suffragio femminile tedesco

La storia del suffragio femminile in Germania approvato nel 1918

La Germania celebra l’approvazione del suffragio femminile, ma non dimentica le questioni attuali

Sono passati più di cento anni da quando le donne tedesche hanno ottenuto il diritto di voto: era il 1918, infatti, quando la Germania approvava il suffragio femminile. Il Museo di Storia di Francoforte ha deciso di dedicare all’evento la mostra Damenwahl!letteralmente “il voto delle donne”. Dalla situazione delle donne dell’impero tedesco e i primi movimenti femministi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, la mostra ha dedicato anche uno spazio ai dibattiti attuali su emancipazione, diritti e tematiche di genere.

Le donne che hanno fatto la storia della politica tedesca all’inizio del ‘900

I nomi di Clara Zetkin, Hedwig Dohm, Minna Cauer, Helene Lange, Anita Augspurg e Lida Gustava Heymann non vi dicono niente? Eppure sono state tra le donne che nella prima metà del ‘900 hanno segnato la storia del femminismo tedesco e hanno lottato per i diritti delle donne, contribuendo al raggiungimento del suffragio femminile nel 1918. Clara Zetkin, che intrattenne con la più famosa Rosa Luxemburg stretti rapporti personali e politici, fu militante dell’area socialista e per questo più volte costretta all’esilio. Nonostante ciò, riuscì a lasciare un importante segno nella storia tedesca (e non solo). Definita dal Kaiser Guglielmo II come «la strega più pericolosa dell’impero tedesco», fu direttrice del quotidiano femminile Die Gleichheit (L’Uguaglianza) e tra le sostenitrici della Giornata internazionale della donna, istituita nel marzo del 1911 e che a partire dal 2019 a Berlino è giorno festivo. L’associazione Women’s Welfare Association, fondata a Berlino nel 1888 da Minna Cauer e da lei diretta fino al 1919 fu molto importante per le lotte in favore del diritto di aborto. La stessa Minna Cauer fondò nel 1902 insieme a Anita Augspurg e Lida Gustava Heymann l’Unione tedesca per il suffragio femminile.

View this post on Instagram

Anita Augs­purg (links) war eine unerschrockene Frau: Sie rauchte, fuhr Fahrrad und trug einen Kurz­haarschnitt – vollkommen unüblich für Frauen des 19. Jahrhunderts. ??? Um die Rechte der Frauen besser einfordern zu können, begann Augspurg außerdem, Jura zu studieren. Dafür musste sie in die Schweiz gehen, da Frauen in Deutschland noch nicht studieren durften. Mit anderen radikal Verbündeten gründete Augspurg 1902 den ersten Frauenwahlrechtsverein – den Deutschen Verein für Frauen­stimmrecht. Es war der erste Verein aus dem bürgerlich radikalen Flügel der Frauenrechtsbewegung, der sich spe­ziell auf die Erlangung des aktiven und passiven Wahlrechts für Frauen fokussierte. ?Es ist also wesentlich Augspurg zu verdanken, dass deutsche Frauen seit 100 Jahren wählen dürfen. Weitere Mitstreiterinnen und Höhepunkte der Bewegung findet ihr nachher auf fluter de. ? . ? Atelier Elvira, Wikimedia . . #frauenwahlrecht #iamafeminist #femalepower #genderequality #genderfluidity #thefutureisfemale #feminismus #anitaaugspurg #100jahrefrauenwahlrecht

A post shared by fluter (@fluter) on

«I diritti umani non hanno genere»

Grande sostenitrice del suffragio femminile fu anche Hedwig Dohm, scrittrice e femminista tedesca che morì poco dopo la conquista del diritto di voto da parte delle donne. Dopo aver studiato in gran parte da autodidatta, lottò per la riforma del sistema educativo affinché anche le donne potessero avere diritto all’istruzione. Sostenne che «i diritti umani non hanno genere» e lottò per la piena parità giuridica, sociale ed economica tra uomini e donne. Inoltre, sostenne che i comportamenti di genere sono dovuti a costrizioni culturali e non a determinazioni biologiche. Queste sue idee apparvero molto radicali e furono soggette a forti critiche, ma furono di grande importanza per i movimenti femministi successivi. Di posizioni più moderate fu Helene Lange, che insegnò a Berlino a partire dal 1870 e sostenne la necessità di raggiungere l’uguaglianza tra donne e uomini in merito a opportunità di educazione e di carriera.

View this post on Instagram

Hedwig Dohm gilt als radikalste Kämpferin der historischen Frauen­bewegung.?♀Zugang zu intellek­tuellen Kreisen wurde ihr erst gewährt, als sie mit 22 den Autor Ernst Dohm heiratete, der als Redakteur bei einem politischen Satiremagazin arbeitete. Zwanzig Jahre später und als fünffache Mutter begann Dohm, über die Frauenfrage zu schreiben. 1876 forderte sie in einer Publikation das Stimmrecht für Frauen: „Menschenrechte haben kein Geschlecht.“ ??????Seit genau hundert Jahren haben deutsche Frauen das aktive und passive Wahlrecht. Das Ergebnis eines zähen Kampfes zahlreicher Frauenvereine und Frauen wie Hedwig Dohm. . ? Hanns Hanfstaengl / ETH-Bibliothek Zürich, Thomas-Mann-Archiv . . #frauenwahlrecht #mondaymotivation #onthisday #femalepower #genderequality #genderfluidity #thefutureisfemale #100jahrefrauenwahlrecht #feminismus

A post shared by fluter (@fluter) on

Il suffragio femminile in Italia e nel resto del mondo

Le donne in Italia hanno ottenuto il diritto di voto solo dopo la Seconda Guerra mondiale, nel 1945. Quindi quasi trent’anni dopo il suffragio femminile in Germania e un anno dopo quello in Francia del 1944. Molti paesi hanno approvato il suffragio femminile negli anni della Prima Guerra mondiale: nel 1917 Russia e Canada, l’anno successivo, al pari della Germania, Austria, Polonia e, con alcune restrizioni, Irlanda e Gran Bretagna. Le donne in USA e Libia lo hanno ottenuto nel 1920. Chi l’aveva approvato prima? Il suffragio femminile è stato approvato per la prima volta nel 1893 in Nuova Zelanda. Subito dopo, agli inizi del XX secolo, Australia (1902), Finlandia (1906) e Norvegia (1907). Spagna e Portogallo, invece, lo hanno approvato nel 1931, tre anni prima di Turchia e Cuba. La maggior parte delle donne del continente africano hanno ottenuto il voto tra gli anni ’50 e gli anni ’80. La storia del suffragio femminile è lunga e travagliata in tutto il mondo e bisogna aspettare addirittura il 2000 per l’approvazione negli Emirati Arabi e nel Bahrein. L’Arabia Saudita ha concesso il diritto di voto alle donne solo nel 2011.

Leggi anche: Fighting for Visibility, a Berlino una mostra per conoscere le storie di donne coraggiose

Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive, corsi da 48 ore a 212 €. Scrivi a info@berlinoschule.com o clicca sul banner per maggior informazioni

Guarda foto e video e partecipa a concorsi per biglietti di concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su Facebook, Instagram e Twitter

Immagine di copertina @ Valentina Riolo