La Germania abolisce le tasse universitarie. Si studierà gratis

La Bassa Sassonia rimuove le tasse universitarie. Da questo momento, come riporta il The Times di Londra e molte altre testate internazionali (ma nessuna tedesca al momenti) tutte le università tedesche – indifferentemente dalla regione in cui si trovano – sono gratuite.

Potremmo definire il momento come storico: La Germania si allontana dal modello britannico, per avvicinarsi a quello scandinavo, garantendo agli studenti (stranieri inclusi) una formazione universitaria solida, senza dovere aprire un mutuo. Una decisione che guarda al futuro della nazione (i giovani tedeschi), ma anche alle ripercussioni politiche (i giovani elettori e le loro famiglie) e – perché no? – al vantaggio di avere in casa studenti stranieri (i giovani dei Paesi dell’Est e dei PIGS, i cui portafogli rabbrividiscono di fronte alla prospettiva di studiare gratis tra le renne, sostenendo però elevati costi di vita).

Tra i brindisi degli studenti, scorgiamo sullo sfondo qualche faccia immusonita: anche se la notizia non sta ancora riscontrando una grande diffusione in Germania (eccezion fatta, come detto, per le testate anglosassoni, verosimilmente verdi dall’invidia), possiamo immaginarci il parere di chi già scontento era nel Marzo 2011. All’epoca, quando era Amburgo a togliere le tasse, il Vice Presidente della Hamburg University (Holger Fischer) affermava: “È una catastrofe per l’università”. Fischer puntava il dito sulla necessità da parte degli atenei di restare all’avanguardia: “Eravamo tenuti a spendere i proventi delle tasse investendo nell’insegnamento, cosa che ci dava la possibilità di migliorare l’insegnamento stesso e le infrastrutture.” Già tre anni e mezzo fa si ventilava la ripercussione della scelta di Amburgo: “Credo che succederà e che una volta abolite le tasse ad Amburgo, verranno abolite in tutta la Germania”, profetava Barbara Geier della GEW (sindacato degli insegnanti). I fatti, le hanno dato ragione; preoccupazione comprensibile quella di Fischer invece, tanto che quando è toccato alla Baviera eliminare le tasse, il Governo ha stanziato 219 milioni di euro alle Hochschulen per il bilancio 2013/2014.

Passi avanti o passi indietro? Che i politici ed i rettori siano o meno contenti, questo è normale. Ciò che colpisce è invece il trend: cronologicamente parlando, la Germania sta compiendo un passo indietro. Di fatto, come lo stesso Fischer diceva, “Qui è tradizione che lo studio sia gratuito dall’inizio alla fine e questo è molto difficile da cambiare”. Tradizione di lunga data, sul cui mantenimento nacque un dibattito all’epoca della riunificazione, sfociato in una sentenza del 2006 che diede il via libera all’introduzione delle tasse universitarie. Sebbene la maggior parte delle scuole avesse introdotto tasse ragionevolmente basse (circa 1.000 euro all’anno) ciò non ha impedito alla Germania di fare un salto indietro e di tornare così alle origini della meritocrazia.

Decisione politica calcolata per l’elettorato interno? Oppure mossa strategica volta all’aumento di soft power? Quali che siano le sfaccettature delle motivazioni effettive, resta il punto: in Germania, si studia gratis.

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