©Vladislav Todorov, greenery, CC0

Anche la Germania ha i suoi No TAV. Manifestanti occupano foresta tedesca

La foresta di Hambach mostra le contraddizioni delle politiche ambientali tedesche.

Se in Italia i “No TAV” protestano contro la costruzione di infrastrutture, in Germania gli attivisti si impegnano per la conservazione di una delle più antiche aree boschive tedesche. La foresta di Hambach occupava un vasto territorio compreso tra Colonia e Aquisgrana ma, di recente, è stata disboscata per il 90%. Ora, anche il restante 10% è a rischio. Nonostante ciò, la società elettrica RWE ha intenzione di iniziare le operazioni di disboscamento di altri 100 ettari di terreno, al fine di estrarre lignite dal sottosuolo. L’intervento sarebbe previsto per gli inizi di ottobre. La notizia ha provocato le reazioni di molti attivisti, che hanno occupato parte della foresta, per impedirne la “ripulitura”. Dal momento che, però, il territorio è proprietà dell’azienda RWE, le autorità stanno procedendo alla rimozione forzata dei dimostranti. Il tutto si sta svolgendo non senza scontri e resistenze. “La guerra del carbone” ha avuto inizio.

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I paradossi delle politiche ambientali tedesche

La Germania è una nazione pioniera nel mondo per l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili. Il solare ha iniziato a diffondersi sin dagli anni ’80 e questa tendenza positiva si è riconfermata nei decenni successivi. L’impegno del paese in campo ambientale è evidente anche se si pensa al suo piano di sviluppo futuro: entro il 2020, la Germania si è impegnata a tagliare metà delle emissioni di gas che contribuirebbero all’aumento dell’effetto serra. Eppure, paradossalmente, lo stesso Paese è al primo posto in Europa per consumo di energie fossili. Ciò si deve anche al fatto che il governo attuale ha in progetto di eliminare gradualmente l’utilizzo di energia nucleare, in seguito al disastro di Fukushima del 2011. Tuttavia, non ha ancora trovato un’alternativa efficace.

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I recenti fatti della foresta di Hambach

La foresta di Hambach ha 12000 anni e nel suo sottosuolo contiene lignite. Per questo, la società elettrica RWE è entrata in possesso dell’intera area. Ormai da sette anni alcuni attivisti hanno deciso di tentare di difendere il 10% rimasto della secolare zona boschiva stabilendosi permanentemente tra i suoi alberi. Per sette anni, centinaia di uomini e donne hanno vissuto tra gli alberi, in armonia con l’ambiente naturale. L’occupazione pacifica era illegale, ma ben tollerata dalle autorità locali. Questo precario equilibrio si è rotto quando la data di inizio della nuova operazione di disboscamento è iniziata ad avvicinarsi. La polizia ha, così, dato il via alla rimozione forzata degli attivisti e delle loro abitazioni. Le resistenze da parte di chi vuole difendere il patrimonio naturale tedesco non si sono fatte attendere.

Come si sta svolgendo “la guerra del carbone” della foresta di Hambach

Lo sgombero è iniziato il 13 settembre 2018. I manifestanti hanno da subito cercato di rispondere alle forze di polizia con fionde e fuochi d’artificio ma ciò ha sortito ben pochi risultati. Il 21 settembre 2018, dunque durante il periodo di scontri, è anche avvenuta la morte di un attivista fotoreporter, precipitato da circa venti metri, mentre stava attraversando un ponte tra gli alberi. A causa del tragico evento, lo sgombero è stato sospeso, ma solo per poco. La mattina del 24 settembre 2018 la rimozione forzata ha ripreso il via.

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Berlino Schule tedesco a Berlino

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Immagine di copertina:  © Vladislav Todorov, greenery, CC0