«Perché io, biologo, ho fondato la mia azienda a Berlino e non in Italia»

Dopo anni di formazione in Italia, Carlo Pecoraro ha deciso di continuare il suo percorso da biologo a Berlino

Carlo Pecoraro è nato a Palermo dove ha studiato per tre anni. Una volta conseguita la laurea triennale, ha deciso di proseguire la formazione in biologia a Bologna. Ma l’amore per Berlino è più forte di qualsiasi altra cosa.

La storia di Carlo

«Mi chiamo Carlo Pecoraro e sono un biologo. Ho completato i miei studi tra Palermo, città in cui sono nato, e Bologna, città in cui si sono aperte nuove prospettive di vita e lavoro. A Palermo, dopo la triennale, tutto l’entusiasmo iniziale si è affievolito, tutte le speranze ingrigite, e tutta la passione iniziale scomparsa, a causa di un sistema gerarchizzato, in cui gli studenti vengono visti come burattini da indottrinare più che come una risorsa per il futuro. Avevo bisogno di cambiare.»

L’esperienza a Bologna

«Con un 110 e lode in tasca, ho deciso allora di continuare il mio percorso all’Università di Bologna, la madre di tutte le università. Avevo bisogno di nuovi stimoli e di nuove prospettive, di conoscere nuove persone e di uscire dalla “comfort zone”. L’impatto fu terrificante e scoprii la nebbia romagnola, che fu qualcosa di sconvolgente! L’ambiente universitario invece mi piaceva, così come la piadina. Era un ambiente del tutto diverso da quello di Palermo. Avevo l’impressione che se mi fossi impegnato, avrei potuto fare ricerca e soprattutto studiare quello che mi piaceva davvero. “La fortuna aiuta gli audaci” si dice, e questo è stato il mio caso. Un mio professore mi chiamò nel suo studio un pomeriggio di febbraio e mi propose un progetto di tesi di laurea che non potevo rifiutare. Un progetto che mirava allo studio delle popolazioni di tonno pinna gialla a scala globale attraverso l’utilizzo di un approccio multidisciplinare.»

 

Alla volta dell’Africa

«Il progetto per la tesi di laurea mi portò in Africa, in Costa d’Avorio, per l’esattezza, e all’interno di un peschereccio nel Golfo di Guinea, dove ho trascorso 50 giorni. È stata un’esperienza incredibile, forse una delle più intense della mia vita. Mi ritrovai a convivere con 28 pescatori, 20 africani e 8 francesi, per 50 lunghissimi giorni. Tornato a casa, mi laureai con il massimo dei voti e vinsi una borsa di dottorato di ricerca grazie a una collaborazione tra l’Università di Bologna e quella di Montpellier in Francia. Ebbi la fortuna di imparare tanto, di conoscere gente incredibile e di viaggiare in posti che fino a quel momento erano solo nel mio libro dei sogni (Seychelles, California, Africa, solo per citarne alcuni). Mi innamorai della genetica e soprattutto della bioinformatica. Completai il dottorato con il massimo dei riconoscimenti accademici e decisi che era arrivato il momento di lasciare l’Italia.»

Il mio rapporto con Berlino

«Vivo a Berlino da ormai due anni. Mi sono trasferito perché la mia ragazza è berlinese. Abbiamo scelto questa città perché volevamo iniziare un percorso di vita insieme, e crescere a livello professionale. Il mio rapporto d’amore con questa città è stato lento e graduale. Inizialmente, quando venivo a trovare la mia ragazza, dopo due settimane di permanenza sentivo il bisogno di scappare. Mi sentivo perso nella grandezza di questa città, nel suo grigiore invernale e nella sua lingua ostica. Successivamente, con il passare del tempo, ho trovato la mia dimensione. Alla fine mi sono innamorato della sua dinamicità e delle molteplici possibilità culturali, sociali, lavorative e culinarie.»

 

Iniziare una nuova vita a Berlino

«In questi anni la mia ragazza non poteva seguirmi nei miei numerosi spostamenti, e abbiamo vissuto una relazione a distanza. Ragion per cui, quando fu il momento di lasciare l’Italia, la scelta di Berlino fu quasi obbligatoria. Mi trasferii e iniziai un anno di post-doc in un consorzio di genomica e bioinformatica, per la precisione presso Berlin Center for Genomics in Biodiversity, a Steglitz. Nel frattempo, pensai che fosse arrivato il momento di mettermi in proprio. Infatti, la bioinformatica è una disciplina recente, che permette di analizzare un’enorme quantità di dati genetici, e che sta conoscendo uno sviluppo ed una crescita esponenziali ultimamente. Purtroppo, le università non riescono a stare al passo con lo sviluppo scientifico e tecnologico che il mondo sta conoscendo negli ultimi anni. C’è una necessità oggettiva di formazione da parte di biologi e non. Da questa presa di coscienza, è nata Physalia-courses, la mia ditta, che si occupa di fornire corsi di formazione in ambito bioinformatico e genomico. Ho avviato questa compagnia, con il solo aiuto della mia ragazza, e grazie alla rapidità e snellezza della burocrazia tedesca, per registrarla e avviarla ci abbiamo messo solo due settimane (qualcosa di impensabile in Italia). La speranza è di rimanere a Berlino per i prossimi anni, aspettando di scoprire cosa ci riserva il futuro.»

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