Boros, l’ex bunker di Berlino diventato prima location per techno rave e poi museo d’arte contemporanea

Boros, il bunker che diventa arte

A Berlino, nei pressi della stazione di Friedrichstrasse, un grande bunker della Seconda Guerra Mondiale, il Reichsbahnbunker, adibito ad accogliere i viaggiatori in transito in caso di incursioni aeree degli alleati, è stato convertito in galleria d’arte, con una nuova addizione domestica costruita sulla copertura.

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La struttura del bunker

Monumentale, simmetrico e compatto, il monolito quadrangolare, disegnato dall’architetto K. Bonatz nel ’42, per proteggere fino a 2500 cittadini in caso di bombardamenti aerei, costruito dai detenuti ai lavori forzati, è rimasto nel tempo una presenza massiccia nel paesaggio urbano della capitale tedesca. L’imponente edificio si sviluppa per cinque piani, scolpito da piccole aperture-feritoie che bucano le spesse pareti perimetrali di cemento armato (quasi due metri di spessore) con gli angoli rientranti a disegnare una figura che ricorda una fortezza e un cornicione decorativo sulla sommità.

Boros Bunker © S. Corso

Boros Bunker © S. Corso

La storia

Dopo l’occupazione di Berlino da parte dell’Armata Rossa, nel maggio del ’45, il bunker verrà adoperato come prigione di guerra fino al ’49, anno dal quale diventerà magazzino tessile per essere convertito poi in magazzino per l’importazione di frutta tropicale da Cuba. Dopo la Riunificazione l’edificio diviene proprietà del governo federale e nel ’92, l’artista e inquilino Vollert Werner, trasforma la struttura nella sede di uno dei club techno hardcore più conosciuti del mondo, fino al ’96. È certo che questo ingombrante manufatto non poteva essere facilmente demolito e la sua conservazione, al di là delle ragioni dettate dalle oggettive caratteristiche strutturali, rilancia l’idea, sempre più diffusa e praticata in ogni città del mondo, del riuso del manufatto urbano, assunto come elemento da rivitalizzare e da convertire a nuovi usi e consumi. In questa ottica, l’operazione condotta dal gallerista Christian Boros, affidata dal punto di vista progettuale allo studio berlinese Realarchitektur, non solo appare come una singolare e compiuta conversione edilizia, ma concorre a definire un metodo di “ricostruzione della città”, sottolineando la necessità di esaminare la storia e le tracce, anche ingombranti, che questa ci trasmette, per poterne reinventare spazi e il loro uso, alla luce delle esigenze contemporanee.

Boros Bunker © S. Corso

Boros Bunker © S. Corso

Il bunker Boros oggi

Il collezionista Boros acquista l’intero edificio nel 2003 e in pochi anni viene convertito in spazio espositivo per la collezione d’arte privata contemporanea, con opere dal 1990 a oggi, si dota inoltre di aree per mostre temporanee in collaborazione con diversi artisti. Nel 2008 inaugura la prima grande esposizione: Sammlung Boros #1. Il bunker multipiano si trasforma in una galleria d’arte a livelli sovrapposti, dove, tramite tagli delle solette interne, si crea un nuovo percorso espositivo composto da circa ottanta stanze interconnesse a cui si accede dai quattro corpi scala perimetrali. Questi nuovi spazi espositivi, sorta di neutrali e funzionali cubi bianchi, si confrontano con le altre parti dell’edificio in cemento faccia a vista, lasciate nella loro veste originaria e con i segni del tempo, dai graffiti alle ferite di guerra, segni di proiettili e di schegge delle bombe che piovevano dal cielo.

Boros Bunker © S. Corso

Boros Bunker © S. Corso

La bellissima galleria fotografica è a cura del fotografo Stefano Corso, fatta in occasione del Gallery Weekend 2013.

Ricerche a cura di: Z.Munizza, responsabile del progetto Berlino Explorer che organizza periodicamente esplorazioni urbane e guide tematiche alla città.

Sammlung Boros

Reinhardtstraße 20,

10117 Berlino, Germania
+49 30 27594065

È possibile visitare la Sammlung Boros solo previa prenotazione attraverso il sito anche il giorno stesso (se c’è disponibilità)

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