«Io Italiana, ingegnere dati a Berlino: qui salari doppi e possibilità di carriera»

Torino, Milano e da tre anni e mezzo finalmente Berlino, nel paese di cui è sempre stata entusiasta: la storia di Giovanna Ruscitti

«Ho sempre avuto il desiderio di lavorare in Germania. Vivere qui mi dà sicurezza e stabilità» Giovanna Ruscitti, aquilana laureata in Fisica, lavora come ingegnere dati nella sede berlinese di Delivery Hero, azienda leader nelle consegne di cibo a domicilio, dopo una lunga parte di carriera trascorsa in Italia. «Se si hanno voglia e capacità di crescita o leadership, Berlino è sicuramente la città giusta. Qui si viene pagati il doppio rispetto all’Italia, direi una bella gratificazione. Se l’attività che svolgi non ti piace, puoi sempre trovare ciò che è meglio per te. Questo fa in modo che ci sia un posizionamento naturale all’interno dell’azienda. Il mio lavoro mi appassiona. Mi occupo della programmazione e gestione dei software. È una sfida continua, niente rimane costante e devo sempre risolvere nuove situazioni».

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Da L’Aquila a Berlino

«Ho sempre voluto spostarmi all’estero, nonostante in Italia avessi un lavoro a contratto indeterminato per Vodafone prima a Torino, poi a Milano. Già all’epoca chiesi un trasferimento interno ad una delle sedi tedesche, ma ogni volta, quando l’obiettivo sembrava concretizzarsi, saltava fuori qualche ragione aziendale non specificata a bloccare tutto. Berlino non era mai rientrata tra le scelte papabili. Preferivo città di forte stampo tedesco, come Francoforte, Düsseldorf o Monaco». In particolare, aveva tentato di farsi spostare a Ratingen. Anche in questa occasione aveva iniziato il processo di assunzione, con tutti i colloqui che ne conseguono, senza esiti positivi. «Ho vissuto  negativamente questo ulteriore rifiuto. Credevo non avrei avuto nessun’altra occasione, e per questo motivo smisi di pensare alla Germania per ben due anni, prima di provarci nuovamente, stavolta con un’altra azienda, Delivery Hero. E, finalmente, farcela».

Le differenze tra il lavoro italiano e quello tedesco

«Se in Germania vieni accettato per un lavoro, è grazie a meriti personali. Fin dall’inizio sono rimasta positivamente colpita dai rapporti tra colleghi. La collaborazione vince sulla competitività e ci si confronta in modo rispettoso. C’è poi la fortuna di poter lavorare in un ambiente multiculturale, un aspetto importante che in Italia ancora manca. La mia capacità di risolvere problemi improvvisi è sempre stata apprezzata dai colleghi. Noi italiani siamo abituati a dovercela cavare, mentre i tedeschi hanno spesso un ambiente tutelato e con meno imprevisti».

Vivere a Berlino da italiana

«Un aspetto negativo su cui rifletto spesso è la superficialità delle relazioni. Non perché le persone siano leggere, ma Berlino è una città di passaggio e molti si spostano dopo qualche anno. Mi manca il pranzo della domenica a casa dei miei o uscire il sabato sera con gli amici di sempre. Malgrado questo, penso che i benefici della città compensino le sue mancanze. L’unico momento in cui mi sono stata trattata con disparità è stato quando ho voluto comprare casa. Nonostante ami molto la Germania, non parlo tedesco. Lavoro e vivo tranquillamente con l’inglese e questo mi ha screditata agli occhi dei venditori. Ho dovuto chiedere a un mio collega tedesco di accompagnarmi durante le interviste con le agenzie immobiliari. Da quel momento è stato tutto più facile e ho visto meno scetticismo». Esclusa questa particolare situazione, non ci sono state altre circostanze scomode. «I miei colleghi mi prendono in giro sul forte accento italiano e su come io sia severa nel vedere l’ananas sulla pizza. Ma sono cose su cui scherziamo insieme».

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immagine di copertina: © Giovanna Ruscitti