Cosa abbiamo visto all’Ostpro, il mercatino con prodotti DDR ammantato di Ostalgie

Dal 31 marzo all’1 aprile 2017 si è tenuta a Berlino la 26esima edizione dell’Ostpro, il bellissimo mercatino dei prodotti della Germania dell’Est.

Domenica scorsa si è conclusa a Berlino la 26esima edizione dell’Ostpro, il mercatino più caratteristico dei prodotti della Germania dell’Est, di cui avevamo già parlato qui. La fiera è nata nel 1991, un anno dopo la Riunificazione tedesca, e ben presto si è diffusa capillarmente in tutto il territorio appartenente all’ex blocco sovietico. A Berlino, in particolare, si tiene due volte l’anno: a Natale, quando è possibile trovare anche lo Stollen, il famoso dolce candito originario di Dresda, e durante il periodo pasquale, quando la fiera si anima con tanti ovetti e coniglietti colorati. Col tempo il mercato è diventato una piattaforma di lancio per numerose aziende, oltre a essere un rituale per tutti i nostalgici per la vita della Repubblica Democratica Tedesca. A essere esibiti sono i prodotti più disparati, dal famoso Rotkaeppchen, il vino frizzante tanto amato dai tedeschi per il suo retrogusto dolce, alla Bautzner Senf, la popolare senape che è riuscita a sopravvivere alla feroce concorrenza dei prodotti provenienti dall’Ovest. Non mancano poi detersivi, saponi, giocattoli, libri e il tipico arredamento degli appartamenti dell’Est, che danno ai visitatori l’illusione di venire trasportati indietro di almeno 30 anni. L’evento si è imposto sulla scena internazionale, oltre che su quella tedesca, grazie alla vendita di oggetti provenienti da Paesi quali Armenia, Russia, Repubblica Ceca e Polonia.

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La location

Il mercatino è stato allestito nel centro sportivo e ricreativo SEZ di Berlino, situato nel quartiere orientale di Freidrichshain. Ovviamente la scelta della location non è casuale: durante il regime della DDR, infatti, il grande complesso ospitava gli eventi sportivi più importanti della capitale tedesca, oltre a spettacoli di varietà, cabaret, concerti e degustazioni gastronomiche. L’afflusso del pubblico era a dir poco sorprendente: nonostante l’edificio fosse stato progettato per una media di 22.000 visitatori al giorno, le code all’ingresso erano così lunghe da costringere i gestori a imporre un biglietto di entrata. Tuttavia, dopo la caduta del muro gli impianti sportivi cominciarono a essere trascurati e non ci furono più investimenti atti a finanziare le ristrutturazioni necessarie. Il SEZ venne lasciato all’incuria più totale e fu costretto a chiudere nel 2001. Due anni più tardi, il complesso è stato acquistato da un investitore di Lipsia.

 

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Photo: © Linda Paggi –  per Berlino Magazine
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