tua completa disposizione”. Devo essere sincero, riguardo a quest’ultima affermazione molti amici si sono rivelati tali e forse anche di più, mi permettono di partecipare ad eventi e feste che altrimenti avrei dovuto saltare.

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In questa mia nuova veste di cittadino metropolitano ma di provincia, di pendolare all’interno della città stessa,  cerco di rendere il più produttivo possibile il tempo che passo sui mezzi o in attesa che arrivino, proprio come adesso che sto aspettando l’N6.