Cicciolina

A Berlino c’è un documentario su Cicciolina che vale la pena vedere

«Mi sono spostato in Germania in tempi non sospetti nel 1999 per motivi culturali. Mi sono trovato bene, ci sono rimasto ed è stato per me naturale nel momento di una scelta lavorativa svolgerla nel Paese del quale mi sento cittadino, perchè innanzitutto mi sento profondamente europeo. Sono reduce dal Festival do Rio a Rio de Janeiro dove sono andato a presentare il film “Cicciolina. L’arte dello scandalo“, e ho avuto modo in Brasile di riflettere sulla condizione di europeo.»

Alessandro Melazzini, italo-tedesco, vive dal 1999 a Monaco di Baviera dove ha fondato la Alpnway Media Production, una società che produce documentari. Ha ricevuto anche il Premio Phönix dalla città di Monaco per il suo impegno imprenditoriale come cittadino migrante. Ha realizato il film documentario Cicciolina. L’arte dello scandalo che verrà proiettato sabato 28 ottobre  alle ore 23:00 al PornFilmFestival di Berlino, al Kino Moviemento.

Le parole di Alessandro Melazzini su Cicciolina. L’arte dello scandalo.

«Penso che ci sono sempre più concause che portano alla genesi di un’opera, l’aspetto principale è che è un progetto nato in un incontro di lavoro (il film è prodotto da me e coprodotto con Arte). Altro aspetto è che fare documentari è una parte di me. I temi degli altri miei documentari sono molto seri, molto posati e quindi l’idea di fare un documentario dal tema post-moderno, cioè un tema “basso” ma trattato in modo alto, mi ha stimolato. È stata una sfida, cerco sempre di fare qualcosa di diverso. È stato uno stimolo intellettuale molto forte, nelle mie corde, poichè toccava temi sempre miei, ma che non avevo ancora trattato, come quello della cultura pop, dell’erotismo, della società di massa. È un documentario di cultura pop, un ambito che non avevo ancora trattato.»

L’archivio e la selezione del documentario

«Un documentario è dipendente anche da aspetti poco calcolabili e quindi nel fare il documentario ho ritrovato certi documenti, ho riflettuto su certe personalità che mi sembrava fossero interessanti per il documentario e poi andando avanti ho aggiustato il tiro. Ci tengo a precisare che non essendo io il Ministro delle Pari Opportunità, ho scelto le persone che mi sembrava avessero un contributo sostanziale da dare. Tutto questo nell’ambito di una tempistica abbastanza pressante che mi ha portato a fare delle scelte in tempi brevi. Avrei voluto intervistare più donne nel documentario, come Emma Bonino e Virginie Despentes, ma non c’è stata l’opportunità per farlo.»

Cosa rappresenta Cicciolina per il regista Alessandro Melazzini

«Nel documentario alcuni degli intervistati dicono di Ilona Staller: “Cicciolina mette in moto l’ormone, lo fa girare e cambia il mondo.”; “È un’icona universale come la Statua della Libertà”, viene definita una figura rinascimentale. Penso che sia tutto questo e molto di più. Ma anche e soprattutto una donna con i suoi pregi e i suoi difetti. Non appartengo a quella generazione di uomini e di donne cresciute nel mito di Cicciolina, sono un po’ più giovane rispetto a quella generazione. È stato comunque un fenomeno che mi ha sempre interessato. Penso che mi abbia interessato perchè lei, come forse solo Moana Pozzi, è riuscita a entrare persino nei salotti della borghesia italiana, riuscendo a coniugare una sfrontatezza a un’innocenza strabiliante. Tutto questo in un Paese molto cattolico come l’Italia. Questo suo aspetto pluriforme mi colpisce e mi fa pensare che avendo tante facce, può servire da schermo di riproduzione per molte persone che se la immagino nuda.»

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Eccitazione e senso di colpa

«Marco Gregoretti, giornalista, nel documentario afferma che Cicciolina è stata eccitazione e senso di colpa, e ha scardinato tutte le cose che poggiavano sulla nostra cultura cattolica. Secondo me lei gioca sempre su più ambiti. Il suo essere fatina le permetteva questo, cioè di giocare sull’eccitazione e sul senso di colpa. Non ho proprio una tesi su Cicciolina, sono stato anche io interessato ad ascoltare.»

L’Italia di oggi

«L’Italia di oggi per certi versi non è più bigotta di un tempo. Prova ne è che ci sono le unioni tra omosessuali. Però l’Italia è un Paese molto complesso che non permette mai di dare una risposta chiara. Se ad esempio penso a Ilona Staller ospite fissa della Rai, a fine anni ’70 sui canali di Stato, mi fa riflettere perchè penso che un personaggio di adesso non avrebbe lo spazio che aveva lei allora. Penso che il senso di colpa profondamente cattolico che ci portiamo dentro noi italiani rende l’aspetto della sessualità più complesso, difficile e forse divertente rispetto a chi è più “liberato”. Con questo non voglio propagare una morale bigotta come possibilità di emancipazione. Diciamo che per certi versi in maniera indiretta questo può aiutare l’ambito erotico. secondo me non potrà esistere un’altra Cicciolina perchè è unica, ma ciò non toglie che esisterà un’altra Ilona Staller, che insieme a un altro Riccardo Schicchi inventino un personaggio capace di perdurare nel tempo.»

L’opinione di Alessandro Melazzini sulla svolta politica di Ilona Staller nel 1987

«È un tema molto complesso Un mese fa sono stato a Roma a presentare il film in una sede dei radicali, e proprio nella sede del partito che la candidò, ho assistito a uno scontro di opinioni molto differenti, chi sosteneva l’opportunità di questa scelta e chi invece era profondamente contrario. Anche io sono combattuto tra quello che nel documentario dice ad esempio Cirino Pomicino, sul fatto che candidando una bella donna che si spogliava si depotenziava il ruolo della formazione politica a favore di un’apparenza mediatica. Dall’altra parte c’è la consapevolezza che in un’Italia comunque clericale, l’elezione di una porno star in Parlamento è stata una bomba che ha sconquassato gli equilibri della morale e forse contribuito a lanciare un messaggio di maggiore libertà, quantomeno nelle scelte sessuali. Qui mi riferisco quando nel documentario Spadaccia (capo del partito…) dice quando si parla di autoderminazione della donna che Cicciolina ha scelto lei di fare la pornostar e quindi è stata una scelta determinata della donna, quindi simbolo di una libertà.»

Cicciolina. L’arte dello scandalo. (Cicciolina. Godmother of scandal)

di Alessandro Melazzini

Sabato 28 ottobre 2017

PornFilmFestival

Kino Moviemento

Berlin-Kreuzberg

Kottbusser Damm 22

10967 Berlin

Ticket

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Foto di copertina: © Mimmo Frassineti / AGF Italia – Cicciolina in Parlament/ courtesy Alessandro Melazzini