©Youtube, CC0, La fuga de Conrad Schumann

La triste storia di Conrad Schumann, il soldato dell’est che saltò “il Muro”

Un simbolo di libertà e disperazione

Hans Conrad Schumann, originario di Leutwitz, nel 1961, compì un gesto che sarebbe passato alla storia. Conrad, allora solo diciannovenne, era una guardia di frontiera della Germania Est. Durante la costruzione del Muro, Conrad fu il primo a fuggire dal settore sovietico. Lo fece saltando il filo spinato, immortalato dal fotografo Peter Leibing in uno scatto senza tempo. Divenuto simbolo della ricerca disperata della libertà, in onore del suo gesto è stato eretto un monumento nei pressi di Bernauer Straße. Purtroppo, la tragica morte di Conrad testimonia come, talvolta, dietro alle più note icone ci siano soltanto dolore e sopraffazione.

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Chi era Conrad Schumann

Conrad Schumann veniva da una famiglia modesta. Quando aveva appena 18 anni, entrò a far parte dell’esercito della Germania Est. Nel 1960, Conrad era un giovanissimo sottufficiale, formatosi nella scuola di sottufficiali di Potsdam. Il 15 agosto del 1961, mentre la costruzione del Muro era soltanto al suo secondo giorno, Conrad prestava servizio a Berlino. Erano le 16:00 e  lui aveva il compito di sorvegliare l’angolo tra Ruppiner Straße e Bernauer Straße. In quel momento, il Muro era ancora ai suoi albori: una semplice bobina di filo spinato, alta più o meno 80 cm. Alcuni soldati tedeschi della Germania Ovest gridarono al giovane soldato dell’Est: «Komm ‘rüber!» (Vieni!). Conrad Schumann saltò allora sul filo spinato, lasciando cadere la sua  mitragliatrice. La polizia di Berlino Ovest era rimasta lì ad attenderlo e gli permise così di fuggire prontamente.

 

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Il salto

Il gesto di Conrad assunse ben presto risonanza mondiale, assurgendo a simbolo della Guerra Fredda. A saltare, infatti, non era stato un semplice cittadino bensì un soldato preposto proprio ad impedire eventuali fughe dalla Germania Est. «I miei nervi erano al punto di rottura. Avevo molta paura, sono sceso, ho saltato e sono entrato in macchina. In tre, quattro secondi era tutto finito». Così Conrad ha descritto quel fatidico momento. Quel salto lo avrebbe in qualche modo sdoppiato. Per il mondo sovietico, era diventato il più becero dei traditori. Per il mondo occidentale, invece egli era assurto a simbolo vivente del mondo libero. I passanti, al suo arrivo in Germania Ovest, lo adulavano ma l’unica cosa che Schumann volle, arrivato a Berlino Ovest, fu un sandwich. Né Conrad Schumann né Peter Leibing, autore del celeberrimo scatto, divennero ricchi dalla vendita della foto. Il primo, divenuto ormai una “figura storica”, non ne possedeva più i diritti. Il secondo era soltanto al soldo di un’agenzia.

©Youtube.

Un tragico epilogo

Dopo la fuga, Conrad Schumann ottenne lo stato di rifugiato e si trasferì a Edenhausen, nel distretto di Günzburg, in Baviera. Qui incontrò quella che sarebbe diventata sua moglie, Kunigunde, dalla quale avrebbe avuto anche un figlio. Prima della caduta del Muro, avvenuta il 9 novembre del 1989, la Stasi tentò incessantemente di convincere Conrad a rientrare, facendo pressione sui suoi familiari rimasti in Germania Est. Questi, quando il Muro venne abbattuto, avrebbero poi rifiutato di incontrarlo. Dopo il trasferimento in Baviera, Conrad Schumann cambiò diversi mestieri per poi lavorare stabilmente, per ben 27 anni, sulla catena di montaggio di Audi. Tuttavia non è mai riuscito a raggiungere la tranquillità a lungo agognata. Non lo ha mai lasciato, ad esempio, il timore di subire una vendetta da parte di alcuni suoi ex-colleghi del Ministero della sicurezza dello Stato. Ha sofferto a più riprese di depressione e alcolismo. Il 20 giugno del 1998, a soli 56 anni, a causa di un diverbio con la moglie, Conrad Schumann si suicidò. Fu trovato impiccato ad un albero poco lontano dalla sua abitazione, in Baviera.

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Immagine di copertina:©Youtube, CC0.