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In Germania Amazon ha combinato un grosso guaio con le registrazioni di Alexa

In Germania Amazon è sotto accusa per un grave errore nella gestione della privacy dei suoi clienti con dispositivi Alexa

Che qualcuno possa entrare in possesso delle nostre informazioni personali e di quelle dei nostri cari è l’incubo di tutti nell’epoca delle intelligenze artificiali, dei big data e dei social network. Ma questa volta non si è trattato di un modo per controllare i nostri gusti musicali, l’ultimo elettrodomestico comprato o il genere di libri che leggiamo di più con lo scopo di consigliarci i prossimi acquisti. A commettere un errore grossolano è stato il colosso dell’e-commerce Amazon che in Germania ha inviato ben 1700 conversazioni registrate dallo smart speaker Alexa all’utente sbagliato.

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La mancata reazione di Amazon

Come riportato da Holger Bleich sul giornale tedesco Heise, nel mese di agosto 2018 un utente ha chiesto ad Amazon di disporre delle proprie conversazioni con il sistema. Questa possibilità è prevista dalla normativa europea sulla privacy (GDPR). Cosa non è previsto? L’errore commesso da Amazon. Un paio di mesi dopo, quando l’utente ha ricevuto la cartella con i file, si è subito reso conto che qualcosa non andava. Con sua grande sorpresa, infatti, ha scoperto che i file che gli erano stati inviati contenevano le registrazioni di un’altra persona con lo smart speaker Alexa, che lui invece non usava. L’utente ha subito inviato una mail al servizio clienti, ma non ha mai ottenuto risposta. Poco dopo, tuttavia, si è accorto che il link per scaricare le registrazioni era stato disattivato, ma lui aveva già salvato i file.

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Il contenuto delle registrazioni di Alexa

Senza che l’utente sapesse nulla, la sua vita, le sue conversazioni,  i comandi per gestire gli allarmi in casa, i suoi gusti musicali, i dati e le informazioni sui suoi contatti personali erano finiti nelle mani di un altro. Tramite questi, il cliente che aveva ricevuto per sbaglio i dati è riuscito a identificare e rintracciare l’altro utente, che ancora non era stato avvisato da Amazon dell’errore commesso. Inoltre, il colosso dell’e-commerce avrebbe dovuto avvisare le autorità competenti entro 72 dalla scoperta della violazione della privacy.

Alexa, dispositivi in continuo apprendimento

«Il vero problema è che i dispositivi “smart” connessi a Internet registrano regolarmente e caricano costantemente i dettagli della tua vita quotidiana e, a volte, queste registrazioni possono finire nelle mani sbagliate», ha sostenuto Motherboard. La situazione avrebbe potuto essere evitata del tutto se Amazon avesse cancellato i dati raccolti entro una certa quantità di giorni. Attualmente Amazon non lo fa perché lo smart speaker Alexa «ha bisogno di “apprendere” costantemente dai dati per servire gli utenti.»

«Un errore umano e un caso isolato»

L’incidente è stato finalmente confermato da Amazon giovedì 20 dicembre, che lo ha definito «un caso sfortunato derivante da un errore umano», aggiungendo che si trattava di un «incidente isolato». Amazon, tuttavia, sostiene di aver risolto il problema con gli utenti interessati, di cui non sono stati rivelati i nomi, e di aver adottato misure per migliorare le procedure e garantire la sicurezza dei propri clienti. La società, inoltre, pare abbia contattato i responsabili della protezione dei dati affinché episodi come questo non capitino più. In ogni caso, Amazon potrebbe subire sanzioni per questa vicenda.

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Immagine di copertina: © Alexa cc 0 Pexels