10 ragioni per non andare al Berghain

di Iris Müller

Quanto segue è frutto di mie considerazioni personali. Vivo a Berlino dal 2003 e frequento il Berghain dal 2005. Non siete d’accordo con me? Me ne farò una ragione. Ecco le (mie) 10 ragioni per non andare al Berghain.

10- Per le code. Non si può aspettare 4 ore (se ti va bene) in coda un sabato sera. Senza neanche la sicurezza di riuscire a entrare.

9- Perché dentro non puoi conoscere nessuno, almeno non in maniera informale. E non è per la musica ad alto volume e neanche per il buio. É anche vero che molta della gente che ci va non lo fa per conoscere persone, se non forse nelle dark room, ma ci sono altri locali a Berlino (Sisyphos, Zum Wilden Renate, Suicide Circus, Kater Blau, ecc.) che offrono la stessa qualità di musica (ok, non di impianto), ma durante una serata ti danno anche modo di riprendere fiato (la cappa di fumo dentro al Berghain è insostenibile) e, perché no, di farsi una chiacchierata.

8- Perché attaccare un adesivo sulla fotocamera del cellulare per evitare che si scattino foto al suo interno è più una trovata di marketing che un modo per preservare la privacy degli altri presenti. Basta avere due cellulari per aggirare i controlli. Dentro nessuno dice nulla se scatti una foto, a meno che non lo fai in faccia ad uno della sicurezza.

pegatina

7- Perché dicono che non ci sono guest list, ma poi le guest list ci sono. E grazie a queste ci entrano persone improbabili.

6- Perché ormai è un posto turistico. Lo trovi nelle guide, molta gente ci va non per amore della musica techno, ma per segnare “fatto” sulla lista delle cose da visitare in città. In molti, vestendosi di nero e fingendosi (sempre che non lo siano già) appartenenti a chissà quale sottocultura border, entrano a prescindere. E poi stanno tutto il tempo a dire “guarda questo com’è conciato, guarda quell’altro”, uscendo dopo mezz’ora. Quest’estate c’è stato anche chi ha offerto 100 € a chi potesse garantirgli l’entrata.

"Casa è dove è il Berghain". Più turistico di così... © Alberto Cabello CC By Sa.2.0

“Casa è dove è il Berghain”. Più commerciale di così… © Alberto Cabello CC By Sa.2.0

 

5- Perché dentro c’è tanta droga, e se davvero questo è il tempio della musica techno forse bisognerebbe preservarlo come tale, senza costruire un enorme paradiso artificiale. Tutte quelle bottigliette piene d’acqua (per l’MDMA) non si vedono neanche ad una maratona.

4- Perché la selezione all’ingresso è troppo rigida e a volte, ci spiace dirlo, a volte, anche un po’ razzista. I gay hanno precedenza, dentro è difficile incontrare turchi (e i turchi sono tantissimi in città, ormai non ci provano neanche più ad entrare) e se parli italiano/spagnolo/francese in fila hai poche possibilità, anche se vivi a Berlino da 10 anni e sei più berlinese dell’ultimo startupper arrivato da Stoccarda.

3- Perché (corollario del punto 4) la selezione non la fa più Sven Marquardt. E farsi dire di no dagli altri non è la stessa cosa. E poi i buttafuori dentro sono spesso violenti, non sempre a ragione.

2- Perché non rappresenta più il vero spirito berlinese. Era nato (all’epoca Ostgut) come un luogo spontaneo, uno di quelli in cui potevi andare vestito come volevi. Ora se decidi di andare al Berghain devi pianificarlo ore prima, pensare all’outfit, a non andare in gruppo, all’orario per non stare troppo in coda e, se possibile, conoscere anche il nome del dj, anche se tu la techno la respiri dalla mattina alla sera.

1- Perché non è più quello di una volta. Il Berghain di oggi è ancora – probabilmente – il migliore club di musica techno al mondo per qualità dell’impianto, della musica, della location e del contesto in generale, il Panorama Bar in particolare è fantastico, e noi tuttora lo amiamo. Ma ogni volta che ci entriamo, ci ricordiamo di quando, almeno fino a 5 anni fa, andarci era tutta un’altra cosa, e ci percorre sempre un un filo di malinconia.

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