In Germania si deve pagare il canone anche senza tv (ma qualcosa cambia da settembre 2018)

La Corte costituzionale tedesca mette in guardia sulle ultime correzioni effettuate riguardo alle regole per pagare il canone per le trasmissioni radiotelevisive.

In Germania, anche se non si possiede un televisore, il canone lo si deve pagare. Tuttavia da Karlsruhe, dove ha sede la Corte costituzionale federale tedesca, arrivano interessanti novità riguardo il canone delle emittenti radio e tv pubbliche. La sentenza della Corte arriva a concludere una disputa, durata un anno intero, sulla legittimità o meno del canone nella sua forma attuale. Disputa che ha suscitato anche molte lamentele da parte dei cittadini tedeschi. La maggior parte delle richieste dei cittadini sono state respinte. Tuttavia, ci sono buone notizie per i proprietari di diversi appartamenti.

Due appartamenti, un solo canone

Se hai due appartamenti, presto non dovrai più pagare il doppio del canone. La Corte costituzionale ha infatti stabilito nella sua sentenza, annunciata mercoledì 1 agosto a Karlsruhe, che le persone con due appartamenti non dovranno più pagare la tassa due volte. La motivazione, come si ritrova in un articolo di Berliner Morgenpost, è la seguente: il regolamento precedente violava il principio della parità di retribuzione. Le parti interessate possono ora richiedere l’esonero dal secondo contributo. Il legislatore deve rettificarlo entro la metà del 2020 al più tardi. (Az. 1 BvR 1675/16 et al).

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Il contributo radiotelevisivo non è incostituzionale

Nel complesso, tuttavia, il canone per le trasmissioni radiotelevisive è compatibile con la legislazione costituzionale tedesca. Tre ricorsi costituzionali da parte di privati e della compagnia di autonoleggio Sixt sono stati quindi per lo più infruttuosi. L’offerta di un servizio pubblico di tele-radiodiffusione è cruciale, ha dichiarato il vicepresidente Ferdinand Kirchhof a Karlsruhe. «La trasmissione nazionale dei programmi offre a tutti in Germania la possibilità reale di fruire di questo servizio». Questo giustifica un ulteriore onere finanziario. Quindi non fa alcuna differenza che l’individuo abbia un ricevitore o no, e nemmeno che egli voglia usare le offerte o meno.

Il canone resta indipendente dal numero di ricevitori

La tassa di trasmissione è stata richiesta da ogni proprietario di casa dal 2013 e ammonta a € 17,50 al mese. L’importo è dovuto indipendentemente dal fatto che ci sia un ricevitore nell’appartamento e si applica tanto alle famiglie quanto a un singolo appartamento. I querelanti trovano il nuovo sistema ingiusto. Tra le altre cose infatti sono infastiditi dal fatto che, in fondo, una sola persona è penalizzato rispetto a quella di chi vive con diverse persone in un appartamento condiviso. Secondo la sentenza, tuttavia, questa disparità di trattamento si basa “su basi materiali che soddisfano ancora i requisiti costituzionali”.

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La società di autonoleggio Sixt

Tra i richiedenti di Karlsruhe c’era anche la società di autonoleggio Sixt, che deve pagare per ciascuna vettura un terzo del canone stabilito. Inoltre a seconda del numero di dipendenti, l’azienda deve anche pagare i contributi per ogni postazione di ogni singolo lavoratore. I giudici pensano che questo sia costituzionale: le aziende hanno un vantaggio economico dalle trasmissioni, perché potrebbero usarle per informare e intrattenere sia i dipendenti sia i clienti. Nell’auto, ad esempio, fai il giro del traffico. Per le auto a noleggio, la radio è di fatto un fattore determinante per il prezzo pagato per noleggiare la vettura. Tutto questo dunque va a vantaggio della Sixt.

Giudizi positivi da parte delle trasmissioni radioteleviseive tedesche

Il direttore generale di ZDF (acronimo di Zweites Deutsches Fernsehen, è una televisione pubblica tedesca con sede a Magonza), Thomas Bellut ha accolto con favore la decisione della Corte costituzionale. «È bene che adesso vi sia assoluta chiarezza da parte della Corte giuridica sulla legittibilità giuridica del canone». La sentenza conferma che «il contributo radiotelevisivo è un modello di finanziamento appropriato e conforme alla Costituzione per il servizio pubblico di radiodiffusione». Positivo anche il giudizio del presidente della ARD (il principale gruppo radiotelevisivo pubblico in Germania) Ulrich Wilhelm. «L’intero sistema è stata confermato, ha tenuto», ha detto mercoledì dopo l’annuncio a Karlsruhe. «Penso che sia una sentenza molto buona, pionieristica, lungimirante». Il contributo di trasmissione è la fonte di reddito più importante per ARD, ZDF e Deutschlandradio. Nel 2017 sono stati pagati poco meno di otto miliardi di euro.

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Le domande e le risposte più importanti riguardanti la sentenza della Corte costituzionale federale possono essere trovate qui. Fonte dpa (Ansa tedesca).

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Foto di copertina: © Gadini, Fernbedienung, CC0.