© Oleksii Khodakivskiy, Vintage bicycle handlebars with a retro bike bell parked on the city, BY-SA CC 0.0

«Quando la polizia di Berlino mi ha multato di 20 euro perché la mia bici non aveva le luci»

Editti bulgari

Due settimane fa un eroico agente della Polizei fermava il sottoscritto sulla bicicletta e mi infliggeva una multa di 20 euro per guida senza luci e per stare percorrendo il marciapiede in senso opposto al traffico.

Ho desistito immediatamente dalle suppliche: non sono degne di me e comunque con la Polizei non attaccano. Sono gentilissimi e inflessibili, ho conciliato subito, anzi, ho cercato di pagare al momento, ma mi è stato impossibile.

La Polizei tedesca è il perfetto mix tra estremo rigore e puro menefreghismo. Oggi, sulla contravvenzione arrivatami a casa risulto essere nato in Bulgaria.

È vero che la mia carta di identità non sembra una reliquia, ma “Repubblica Italiana” è bene in evidenza. Hanno probabilmente scambiato la sigla “BG”, Bergamo, per Bulgaria.

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Da quando sono a Berlino ne ho sentite di tutte sulla mia presunta provenienza: nessuno crede sia italiano, ma piuttosto un russo, un inglese, uno svizzero o un austriaco, un francese, uno di Lipsia, un qualche tipo di slavo e anche, in definitiva, un Kanaak e, ora, persino bulgaro.

Quando mi accorgo di certe occhiatine derisorie e noto nei presenti un’incredulità sospettosa di solito cedo. Prima, soprattutto con le donne, arrivavo a estrarre i documenti per farli analizzare e confermare le mie parole, ora non più, ora semplicemente ammetto e confesso di essere un albanese, in futuro un bulgaro.

È l’Unione europea, dolcezza.

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Foto di copertina: © Oleksii Khodakivskiy, Vintage bicycle handlebars with a retro bike bell parked on the city, BY-SA CC 0.0