Brecht serie tv

Brecht, perchè la nuova serie sul drammaturgo tedesco non convince

Sulla carta, una serie del genere poteva diventare un piccolo capolavoro, ma così non è stato

Baal, L’opera da tre soldi, Tamburi nella notte sono solo alcune delle opere scritte da uno dei più grandi letterati del ventesimo secolo: Bertolt Brecht. La sua (complicata) vita è raccontata in una nuova serie televisiva diretta da Heinrich Breloer e prodotta da Bavaria Fiction divisa in due puntate da 90 minuti ciascuna e presentata alla Berlinale 2019. Quello che è sicuro, dopo averla vista, è che la portata rivoluzionaria delle opere e del pensiero brechtiano non sono di certo ben rappresentate da questa fiction, confezionata ad uso e consumo di un pubblico televisivo.

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Il pensiero critico di Bertolt Brecht non viene per nulla approfondito, la fiction rimane su un livello da gossip morboso e superficiale

Il regista, infatti, decide di concentrarsi molto di più sul raccontare le vicende sentimentali di Brecht, le straordinarie opere che scrive nel corso della sua vita sono un mero sottofondo della narrazione. Il primo episodio comincia con un vecchio Brecht nel suo appartamento di Berlino Est nel 1956. Con un flashback le vicende si spostano nel 1915, con un giovane Brecht intento a corteggiare Paula Banholzer e intento a scrivere le sue prime poesie. Sullo sfondo le vicende della prima guerra mondiale, al cui fronte andranno a combattere il migliore amico e il fratello di Brecht. Breloer è più concentrato a raccontare gli sviluppi delle vicende amorose di Brecht, dedicando solo una brevissima scena a un episodio molto importante della giovinezza del drammaturgo tedesco, quel tema antimilitarista che provocò uno scandalo nella scuola che frequentava e in cui scriveva che «il detto che dolce e onorevole è morire per la patria può essere considerato solo come propaganda con determinati fini». Ma il regista non sembra interessato ad approfondire il pensiero brechtiano sulle vicende del suo tempo o a indagare le sue opere, tanto che, ad esempio, la stesura del Baal, di importanza capitale per la storia del teatro contemporaneo, è solamente accennato, così come la sua vicinanza al movimento spartachista. Il dramma antimilitarista Tamburi nella notte viene solamente nominato durante una festa in cui, neanche a dirlo, vediamo Brecht intento a rimorchiare una donna.

Un altro scivolone della fiction è sicuramente la rappresentazione dei suoi protagonisti

Già dalle prime scene il giovane Brecht viene dipinto come una persona estremamente possessiva e con un ego smisurato che suscita da subito una certa antipatia. È gelosissimo delle sue donne, tanto da dire alla sua prima fidanzata, Paula Banholzer, di volerla chiudere in una stanza per evitare che possa anche solo vedere altri uomini, nel frattempo lui la tradisce con un’attrice. La sua arroganza lo porta ad affermare che lui sarà «l’ultimo genio, l’ultimo letterato tedesco dopo Goethe e Schiller». Se Brecht risulta di non facile sopportazione, ancora peggio sono gli altri personaggi storici che vengono introdotti nella fiction. Nonostante siano personalità estremamente forti non hanno alcun tipo di caratterizzazione, sono fantocci buttati lì solo per dare una sorta di riempimento alle vicende narrate. Come scrive Jay Weissberg nella sua recensione della serie per Variety «hanno una profondità che è pari a quella di un wafer alla menta». Sconvolgente il fatto di eliminare alcuni personaggi che hanno collaborato e contribuito a sviluppare il nuovo modo di concepire il teatro di Brecht, come Erwin Piscator. Ovviamente, al loro posto, sono state inserite molte donzelle con cui Brecht se la spassava.

Un elemento della fiction, però, ci è piaciuto

L’aspetto più interessante di Brecht è sicuramente l’espediente scelto per narrare le sue vicende. Il regista inframezza le scene con gli attori a estratti in cui intervengono i veri personaggi che hanno conosciuto Brecht, attraverso immagini e interviste di repertorio come, ad esempio, Paula Banholzer, i registi Egon Monk e Manfred Wekwerth o l’attrice Regine Lutz. Anche le vicende della guerra sono ricostruite con filmati di repertorio e, questo innesto di realtà, nella fiction funziona. Ma rimane l’unico elemento riuscito della serie. Per il resto se volete conoscere veramente Brecht e capire perchè, a tutt’oggi, è ancora uno degli autori più apprezzati e studiati, vi consigliamo di spegnere la TV e leggere le sue opere.

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Berlino Schule tedesco a Berlino

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