Bordello

Come funzionano i bordelli di Berlino e in Germania

Viaggio nei meandri del sesso a pagamento in Germania

La prostituzione è senza dubbio il mestiere più antico del mondo. In Germania se ne attesta l’esistenza già dal Medioevo, quando in diverse città tedesche operavano case di tolleranza chiamate Frauenhäuser (“case delle donne”). Tuttavia, in terra teutonica l’attività è stata regolamentata e riconosciuta a livello fiscale solo a partire dal 1 gennaio 2002 grazie alla proposta legislativa dei Verdi. L’iniziativa, approvata a fine 2001 dalla maggioranza di coalizione costituita da Verdi e Socialdemocratici, è guidata da un principio di base: la prostituzione non è un’attività immorale, pertanto coloro che la praticano sono tenuti al pagamento delle imposte sul reddito e all’applicazione dell’IVA, analogamente a qualsiasi altro lavoratore. Naturalmente la questione si estende anche agli uomini oltre che alle donne: in Germania, infatti la prostituzione maschile è diffusa tanto quanto quella femminile e continua ad avere un impatto positivo su tutta l’economia del Paese.

Le critiche al modello tedesco

La questione continua a far discutere, sebbene siano trascorsi ben 15 anni dalla regolamentazione della prostituzione in territorio tedesco. L’opinione pubblica, infatti, risulta divisa tra favorevoli e contrari. I favorevoli sostengono che la legalizzazione di questa attività non possa che portare benefici alle prostitute stesse poiché, analogamente a qualsiasi lavoratore dipendente o autonomo, hanno diritto all’assicurazione medica e al sussidio di disoccupazione. La prostituta viene tutelata sotto ogni aspetto, e può anche avvalersi del diritto di chiamare le forze dell’ordine qualora il cliente si rifiuti di pagare la prestazione. Per ultimo ma non meno importante: attraverso il riconoscimento legale e fiscale dell’attività, la prostituzione smette finalmente di essere appannaggio della criminalità organizzata. Le argomentazioni dei contrari, invece, sono essenzialmente di natura etica: la Germania rischierebbe di diventare il più grande bordello d’Europa; considerata anche la recente proliferazione di pacchetti “all-inclusive” e di “tariffe flat” in cui il cliente paga il biglietto di ingresso e può avere tutte le donne che vuole fino a chiusura del locale.

Le flat rate

Attualmente in Germania quasi tutte le prostitute sono lavoratrici autonome. Negli ultimi anni, infatti, si è fatto strada il modello flat rate, che presuppone un diverso rapporto tra prostitute e gestore del bordello. In sostanza, le praticanti non vengono assunte tramite contratto ma esercitano come libere professioniste, a cui viene fatto pagare un biglietto di ingresso o affittata la camera all’interno del bordello. In questo modo il gestore del locale viene sollevato dall’onere di provvedere al pagamento dei contribuiti e dell’assicurazione sanitaria del lavoratore/trice.

Artemis e i bordelli più famosi di Berlino

Tra i bordelli più famosi di Berlino va annoverato il popolarissimo Artemis, situato in zona Charlottenburg. Si tratta di un club di lusso dove il frequentatore abituale può trascorrere ore piacevoli grazie alla presenza di una piscina, tre saune, due sale cinema e un ristorante. L’ingresso costa 80 euro e dà accesso a un resort dove è possibile girare solo in accappatoio. La prestazione con le donne va concordata direttamente con loro; tuttavia, il prezzo di partenza per un rapporto orale è di 60 euro. Altro locale famoso per la Freikörperkultur (“cultura del corpo libero”) è il Tiffany, in zona Kreuzberg. I prezzi sono leggermente più alti: per 60 minuti di piacere, la tariffa è di 120 euro. Dopo aver scelto la ragazza, è possibile scegliere anche la stanza. Ce ne sono di diversi tipi e adatte ai gusti più disparati: quella africana, quella per dominanti e dominatori, quella in stile barocco, ecc … Al Caligula, sempre situato in zona Charlottenburg, le modalità di pagamento sono diverse: si paga un ingresso di 100 euro e puoi andare a letto con tutte le donne che vuoi fino a chiusura del locale. Al club La Folie l’ingresso è libero dalle 18 alle 20 e per mezz’ora di amore le tariffe sono di 75 euro. Il cliente viene accolto all’entrata da una simpatica barista che consegna ai frequentatori la chiave dell’armadietto in cui riporre vestiti ed effetti personali. Al Van Kampen in zona Wilmersdorf i prezzi sono ancora più bassi: ad esempio per 30 minuti di sesso il cliente paga 40 euro, e la contrattazione avviene direttamente con la prostituta. Di portata più popolare è il Pussy club nel sobborgo berlinese di Schönefeld, vicino all’aeroporto, che svende 20 minuti di sesso a 25 euro.

I bordelli più famosi della Germania

Amsterdam non è più la capitale europea del sesso a pagamento. La Germania infatti ha più prostitute pro capite di qualsiasi altro paese del continente. Oltre ai già citati bordelli berlinesi, non va dimenticato il popolarissimo Paradise, situato a Stoccarda, arredato in autentico stile marocchino. La popolarità del bordello è tale da aver indotto i proprietari a dare vita ad altre filiali, una delle quali situata nella città di Saarbrücken, a cinque chilometri dalla Francia. Altro club famoso è il Pasha di Colonia, che offre ai suoi clienti ben dodici piani al neon. Sulle autostrade tedesche inoltre è possibile fare sesso in caravan specifici, o addirittura in “sex box” costruiti appositamente nelle zone pedonali. In quest’ultimo caso i prezzi sono relativamente bassi: andare con una prostituta può costare anche solo 10 euro.

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Immagine di copertina: © Wikipedia CC0