La storia dell’ultima vittima del Muro di Berlino

L’ultima persona uccisa dalle guardie di frontiera del Muro di Berlino: la storia di Chris Gueffroy

Ricorre il trentesimo anniversario della morte dell’ultima vittima del Muro di Berlino. Chris Gueffroy, mentre cercava di raggiungere la Germania dell’Ovest, venne ucciso dalle guardie di frontiera. Aveva vent’anni e stava tentando di sfuggire dalla dittatura dell’Est. Martedì 5 febbraio 2019 la Fondazione del Muro di Berlino ha tenuto una cerimonia commemorativa in memoria di questo giovane cameriere assassinato con colpi di arma da fuoco durante la sua fuga verso la libertà. Era il 5 febbraio 1989 e solo nove mesi dopo quel muro, che provocò la morte di Chris, sarebbe caduto. In suo onore è stata pronunciata una preghiera in una chiesa dell’ex braccio della morte e i dignitari locali hanno deposto una corona di fiori nel punto esatto in un cui il giovane rimase ucciso.

Le storia del Muro di Berlino, 140 persone rimaste uccise durante la loro fuga verso la libertà

Dopo che un aereo spia americano cadde su territorio sovietico nel 1961, Nikita Cruscev (al tempo Segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica) diede l’ordine di costruire un muro che avrebbe definitivamente separato la Germania dell’Est comunista (RDT) dalla Germania dell’Ovest (RFG). In una sola notte, tra il 12 e il 13 agosto del ’61, fu costruito il Muro di Berlino. A partire da quel momento ogni forma di comunicazione tra le parti fu resa impossibile. Intere famiglie si ritrovarono divise e impossibilitate a ricongiungersi. Spostarsi da una parte all’altra del muro era proibito, pena la morte. Tra il 1961 e il 1989 rimasero vittime del Muro almeno 140 persone, solo tra quelle attestate ufficialmente dai registri. Tentando di attraversare illegalmente la barriera di confine, pur di lasciare la RDT, centinaia di persone furono uccise a colpi di arma da fuoco. Chris Gueffroy è stato l’ultimo ad aver tentato e fallito.

Il piano di fuga di Chris Gueffroy, come rimase ucciso

Chris Gueffroy voleva diventare attore o pilota ma dovette crescere sotto il controllo del regime della RDT, sotto la cui influenza non esisteva libertà di pensiero. Una volta finita la scuola Chris si oppose alla scelta obbligata di arruolarsi nell’Esercito popolare nazionale e per questo gli venne negato il diritto di andare all’università. Dopo aver lavorato per diversi anni come cameriere, nel 1989 Chris venne arruolato forzatamente nell’esercito. Decise allora di scappare e di preparare un piano di fuga. Il suo tentativo di compiere la traversata, il 5 febbraio di quello stesso anno, si basava sulla falsa diceria secondo cui l’ordine di sparare alle persone che tentavano di oltrepassare illegalmente il Muro fosse stato sospeso. Il 5 febbraio del 1989, Chris Gueffroy e il suo amico Christian Gaudian attuarono il loro piano di fuga. Si insinuarono sotto la copertura del canale Britz di Berlino, dove speravano di oltrepassare il confine, e a mezzanotte iniziarono a scalare il Muro (alto circa tre metri). Dopo un ultimo sopravvento, si avvicinarono alla rete metallica che li separava dalla Germania Ovest e tentarono di oltrepassarla. A quel punto le sirene risuonarono e le guardie di frontiera aprirono il fuoco. Gueffroy fu colpito due volte al petto e morì all’istante, il suo amico Gaudian rimase gravemente ferito. Venne arrestato subito dopo e condannato a tre anni di carcere per tentato passaggio illegale di confine. La Germania dell’Est perseguitava i suoi cittadini attraverso un sistema repressivo basato sul terrore che ricorreva sistematicamente all’uso della forza. La polizia segreta rinchiudeva i cittadini ritenuti sleali nei confronti dello Stato e li sottoponeva a torture. Non è possibile quantificare con certezza il numero delle persone rimaste vittime del regime, perché molte delle morti furono occultate e le famiglie delle vittime costrette al silenzio. Anche nel caso di Gueffroy si tentò di mantenere il segreto ma il suo caso ebbe una tale risonanza che furono organizzate delle proteste a livello internazionale. Il movimento spinse il leader della RDT, Erich Honecker, a decretare la fine della politica di sparare sui cittadini che tentavo di oltrepassare il Muro. Chris fu l’ultimo dei fuggiaschi a morire nella sua corsa verso la libertà.

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Immagine di copertina: © Chris Gueffroy, Brewer Bob, Opera propria CC BY-SA 3.0