Referendum costituzionale, le reazioni della stampa tedesca al trionfo del No

Trionfo del No al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre 2016. All’affossamento della riforma Renzi-Boschi è seguito l’annuncio di dimissioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ora si attende la decisione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: nominare un governo tecnico fino al 2018 oppure indire il voto anticipato. In questa giornata non sono soltanto i giornali italiani a presentarsi monotematici. Anche le più rilevanti testate tedesche dedicano la prima pagina al risultato del referendum costituzionale italiano e alle previsioni sui possibili scenari futuri. Non c’è da meravigliarsi perché non ne va soltanto del futuro dell’Italia, ma anche dell’equilibrio europeo.

Die Welt

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«Gli italiani hanno fatto cadere Matteo Renzi. Così hanno buttato via la più grande chance di costruirsi un futuro migliore che abbiano mai avuto»: Con queste parole si apre l’editoriale di Klaus Geiger pubblicato questa mattina su Die Welt e intitolato «Il prossimo pesante shock per la statica dell’Europa». Dopo Brexit e l’elezione di Trump a Presidente del Stati Uniti, Geiger considera la caduta di Renzi come il terzo forte shock che l’Europa ha dovuto subito in soli sei mesi. Secondo Die Welt, da un lato l’esito del referendum segue la tendenza anti-establishment diffusasi quest’anno, dall’altro conserva una dimensione irrazionale, tipicamente italiana. L’irrazionalità, così Geiger, si comprende se si considerano le due parti avversarie di questo referendum: Renzi stesso si era presentato come candidato anti-establishment qualche anno fa, quando prometteva di “rottamare” la casta politica italiana. La costituzione riformata avrebbe dovuto diventare lo strumento per mettere in pratica questa “rottamazione” e invece «gli italiani gli hanno voltato le spalle» per appoggiare nuove forze politiche che promettono di «rottamare il rottamatore». In chiusura Die Welt sottolinea l’imprevedibilità di un eventuale premier pentastellato e paventa l’uscita dell’Italia dall’Euro. A proposito di Europa, Geiger attribuisce la responsabilità dell’attuale instabilità politica in Italia anche al continente stesso che avrebbe piantato Renzi in asso proprio nel momento in cui ne aveva più bisogno: in particolare «Germania e Francia chiudono i confini e lasciano l’Italia sola a fronteggiare la crisi migratoria». «Un altro dei pilastri su cui si regge il futuro dell’Europa vacilla» conclude Geiger.

Die Zeit

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«Con il voto non è soltanto fallita la riforma costituzionale, ma anche l’intero progetto politico di Renzi» scrive Micheal Braun su Die Zeit. Il progetto di Renzi, così Braun, si basava su tre elementi: «L’ambizione di Renzi di conquistare il suo partito e il Paese, il suo populismo e la coscienza del suo ruolo di post-ideologo in grado di guadagnarsi anche il consenso di ex sostenitori di Berlusconi». Braun attribuisce il fallimento di Renzi alla crisi economica che ancora imperversa in Italia: «L’economia è in crescita, ma quest’anno ha registrato soltanto un +0,9%», valore troppo basso secondo l’autore per rappresentare una vera svolta agli occhi dei cittadini. La personalizzazione impartita dal premier al referendum sarebbe stato un altro fattore decisivo per la sconfitta. Die Zeit continua paragonando il consenso di cui Renzi e il PD ancora godevano alle elezioni europee di maggio 2014 con la “catastrofe” che tra ieri e oggi li ha investiti, entrambi rappresentati da un unico valore percentuale: 40%. Braun sottolinea la «grandezza» dimostrata da Renzi nell’annunciare prontamente le dimissioni, nonostante lo shock della pesante sconfitta appena registrata. Come probabile soluzione, Die Zeit prevede la nomina di un governo tecnico con il compito di definire una nuova legge elettorale con cui condurre poi il Paese alle prossime elezioni del 2017.

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In un altro editoriale di Matthias Krupa su Die Zeit, il fallimento di Renzi al referendum costituzionale viene accostato alle elezioni austriache che ieri hanno sancito la vittoria dell’europeista Alexander Van der Bellen. L’articolo titola «Amici dell’Europa, svegliatevi!». Se l’elezione di Van der Bellen a Presidente austriaco è la dimostrazione che vincere contro il populismo dilagante si può, l’esito delle votazioni italiane sancisce la vittoria del populismo e della destra radicale, così Krupa. «L’Italia vacilla di nuovo, economicamente e politicamente, e questo avrà conseguenze sull’Unione Europea» spiega l’autore. Secondo Krupa, Renzi ha pagato proprio l’ambiguità dimostrata nel confronti dell’UE: «A volte si è presentato come leader europeista, altre volte invece come euroscettico. A volte si mostrava compiaciuto accanto a Hollande e Merkel, altre volte si lamentava con Berlino e Bruxelles. A volte compariva in pubblico con la bandiera europea, altre volte senza. In questo modo non ha saputo fermare i populisti e i nazionalisti. Anzi, ha tirato ancor più acqua ai loro mulini». Die Zeit conclude invitando coloro che auspicano una società aperta e un’Europa comune, a seguire l’esempio di Van der Bellen: «Devono finalmente svegliarsi e mettere da parte la timidezza […] Il tempo dell’ambiguità è finito».

Sueddeutsche Zeitung

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«Il fiasco di Renzi»: così titola oggi Sueddeutsche Zeitung che definisce le dimissioni di Renzi «indispensabili, anche se pericolose per il Paese». L’autore dell’editoriale Oliver Meiler paragona la sconfitta del premier a una perdita al gioco d’azzardo. Nella vittoria del No Meiler vede il pericolo che si esaurisca quella fase di innovazione che l’Italia stava attraversando con Renzi, che aveva fatto guadagnare rispetto al Bel Paese anche all’estero. «Le riforme di Renzi non erano di certo tutte perfette, alcune erano scritte tanto frettolosamente da fallire poi di fronte alla Corte Costituzionale. Ma esse incarnavano una nuova dinamica, un nuovo inizio di cui questo Paese aveva urgentemente bisogno. Tra queste c’era una riforma del lavoro, una della scuola e l’introduzione delle unioni civili per gli omosessuali. Nessun premier prima di Renzi aveva riformato il Paese tanto intensamente e rapidamente. Anche la riforma costituzionale non era perfetta. Nei punti cardine conteneva però tutte quelle modifiche che ci si auspicava da trent’anni per superare il sistema politico vigente». E Meier chiude non senza ironia su Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle, una forza politica che si serve sia dalla destra sia dalla sinistra con poca coerenza: «Se la rabbia rappresenta il loro unico argomento per il futuro dell’Italia, beh allora: buonanotte (in italiano nel testo originale n.d.r.)».

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Foto di copertina: Председатель Совета министров Италии Маттео Ренци © Пресс-служба Президента Российской Федерации CC BY 4.0