pietre d'inciampo

Stolpersteine, le pietre d’inciampo della Memoria nelle strade di Berlino

Il progetto artistico che coinvolge più di seicento luoghi europei, rendendoli dei memoriali a cielo aperto: a Berlino più di cinquemila pietre d’inciampo sul selciato ricordano le deportazioni naziste

Le passeggiate per Berlino, quando si ha tempo di esplorarne gli angoli più nascosti, nascondono sorprese, questo si sa. E se ogni tanto ricordate di guardare anche a terra, potreste trovare qualcosa che vale la pena di essere notato: ad esempio, potreste incappare in una Stolperstein, letteralmente pietra d’inciampo, ovvero i piccoli sampietrini d’ottone posti lungo le strade, davanti ai portoni, sui marciapiedi a memoria del luogo in cui abitava, lavorava o è stata fatta prigioniera una delle vittime delle deportazioni naziste.

Il progetto

Si tratta di un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Deming iniziata nel 1992 nella città di Colonia che ha interessato 22 stati europei, tra cui Germania e Italia. Oltre cinquantamila installazioni ricordano nome, cognome, data di nascita e di morte dei cittadini deportati nei campi di concentramento e di sterminio tra il 1940 e il 1945. La maggior parte delle pietre d’inciampo è posta a ricordo di ebrei, ma non mancano rom, omosessuali, neri, testimoni di Geova, disabili fisici e mentali, oppositori politici o disertori, in un percorso che dà vita al più grande memoriale sull’Olocausto al mondo. Il termine non vuole intendere che si possa inciampare realmente in queste pietre, che sono anzi inserite nel normale selciato, ma piuttosto vuole indicare un inciampo metaforico dello sguardo e dei pensieri durante una passeggiata cittadina, spostando la memoria dell’Olocausto da giorni e luoghi specifici alla vita quotidiana degli abitanti delle città.

Le Stolpersteine (pietre d’inciampo) a Berlino

Soltanto sui marciapiedi di Berlino sono disseminate più di 5000 pietre d’inciampo e il sito Stolpersteine in Berlin, visitabile sia in inglese sia in tedesco, fornisce una mappa su cui consultare le strade e i quartieri in cui si possono trovare queste targhette, permettendo anche di partecipare attivamente al progetto: si può suggerire un nome da incidere, ricercare informazioni per le pietre che sono prive di dati biografici, attuare una manutenzione che impedisca alle intemperie di far scomparire le scritte, o rendersi attivi per farne installare una nel proprio quartiere.

Le reazioni

Si tratta di un’iniziativa che, tra l’altro, ha suscitato molto dibattito: oltre ad aver ispirato un film documentario nel 2008, Stolperstein di Dörte Franke, ha fomentato il dibattito nelle città in cui ne è stata richiesta l’installazione. Non tutte le città, infatti, l’hanno accettata, a volte in seguito alla consultazione delle comunità ebraiche, altre volte con la motivazione della facilità di operare atti vandalici sulle Stolpersteine. In alcuni centri abitati, inoltre, si è parlato di “inflazione di monumenti”, mentre a Krefeld è stato osservato che le pietre d’inciampo ricordano la macabra abitudine nazista di usare le lapidi degli ebrei come pavimentazione stradale. Altre volte, addirittura, l’installazione delle Stolperstein ha provocato reazioni violente: nel 2012 a Roma, ad esempio, alcune di esse sono state divelte da un abitante del palazzo attiguo, che si dichiarò “infastidito” dalla loro presenza.

 

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Foto copertina: © Dierk Schaefer CC BY 2.0