Berlino, auto incendiate nella notte a Friedrichshain. Ecco perché succede così spesso

Continuano a bruciare le auto a Berlino. Nella notte tra mercoledì e giovedì due auto e una moto sono state incendiate nel quartiere di Friedrichshain, in Scharnweberstraße. Secondo le prime dichiarazioni della polizia, sconosciuti hanno appiccato le fiamme utilizzando dei cartoni imbevuti di benzina. Non ci sono stati feriti. La Procura di Stato ha avviato un’indagine per stabilire se dietro all’incendio doloso ci siano motivazioni politiche. Come riporta la Berliner Zeitung, solo nei primi cinque mesi del 2016 a Berlino sono state incendiate 146 auto, mentre altre 52 sono state danneggiate indirettamente dalle fiamme.

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Le ragioni. Estremismo politico, invidia sociale, truffe alle assicurazioni, vandalismo: i motivi alla base di un fenomeno ormai endemico a Berlino sono i più svariati. Nel 2011, anno nero per i roghi di auto, la polizia registrò 537 auto incendiate e altre 222 danneggiate indirettamente. Di questi veicoli, 117 furono distrutti per motivazioni politiche. Negli anni successivi la situazione sembrò migliorare, ma ultimamente si assiste a una nuova escalation. Nel 2015 i casi complessivi sono stati 281, di cui 45 imputati a esponenti dell’estrema sinistra cittadina. E quest’anno i roghi “politici” sono già 47, con picchi verso l’alto nelle fasi di tensione sulla questione casa, che vede contrapposti parte dell’amministrazione cittadina e imprenditori da un lato, attivisti della scena radicale e abitanti delle case occupate dall’altro. Ma ci sono ovviamente anche “cani sciolti”: ad esempio il 28enne fermato dalla polizia nel 2011 dopo aver incendiato più di 100 auto «per odio contro i ricchi», come confessato durante il processo. Per le forze dell’ordine arrestare il fenomeno è quasi impossibile, dal momento che gli incendiari operano su un territorio vastissimo con il favore della notte e, quando le fiamme si alzano, quasi sempre sono già lontani. E allora la prevenzione, come spesso accade, sembrerebbe possibile solo rimuovendo o quantomeno attenuando i fattori più drammatici che fomentano l’odio sociale.

Foto di repertorio © YouTube – Screenshot

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