Warschauer Brücke, il ponte della movida di Berlino

Ci sono momenti di infinita nostalgia. Anzi, come direbbe il tedesco… momenti di Fernweh: nostalgia di luoghi lontani.

Quando penso e ripenso a Berlino, ai momenti meravigliosi che ho vissuto là, la prima immagina che mi viene in mente è il cosiddetto Warschauer Brücke.
Apparentemente anonimo, un impianto al limite dello squallore, di un grigio urbano, a prima vista una normalissima impalcatura di cemento per consentire il passaggio fra UBahnh e SBahn delle fermate di Warschauer Strasse, il Warschauer Brücke. è forse uno dei luoghi più emozionanti e pulsanti della movida di Berlino.
Gli innumerevoli passaggi che ho fatto su quel ponte restano nella mia mente come l’essenza dello spirito di Berlino, forse addirittura nell’immagine di questo punto io trovo la sintesi dell’eccentricità e della bellezza della città. Una miriade di persone che emerge dalla fermata della SBahn per dirigersi verso Warschauer Strasse, chi svolta a sinistra per Kreuzberg, chi a destra per Friedrichschain. E dall’altra parte, quelli che accorrono in senso contrario, precipitandosi verso le scale di ferro che larghe e scivolosissime nei giorni di pioggia accompagnano i frenetici alle porte ormai chiuse della SBahnh.
Sul ponte di Warschauer ho visto albe meravigliose, salita dalla gradinata del Suicide Circus, girato l’angolo dei celebri baracchini sempre aperti, la visione del giorno che nasce è stata la meraviglia di tante notti trascorse ad aspettare le luci del giorno.L’epilogo di serate che mi sono rimaste nel cuore e continuano a emozionarmi, al solo pensiero. Sul ponte di Warschawer ho mangiato le più buone boulette al cioccolato e bevuto il più buon cappuccino della mattina, la colazione dei leoni notturni! Ho scattato innumerevoli foto alle nuvole che si attorcigliavano al cielo, in uno stiracchiarsi gentile, sornione.
Sul ponte di Warschauer ho mosso i miei passi ogni mattina nell’estate del 2011, da lì verso la fermata della UBahnh vedevo la Fernsehturm e ogni volta era come fosse la prima. Sul quel ponte mi sono sentita modella, vip, bambina, adulta, singola, parte di una massa danzante. Ho lasciato monetine ai mille artisti di strada, ai punk rovinati per la loro marijuana, ai venditori urlanti dietro i loro banconi per una Pilsner prima di cominciare la serata. Su quel ponte mi sono sentita viva e felice, osservando di giorno e di notte il gusto underground di Berlino, mentre i binari della sua ferrovia si diramavano sotto di me, mentre la strada lievemente in discesa, verso Schlesisches Tor, mostrava il bizzarro e imponente Oberbaumbrücke.
Ho dato indicazioni, mi sono fermata ad aspettare, ho mangiato un kebab, ho ballato quando non avevo soldi per andare al Suicide, perché dal Warschauer Brücke si sentono risuonare le note del club.
Posso dire davvero che sul Warschauer Brücke ho trascorso quei piccoli momenti di passaggio che mi sono rimasti dentro come i più intense e significativi di tutte le mie permanenze in città. Su quell’impianto di cemento c’è stata più poesia che in tanti altri paesaggi, lì si è sublimato tutto l’amore e tutto ciò che per me è Berlino per davvero!

FOTO ©Ingolf (CC BY -SA 2.0)