Fabian Federl

Quei berlinesi di giorno vegani e anticapitalisti, di notte impasticcati e cocainomani

Un reportage di Fabian Federl pubblicato nel 2015 sul quotidiano berlinese Tagesspiegel racconta una serata passata con dei giovani universitari berlinesi intrecciandosi con i drammatici numeri prodotti dal consumo e dalla lotta alla droga.

Inizia così il reportage di Fabian Federl pubblicato nel 2015 sul Tagesspiegel: «Casa condivisa a Kreuzberg, Berlino, 2015. Mentre uno dei giovani enumera i vantaggi della distribuzione di cibi completamente bio, una ragazza, annuendo, mette il suo iPhone sul tavolo. Dalla borsa tira fuori una fiala di metallo. Attiva il blocco sul cellulare e con un dito posa un po’ di polvere bianca sul display. Prende la sua tessera universitaria per la mensa e con cura organizza una piccola collina di cocaina. Questa stessa sera, fra qualche ora, porterò questa ragazza a parlare dei disgustosi mangiatori di salsicce».

I berlinesi e la droga

Come può un vegano o vegetariano consumare, senza nessun timore di apparire contraddittorio, cocaina o altri stupefacenti senza rendersi conto che le conseguenze sociali di quei suoi acquisti sono ben peggiori? E questo mettendo da parte i danni alla salute personale. Ribelli e rivoluzionari? Sì, ma a fasi alterne. Purtroppo si tratta soprattutto di opinioni a buon mercato.

Ok, gli animali non dovrebbero né vivere né essere uccisi come viene purtroppo realizzato in molti allevamenti industriali, ma nel 2006 in Messico sono state 70 mila le persone morte nella guerra alla droga. In Perù le milizie civili schiavizzano i coltivatori di coca. San Pedro in Honduras è la città con il più alto tasso di omicidi al mondo mentre in Colombia intere aree sono state riempite di nocivi gas biocidi per evitare la coltivazione di cocaina, con danni enormi per il resto della vegetazione. Come è possibile che la tipica berlinese sotto i 30 anni, vegetariana o vegana, che va ai mercatini biologici, che acquista solo cibo prodotto in zona, che perfeziona il suo stato mentale andando a corsi di Bikrm Yoga, che critica il capitalismo, è contro la vendita delle armi, a favore delle energie rinnovabili e che si preoccupa delle lezioni di tedesco per i rifugiati poi dal venerdì al sabato sera dipenda dalla cocaina?

I dati

Ogni grammo di cocaina distrugge quattro metri quadrati di foresta pluviale. Solo l’1,1% dei profitti del commercio mondiale di droga va agli agricoltori. La maggiore parte dei profitti va a trafficanti, fabbricanti di armi e contrabbandieri. Se parliamo di ecstasy bisogna sapere che è realizzata con olio di sassofrasso, albero delle foreste pluviali di Brasile e Sudest asiatico. Nel 2008 ne fu eseguito un grosso sequestro. Per 33 tonnellate erano stati abbattuti 8mila alberi della foresta cambogiana. Neanche la marijuana è sempre verde. Anzi. Un metro quadrato di cannabis frutta circa 250 dosi e almeno metà della produzione annua mondiale è coltivata in Messico, dove ha letteralmente invaso le aree protette delle montagne della bellissima Sierra Madre Occidentale.

Fabian Federl scrive: «Non tutti i vegani e o gli anticapitalisti sono consumatori di droghe, anzi. Ma criticare la droga a Berlino è spesso percepito come soffocante. Meglio però dirlo ancora una volta. A me non interessa chi ha preso cosa e quanto ne prende. Penso solo che sia insopportabile quando qualcuno si sente superiore a me mentre nel suo muco scorre il sangue di messicani assassinati».

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Immagine di copertina: © Valerie Everett – CC BY SA 2.0