Nuovi grattacieli ad Alexanderplatz, ecco come apparirà la leggendaria piazza di Berlino nel 2023

Un nuovo tassello si aggiungerà presto alla storia travagliata di uno dei luoghi simbolo di Berlino: Alexanderplatz

Da poco è stato reso pubblico il vincitore di un importante concorso di progettazione che cambierà gli equilibri ponderali di Alexanderplatz ed anche lo skyline stesso della città. Compariranno un nuovo grattacielo, destinato ad uffici e attività commerciali, ma anche appartamenti e spazi pubblici. Numerosi anche gli interventi per ridurre l’impatto ambientale. Il progetto dovrebbe essere completato nel 2023.

©Sauerbruch Hutton

I cambiamenti di Alexanderplatz nel corso degli anni

Parafrasando la celebre citazione di Jack Lang secondo cui “Parigi è sempre Parigi e Berlino non è mai Berlino!” possiamo specificatamente dire che Alexanderplatz non è mai Alexanderplatz. La piazza divenne un luogo strategico già nel tardo XIX secolo, con la costruzione della stazione e dei mercati generali, divenendo così una delle maggiori zone commerciali della città, e tale rimase fino al 1940-45, quando i bombardamenti la danneggiarono gravemente. Alexanderplatz è stata oggetto di numerose rimodulazioni nella sua storia: negli anni sessanta fu allargata, assurgendo a luogo simbolo della DDR grazie anche alla presenza della Fernsehturm, la Torre della Televisione, la seconda struttura più alta in Europa. A seguito della riunificazione tedesca la piazza è stata gradualmente modificata e tramite un concorso, vinto dal Prof. Hans Kollhof, è stato realizzato un Masterplan che prevedeva ben 13 torri, rimasto disatteso in toto fino ai giorni nostri.

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Il nuovo progetto

La giuria di esperti Markus Allmann, Julia Bolles-Wilson, Armand Grüntuch e Jórunn Ragnasdóttir ha ringraziato tutti i partecipanti, in particolare Diener&Diener Architects (Basilea) e Jean-Paul Viguier&Associés (Parigi) che si sono classificati secondo e terzo al concorso, ed ha decretato vincitore lo studio di architettura berlinese Sauerbruch Hutton. La Covivio, società finanziatrice del progetto, svilupperà un grattacielo ad uso misto con 60.000 metri quadrati di superficie totale, di cui circa 26.570 metri quadrati di uffici, tra cui un coworking space, 21.900 metri quadrati di superficie commerciale e 11.400 metri quadrati di superficie abitabile. Quasi una città in miniatura. Il nuovo edificio, secondo gli intenti dei progettisti, completerà la piazza ed offrirà un’esperienza gastronomica e di shopping che animeranno ulteriormente lo spazio urbano. La grande novità è però la realizzazione di appartamenti direttamente su Alexanderplatz, che ospiteranno circa 500 persone. Gli appartamenti, dislocati su sei piani, saranno di dimensioni comprese tra i 20, metratura impensabile fino a qualche tempo fa, ed i 95 metri quadrati. L’edificio sarà composto da due parti distinte ma integrate tra loro: un edificio basso a mo’ di zoccolo, il cui volume, materialità e struttura di facciata dialogano in maniera armonica con gli edifici vicini e la cui altezza è determinata dai due edifici  degli anni ‘30 (Alexanderhaus e Berolinahaus) realizzati dall’architetto Peter Behrens. A questo si aggiunge un edificio a torre, che si adegua allo sviluppo già esistente e previsto in Alexanderstraße, rifacendosi così alle prescrizioni del Masterplan di Kollhof. L’elemento di base della pianificazione urbana del progetto di Kollhof era infatti una tipologia di edificio che combina un blocco e una torre, conferendo  continuità allo spazio urbano disgregato. La perturbazione d’aria nella piazza, causata dalla presenza di edifici alti isolati che creano accelerazioni del vento, dovrà essere evitata grazie a bassi edifici a zoccolo e al posizionamento delle torri sui lati rivolti verso lo spazio.

©Sauerbruch Hutton

Spazi pubblici e riduzione dell’impatto ambientale

Lo spazio pubblico è il focus su cui insisteva il bando di concorso e su cui pone molta enfasi il progetto vincitore. Sul tetto della costruzione a zoccolo ci sarà un “Garden Club” semipubblico dotato di giardino pensile, che sarà il centro interno della comunità dell’edificio e dei suoi ospiti. Inoltre, nella corte della parte residenziale ci sarà un ampio giardino, a disposizione dei residenti. Numerosi, inoltre, gli accorgimenti volti a ridurre l’impatto ambientale attraverso un progetto di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni di CO2: facciata dotata di unità fotovoltaiche, ventilazione naturale, pompe per l’energia geotermica e riutilizzo delle acque grigie. A ricoprire questo cuore tecnologico sarà una facciata dal linguaggio piuttosto conservativo, per gli ottimisti forse definibile come Zeitloss, ma evidentemente si tratta di un edifico “di sostanza” e non apparenza, senza slanci formali di grande creatività. Un appiattimento formale contagioso che sta rendendo la città di Berlino fin troppo omogenea: se il processo di gentrificazione e di livellamento della città sugli standard delle altre capitali europee appare inevitabile e forse “normale”, esso risulta invece poco comprensibile.

 

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Immagine di copertina: © Sauerbruch Hutton