A Berlino l’Inferno di Dante si racconta con le graphic novel con una mostra eccezionale

“Pape Satàn, pape Satàn aleppe!” recita Pluto nel VII Canto dell’Inferno di Dante: un verso criptico, ritmato, seducente che incarna l’essenza stessa dell’opera dantesca. Tre grandi illustratori contemporanei, Lorenzo Mattotti, Emiliano Ponzi e Michael Meier, presentano all’Istituto Italiano di Cultura di Berlino la loro personale discesa negli inferi: illustrazioni e graphic novel per interpretare con i nuovi media l’opera tardo medievale.

La fascinazione per l’inferno resiste nei secoli e da William Blake a Gustavo Doré fino agli artisti contemporanei la sua rappresentazione rivive con tremenda attualità.

Nell’ambito della rassegna “Dantes Spuren/Tracce dantesche” il 25 febbraio 2014 è stata inaugurata la mostra “Inferno. Zur Dante-Rezeption in Illustrationen, Graphic Novel und Neuen Medien”, alla presenza degli artisti Emiliano Ponzi e Michael Meier e del giornalista Lars von Törne, che ha moderato l’incontro. Grande assente Lorenzo Mattotti. Tre artisti figurativi che in tempi e modi diversi hanno illustrato le loro visioni.

Le tele di Mattotti nascono alla fine degli anni Novanta per la casa editrice Nuages, è invece il giornale Frankfurter Rundschau a commissionare a Meier una serie di strisce sulla cantica, mentre Ponzi comprime il suo Inferno in 16 immagini per la rivista Un Sedicesimo, edito dalla Corraini di Mantova.

Michael Meier inserisce nelle sue illustrazioni personaggi a noi contemporanei, interpretando così al meglio le invettive di Dante che nel suo inferno condannò personalità coeve, dall’adulatore Alessio Interminelli agli amanti Paolo Malatesta e Francesca da Rimini. Meier predilige il taglio ironico nel tentativo di rendere l’Inferno accessibile a un pubblico sempre più vasto, stemperando con il sorriso il timore reverenziale che l’opera dantesca incute.

La sfida per Emiliano Ponzi è sintetizzare il concetto attraverso l’immagine, in chiave pop. Linearità delle forme e forti contrasti cromatici: ogni elemento in quella tavola ridotta è funzionale alla rappresentazione. Emblematica é la nota di colore bianco dell’uomo in macchina in “I Traditori”: grazie ad essa si riconosce nell’uomo un prete, intento ad adescare alcune prostitute.
Nel girone moderno dei traditori, Lucifero ha le sembianze del prete.

Un’interpretazione ancora più cupa é quella che offre il lavoro di Lorenzo Mattotti, che trascina lo spettatore negli abissi della cantica dantesca, lasciandolo in balia della sua pena. Richiami all’iconografia demoniaca classica vengono reinterpretati con grande forza narrativa ed allegorica. Colori violenti su sfondi scuri: tela dopo tela Virgilio guida l’incauto osservatore lungo il percorso dell’esposizione.

Per l’osservatore tre esperienze artistiche diverse, tre gironi nell’unico mondo possibile, quello degli inferi.

Inferno. Zur Dante-Rezeption in Illustrationen, Graphic Novel und Neuen Medien

fino al 21 marzo 2014

presso l’Istituto Italiano di Cultura in Hildebrandstraße 2, 10785 Berlino.