Racconto Berlinese: continua la storia e partecipa al concorso

L‘incipit di un racconto berlinese che chiunque vuole può continuare nella maniera che preferisce. Al primo classificato un ingresso gratuito per partecipare al workshop di giornalismo che si terrà sabato 10 maggio dalle 11 alle 13 all’Oblomov con il direttore della rivista Internazionale Giovanni De Mauro o in alternativa (è a sua scelta) due biglietti per il concerto dei Black Spirits e dei Nidi D’Arac il 5 maggio al Kesselhaus in der Kulturbrauerai. A decretare il migliore racconto sarà un comitato ristretto della redazione di Berlino Cacio e Pepe, ovvero Silvia Fistetto, Mauro Mondello, Maria Severini e Andrea D’Addio.

REGOLE

-scrivi il tuo seguito della storia qui tra i commenti a questo articolo

-la lunghezza massima del seguito della storia è di 4mila caratteri spazi inclusi

-la storia dovrà essere pubblicata entro le 23.59 di sabato 3 maggio

-scrivere il proprio nome e/o pseudonimo, ma al momento dell’inserimento del commento utilizzare un indirizzo email valido.

-se si vuole scrivere la propria storia, ma non partecipare al concorso, lo si scriva all’inizio del proprio commento

-si può partecipare solo con un racconto a persona

IN PALIO

A scelta del vincitore:

-Un ingresso all’incontro di giornalismo con Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale, Sabato 10 maggio dalle 11 alle 13 all’Oblomov

-Due biglietti per il concerto di  Black Spirits e dei Nidi D’Arac il 5 maggio al Kesselhaus in der Kulturbrauerai

Al secondo classificato andrà invece il premio non scelto dal primo.

DECRETAZIONE DEL VINCITORE

Il 4 maggio la redazione di Berlino Cacio e Pepe Magazine comunicherà su questa pagina i due vincitori.

Ecco l’incipit di

RACCONTO BERLINESE

Frankfurter Tor, giovedì scorso, ore 11.00 del mattino. Ho un appuntamento di lavoro in un caffé all’angolo con il rappresentante di una vecchia falegnameria italiana che vorrebbe investire in Germania e ha bisogno di una consulenza. C’è il sole, non mi va di entrare, aspetto fuori. Davanti a me c’è un pannello che racconta la storia di quell’angolo di Berlino Est, lì dove a più riprese, dal 1953 in poi, sfilarono cittadini che chiedevano più libertà e diritti. Ho già letto quella storia, ma la rileggo con piacere. Mentre scorro le righe sento la presenza di un’altra persona accanto. Mi volto leggermente, il tanto che basta per capire chi sia, senza però cercare di mostrargli che lo sto osservando. E’ un uomo anziano, più di settant’anni, non molto alto, una decina di centimetri meno di me, ma magari un tempo era diverso, con l’età si invecchia. Porta gli occhiali, ha rimboccate le maniche della camicia azzurra e sull’avambraccio destro è posato un maglione, forse un gilet. Fa caldo, e sicuramente se l’è levato da poco mentre passeggiava lungo la Frankfurter Allee.

Dietro di noi sento la voce di una donna. “Sono stanca, prendo qualcosa da bere, tu vuoi qualcosa?”. Mi volto. La signora è italiana e si sta rivolgendo all’uomo accanto a me. “No, entra pure, voglio rimanere fuori e prendere un po’ d’aria”. Lei entra.

Sono curioso e così, dopo aver intercettato per un attimo il suo sguardo, nonostante sappia bene che sta per rimettersi a leggere il pannello, chiedo a lui se sono turisti e se gli piaccia la zona.

-Non tutti vengono a vedere la vecchia Berlino Est

-Ma io l’avevo già vista, venni qui sul finire degli anni ‘80.

-Ah. E com’era?

-A suo modo affascinante. Era estate e furono solo giorni di sole. Siamo abituati a pensare alla Germania dell’est grigia e triste, ma c’erano i colori anche all’epoca, il verde e l’azzurro erano gli stessi che ora puoi vedere qui accanto a noi. E per me erano giorni speciali

-Ci venne per turismo? Lavoro? Un vecchio amore?

……