U2 - Copertina dell' album Achtung Baby

Achtung Baby, come Berlino ha stravolto il sound degli U2

Un cambio di rotta che, all’epoca, aveva scioccato i fan della band irlandese

Correva l’anno 1987 e gli U2 avevano appena pubblicato The Joshua Tree, album che contiene alcune delle più famose hit del gruppo come Where the Streets Have no Name o Bullet the Blue Sky. Il disco aveva rappresentato un primo cambio di rotta nelle sonorità degli U2 che erano passati dalle atmosfere new wave e post-punk di album come War, Boy o October a uno stile musicale più ‘americano’ che mescolava sapientemente blues, gospel e country. Questa evoluzione aveva trovato il suo zenit nel successivo live album Rattle and Hum, registrato durante il trionfale Joshua Tree Tour. Ma la storia d’amore tra gli U2 e il sound americano durò molto poco. Nel 1990 i quattro irlandesi arrivarono a Berlino, dove cominciarono a registrare quello che sarebbe stato il disco che avrebbe scioccato non poco i fan e che può essere considerato il capolavoro assoluto degli U2: Achtung Baby.

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La decisione della band di andare nella capitale tedesca dettata dalla volontà di trovare una nuova ispirazione

A Berlino gli U2 arrivarono il 3 ottobre 1990, giorno in cui si festeggiava la riunificazione della Germania. Ironia della sorte, si ritrovarono proprio in mezzo a una manifestazione anti-unificazione. Ad accompagnarli gli storici produttori Brian Eno e Daniel Lanois che con gli U2 avevano già collaborato alla realizzazione di The Unforgettable Fire e The Joshua Tree. Inizialmente il gruppo rimase sconvolto dalla tristezza e dall’atmosfera oscura che si respirava ancora a Berlino, una città che, ovviamente, pagava ancora le conseguenze di anni di divisione. A complicare la situazione si aggiunsero le tensioni che si erano create tra i membri della band per la direzione musicale che avrebbe dovuto avere il nuovo album. Da una parte la sezione ritmica, con il bassista Adam Clayton e il batterista Larry Mullen Jr, dall’altra la parte melodica con il chitarrista The Edge e Bono. I primi avrebbero voluto continuare sul sentiero già tracciato con The Joshua Tree, i secondi, soprattutto The Edge, che era stato folgorato da gruppi krautrock come gli Einstürzende Neubauten o gli americani Nine Inch Nails, volevano sperimentare nuove sonorità. Anche i testi scritti da Bono avevano preso una direzione molto più ‘intimista’ e oscura, con alcune liriche al limite del nichilismo. I nuovi versi erano lontani da quell’idealismo e da quella spiritualità che caratterizzava gran parte della loro precedente produzione. La musica che li avrebbe accompagnati non sarebbe mai potuta essere quella che si poteva ascoltare in The Joshua Tree. Clayton e Mullen – anche grazie all’intervento di quella mente superiore che è Brian Eno – si convinsero e, agli Hansa Studios, cominciarono le registrazioni di Achtung Baby, titolo programmatico che già voleva avvisare i fan sul fatto che la musica dei loro beniamini non sarebbe stata più la stessa.

I’m ready, ready for what’s next

Il viaggio di Achtung Baby non poteva che cominciare salendo a bordo della linea U2 di Berlino, precisamente dalla Zoo Station, titolo del brano che apre l’album e che, già dal testo, è una dichiarazione molto chiara ai fan.

I’m ready

Ready for what’s next

Ready to duck

Ready to dive […]

I’m ready

Ready for the push […]

Times is a train

Makes the future the past

Gli U2 erano pronti al cambiamento radicale. Un po’ meno lo erano i fan che, inizialmente, avevano dovuto fare i conti con sonorità acide, con la chitarra di The Edge ai massimi della distorsione che lanciava vere e proprie rasoiate nelle orecchie degli ascoltatori. Le linee di basso di Clayton non erano mai state così piene e potenti, così come la batteria di Mullen. Come primo singolo fu scelto il brano The Fly, cosa che deve aver scombussolato non poco il pubblico, visto il riff tagliente con cui The Edge apre il brano lontanissimo dalle morbide melodie di canzoni come Where the Streets Have no Name. Ma anche il testo non è da meno, con Bono che canta una sorta di auto-accusa nell’essere una rockstar, una profonda riflessione sulle debolezze umane derivate dal successo:

It’s no secret that a conscience can sometimes be a pest

It’s no secret ambition bites the nails of success

Every artist is a cannibal, every poet is a thief

All kill their inspiration and sing about their grief

Mai come prima Bono aveva scavato così profondamente dentro di sè. Anche i temi religiosi -particolarmente cari agli U2,  come si evince ascoltando 40, brano contenuto nell’album War – in Achtung Baby assumono dei toni oscuri, e ciò si capisce prestando attenzione al testo di Until the End of the World in cui Giuda Iscariota ha un dialogo con Gesù dopo averlo tradito. Un attimo di ‘luce’ è la ballata One, il cui video è stato girato all’interno degli Hansa Studio. Anche l’amore, invece – tradizionalmente fonte di felicità – diventa causa di dolore. So Cruel, scritta dopo la fine del matrimonio di The Edge, o Love is Blindness ne sono un chiaro esempio. Ma è sicuramente Acrobat la canzone più potente di tutto l’album, forse uno dei pezzi migliori e più oscuri mai scritti dagli U2. Una canzone con un testo talmente forte per cui lo stesso Bono aveva dichiarato in più interviste che non sarebbe mai riuscito a proporla dal vivo, questo a causa del forte coinvolgimento emotivo che il cantante avrebbe provato cantandola. Infatti Acrobat non venne mai proposta in concerto, diventando una sorta di Santo Graal per i fan del gruppo. Ma nell’ultimo Experience + Innocence Tour, a sorpresa, la canzone venne inserita in scaletta ogni sera, per la gioia di tutti i fan della band irlandese.

ZooTV Tour, la mastodontica tournee che portò Achtung Baby dal vivo in giro per il mondo

Ma anche la serie di concerti che seguì la pubblicazione di Achtung Baby lasciarono a bocca aperta i fan. Progettato dal fedelissimo Willie Williams, il palco dello ZooTV Tour si lasciava alle spalle la semplicità che aveva caratterizzato le precedenti tournè degli U2. Era un palco gigantesco: al posto dei classici riflettori furono montate delle Trabant, l’iconica automobile della DDR, ad illuminare tutto con i loro fanali. Alle spalle della band 4 giganteschi megaschermi in cui venivano proiettati spezzoni di pubblicità con messaggi subliminali nascosti e perfino frame di film pornografici. Bono abbandonò il look ‘classico’ con cui si presentava sul palco durante le date del The Joshua Tree Tour per presentarsi come un’arrogante rockstar vestita di pelle che fumava sul palco. Creò anche un alter ego, Mr MacPhisto, un diavolo che passeggiava tra i comuni mortali per portare a compimento la distruzione di un’umanità ormai corrotta. Con 157 date e più di 5 milioni di spettatori, lo ZooTv Tour fu la serie di concerti più lunga e di successo che gli U2 intrapresero fino a quel momento. Berlino aveva cambiato profondamente il sound, l’immagine e il modo di vedere il successo della band, portandoli a esplorare territori che, probabilmente, non avrebbero mai intrapreso senza l’atmosfera che avevano respirato nella città tedesca. E noi fan avremmo perso uno degli album più importanti, innovativi e creativi degli ultimi decenni.

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Berlino Schule tedesco a Berlino

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Immagine di copertina: U2 – Copertina dell’ album Achtung Baby