Sempre più scioperi in Germania: quelli dei dipendenti di Amazon durano da un anno

A febbraio 2013 lo scandalo dei vigilantes neonazisti responsabili di varie intimidazioni ai danni degli impiegati provenienti dall’est Europa, dalla scorsa primavera invece una continua ondata di scioperi dei dipendenti che stanno minando il successo di Amazon in Germania. L’ultimo ha avuto vita per due giorni la settimana scorsa presso gli stabilimenti di Bad Hersfeld e Lipsia.

La Germania è il primo mercato europeo per l’azienda di Jeff Bezos che punta ad aumentare il proprio successo nell’Europa centrale grazie alla prossima apertuda di due centri logistici in Repubblica Ceca. Al momento Amazon Germania dà lavoro a 9mila magazzinieri oltre a 14mila lavoratori stagionali. Le ragioni dello scopero sono di natura contrattuale. Prima di tutto il problema è nella definizione del lavoro svolto da molti dei dipendenti, equiparato a quello degli speditori di pacchi anziché di venditori per corrispondenza. La differenza è di poco meno di un euro per ora (attualmente si guadagnano 9,55€  il primo anno e 10.47€  dal secondo in poi), abbastanza per alzare le barricate. Il problema però non è limitato alla tipologia del contratto, ma anche dalla volontà di molti di coloro a cui andrebbe bene la definizione di addetti alle spedizioni di potere quantomeno usufruire dello stesso rialzo dello stipendio su base annua applicato a chi, non lavorando da Amazon, ha potuto aderire al contratto collettivo nazionale. Per questi ultimi infatti l’aumento negli ultimi dodici mesi è stato del 5,1% contro il 2% ricevuto dai dipendenti Amazon.

Nonostante i buoni dati recenti usciti dall’economica tedesca (disoccupazione stabile al 6,7% Pil aumentato dello 0,4% nel primo trimestre), gli scioperi in Germania sono in aumento. Uno studio del’isitituto di statistica Statista sugli anni che vanno dimostra come le aziende tedesche toccate da scioperi siamo aumentate tra il 2010 e il 2012 di circa il 200%, ovvero….

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Foto: © kohlmann.sascha CC BY-SA 2.0