10 luoghi simbolo dell’ex Berlino Est da visitare

Berlino cambia a ritmi vertiginosi e diventa sempre più decisamente una metropoli capitalistica. Ma un viaggio nei luoghi di Berlino Est è ancora un’esperienza da fare.

Da luoghi imprescindibili e mainstream come la Fernsehturm di Alexanderplatz o l’East Side Gallery, passando per mete meno battute come il Café Sibylle o il Kino International: un itinerario attraverso dieci luoghi simbolo di Berlino Est per sentire in prima persona come la storia del Novecento attraversi ancora il cuore della capitale tedesca.

East Side Gallery

Tappa obbligata di ogni visita a Berlino, l’East Side Gallery fu voluta dall’amministrazione berlinese per celebrare la caduta del Muro di Berlino: di fatto, è la più grande galleria d’arte open air al mondo, con una lunga serie di murales che decorano il tratto di muro più lungo rimasto in piedi, 1316 metri tra Oberbaumbrücke e Ostbahnhof.

© PeterDargatz CC BY 00

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Marx-Engels Forum

Nelle immediate vicinanze di Alexanderplatz, del Duomo e del Rotes Rathaus c’è uno spiazzo con una imponente statua in bronzo che commemora Karl Marx e Friedrich Engels, i due fondatori del socialismo scientifico.

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© Ian Irving

Alexanderplatz e la Fernsehturm

La piazza più celebre di Berlino ospita la Fernsehturm, la torre della televisione costruita nel 1969 come simbolo dell’avanzamento tecnologico della DDR e che invece fu fonte di grande imbarazzi per il governo socialista a causa dell’ombra a forma di croce proiettata nei giorni di sole e della storia della vendetta papale che ne conseguì. In cima alla torre c’è un bar-ristorante panoramico, qui si spiega come prenotare per salire evitando code.

© Pixabay

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Memoriale Sovietico di Treptow

Sprofondato nel verde e in un silenzio surreale, il Sowjetisches Ehrenmal, costruito subito dopo la seconda guerra mondiale, ospita le tombe di circa 5.000 soldati russi caduti nella leggendaria Schlacht um Berlin, la battaglia che, dal 16 aprile al 2 maggio 1945, condusse l’Armata Rossa a conquistare la capitale del Reich e a liberarla dal giogo nazionalsocialista. Si tratta del «più grande cimitero militare sovietico in Germania» e del «più imponente monumento antifascista dell’Europa occidentale», come precisa il portale del turismo berlinese, visitBerlin.de.

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© Linda Paggi

Karl-Marx-Allee

Era il viale di rappresentanza della Repubblica Democratica Tedesca, che celebrava il padre del comunismo e fu ribattezzato Stalinallee in occasione del 70esimo compleanno di Stalin. La Karl-Marx-Allee è caratterizzata dai suoi solenni edifici, i cosiddetti Plattenbau concepiti come architettura moderna per i lavoratori e realizzati perlopiù negli anni ’50 seguendo i dettami del cosiddetto classicismo socialista.

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© Wikipedia

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Karl-Marx Buchhandlung

Inaugurata negli anni ’50 proprio sulla Karl-Marx-Allee, nel viale di rappresentanza del mondo socialista, la Karl-Marx Buchhandlung occupava ben milleduecento metri quadrati distribuiti su due piani. Era un luogo d’incontro fondamentale per i berlinesi dell’est e, pian piano, lo diventò anche per i pochi visitatori dell’ovest che avevano il permesso di attraversare il Muro: qui, con pochi marchi si potevano acquistare libri di seconda mano che in molte librerie occidentali erano introvabili. La libreria va in crisi dopo la caduta del Muro e chiude nel 2008, nonostante la notorietà acquisita per aver ospitato una scena del film “Le vite degli altri”. Riapre nel 2015 sotto forma di Literatursalon, progetto purtroppo fallito proprio di recente.

Café Sibylle

Fondato nel 1953 sulla Karl-Marx-Allee, il Café Sibylle si chiamava originariamente Milchtrinkhalle ed era un luogo di ritrovo molto amato tra gli Ossi, gli abitanti di Berlino Est. Oggi, ristrutturato mantenendo lo stile degli anni socialisti, il Sibylle è non solo bar e ristorante, ma anche teatro di concerti e reading e di una bella mostra permanente sulla movimentata storia della Karl-Marx-Allee dagli anni ’40 in poi.

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© Wikipedia – Angela M. Arnold

Kino International

Completato nel 1963 su progetto degli architetti Josef Kaiser e Heinz Aust, il Kino International non era un semplice cinema, ma la sala di riferimento per le grandi anteprime delle pellicole prodotte dalla DEFA (la casa di produzione cinematografica della Germania Est). In particolare, quando i film proiettati erano di un certo rilievo politico, la sala si trasformava in una piccola succursale del SED (Partito di Unità Socialista della Germania Est), i cui rappresentanti avevano a disposizione ben otto file di posti con più spazio per distendere le gambe. Oggi ospita la Berlinale ed è aperto al pubblico in numerose occasioni.

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© Wikipedia – Beek100

Ruschestraße 

Il Ministero per la Sicurezza di Stato (MfS) fu costruito nel febbraio del 1950 ed era l’organo che doveva garantire la stabilità del regime socialista di fronte alle insidie degli oppositori politici. Nel 1989, al tramonto della DDR, la polizia segreta disponeva di 90.000 dipendenti e di 180.000 informatori esterni che sorvegliavano la popolazione e perseguitavano i dissidenti. Di fronte al Ministero di Ruschestraße ci furono imponenti proteste durante la friedliche Revolution e i manifestanti ne occuparono la sede. L’archivio Stasi fu però reso pubblico solo più tardi. Oggi davanti al Ministero c’è una stele commemorativa di quegli eventi.

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© Wikipedia – Prof.Quatermass

Bernauer Straße

Bernauer Straße rappresenta in modo emblematico la ferita che lacerò la città dal 13 agosto 1961 al 9 novembre 1989. Qui infatti, nella prima fase del Muro, il confine era costituito dagli edifici stessi. Si creò così una paradossale quanto tragica situazione per cui le case appartenevano a Berlino Est mentre il marciapiede e la strada sottostante erano già Berlino Ovest, favorendo non solo la crudele divisione di famiglie, amici e vicini, ma anche drammatici tentativi di fuga dalle finestre come quello, celebre, della settantasettenne Frieda Schulze (25 settembre 1961). In seguito, per impedire tali salti disperati, le facciate degli edifici furono murate e tutti gli inquilini obbligati a trasferirsi. Bernauer Straße fa oggi da memento di quella insensata cicatrice, sorta di via dolorosa che a ogni passo ricorda la Berlino che fu, le impensabili tecniche di fuga, gli espedienti usati dalle famiglie separate per salutarsi, le almeno 136 vittime della Striscia della morte. Si tratta di un vero percorso commemorativo lungo 1,4 km, dove il tracciato del Muro è ancora segnalato da una particolare pavimentazione e i visitatori possono informarsi in un museo a cielo aperto arricchito da foto, cartine e documenti. Sempre su Bernauer Straße sono visitabili l’ultimo pezzo di Muro ancora perfettamente conservato nella sua forma a più livelli di sbarramento, con tanto di torretta di avvistamento e la Gedenkstätte Berlin Mauer, memoriale dedicato alla storia del Muro.

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© Wikipedia – Pedelecs

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Foto di copertina © Jean-Pierre Dalbéra