Berlino investe nella ricerca: al via un nuovo think tank da 2,5 milioni di €

Gli ultimi mesi hanno dimostrato che le relazioni tra la Germania e la Russia si sono complicate. Per trovare strategie diverse, Berlino lancia un nuovo centro di ricerca politica volto allo studio delle Repubbliche post-sovietiche: entro l’anno nasce un nuovo think tank.

Si parla di un investimento di milioni di euro (per la precisione 2,5 milioni all’anno provenienti dalle casse del governo tedesco), cifre del resto necessarie per intraprendere un’accurata azione di ricerca; ed il nuovo think tank avrà bisogno di essere accurato, solido, preciso, in grado di suggerire strategie efficaci al governo tedesco e alla sua rete diplomatica. A spingere per la sua apertura, lo stesso Ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier (SPD); stando infatti alle parole di uno dei funzionari che gli sono più vicini: “Rafforzare la nostra comprensione dell’Europa Orientale è da tempo una delle principali priorità del Ministro degli Esteri.” Ministro degli Esteri per il quale l’invasione della Crimea e la conseguente crisi ucraina devono essere state l’equivalente di una doccia fredda, che ha spinto l’SPD a rivedere alcuni punti del suo rapporto con Mosca.

Ed è allora dalla necessità di capire meglio i propri partner, di valutare e comprendere, che nasce la volontà di un maggiore studio su tematiche al momento non approfondite in maniera specifica da nessun altro think tank: società ed economia russe ad esempio. Una rosa di tematiche volta a toccare con mano i territori ex-sovietici (repubbliche baltiche escluse).

Non si sanno ancora i nomi, né del direttore, tantomeno dello stesso think tank. A giudicare dal materiale al momento disponibile in rete pare che di ulteriori informazioni non ce ne siano proprio. La notizia viene di fatto rimbalzata da un testata all’altra (Kyiv Post incluso) e la sua diffusione piano piano aumenta, ma le parole restano le stesse scritte il 27 gennaio dalla Reuters.

Non resta che speculare sul nome cui verrà affidata la gestione del nuovo centro, nonché sull’approccio che esso adotterà. Ma soprattutto, ci resta da osservare con attenzione le prossime mosse di Mosca, nonché dei separatisti russi in una regione ripetutamente data alle fiamme.

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